Pic nic tra vigneti, campi e ulivi. Le perplessità della Confcommercio


E’ la moda dell’estate. Pic-nic sotto le stelle su prati, tra vigneti, ulivi e campi coltivati nelle colline dell’entroterra riminese. Serate organizzate da aziende agricole, che stanno incontrando i gusti di riminesi e turisti e che spesso registrano il sold-out. Nei cestini del pic-nic formaggi, salumi, pane, piadina e vino a km0. Un’attività di ristorazione minima che però fa storcere il naso alla Confcommercio: una nuova moda – sostiene l’associazione di categoria – incompatibile con le leggi vigenti. Viene contestato il mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza “con la mancanza – rincara il presidente di FIPE Gaetano Callà – di autorizzazioni in materia di somministrazione di alimenti e bevande e per l’organizzazione di spettacoli”. “Le aziende agricole – spiega – possono aprire al pubblico per degustazioni, assaggi e vendita dei generi alimentari di produzione propria, non certo organizzare banchetti con centinaia di coperti, se non addirittura spettacoli con un biglietto d’ingresso, senza strutture attrezzate o autorizzate”.
Diversi i fattori di rischio evidenziati da Callà: a partire dalla preparazione di cibi in cucine spesso insufficienti o la carenza di servizi igienici. Alla base della riflessione il problema della concorrenza sleale: per Fipe alcune aziende agricole sono diventate veri ristoranti a cielo aperto e c’è un ‘doppiopesismo’ a danno dei ristoratori.