Angels. Marco Miriello nuovo responsabile tecnico U18 Regionale e U16 Elite


Un ritorno graditissimo. Un allenatore che ha fatto la storia della pallacanestro in Romagna che dopo sette anni ritorna al PalaSGR. Un condottiero che ha cresciuto talenti incredibili. Un conoscitore infinito della palla a spicchi. Uno dei migliori acquisti dell’anno degli Angels Santarcangelo. Signore e signori, Marco Miriello.
Marco, prima di farle qualche domanda ci racconti la sua storia che si è intrecciata già in passato con Santarcangelo…
“La mia storia parte da lontano, dal lontano ’79 quando arrivai come giocatore dopo aver trascorso le giovanili nel Basket Rimini. Ero tra l’altro in squadra con Massimo Bernardi. All’età di 24/25 anni poi però la sfortuna si è abbattuta su di me. In particolare sul mio ginocchio che ha fatto crack. Da lì ho chiesto a “Gibo” Domeniconi, allenatore che conoscevo bene, di affiancarlo nel ruolo di vice. E, non senza sorprese, scoprii un ruolo che mi piaceva. A fine anno così chiesi a Maurizio Fabbri di poter proseguire il mio percorso da allenatore e da lì è cominciato tutto. Con gli Angels ho ottenuto grandi risultati. Ho allenato il gruppo ’89 di cui oggi qualche fiore è sbocciato come Craw, Pesaresi, Luca Bedetti. Un ricordo che ho poi in particolare è la qualificazione all’interzona con il gruppo ’91 dove allenavo l’oggi A2 Matteo Palermo, con una squadra che aveva forse obiettivi minori, dato che oggi a giocare ancora a pallacanestro sono rimasti solo 3/4 giocatori. Poi ho allenato in collaborazione con Paolo Carasso il gruppo ’93 dei vari Moretti, Raffaelli, Rinaldi, Francesco Bedetti che oggi stanno ottenendo degli ottimi risultati. Poi 8 anni fa, l’allenatore della Prima Squadra Franco Foschi mi chiese di fare il suo secondo. A me, devo essere sincero, non fa impazzire fare l’assistente, però da quell’esperienza avrei potuto imparare tanto, anche in un’ottica di futuro Capo Allenatore, dato che sapevo che il ciclo di Franco era quasi alla fine. Per cui accettai di buonissimo grado. Quell’annata fu sfortunata a dire poco. La squadra era slegata e mancava quello spirito di gruppo che porta successi. A metà stagione Franco su esonerato e fu chiamato Spiro Leka, che però non raggiunse i risultati sperati inanellando una serie di sconfitte di 8 partite di fila. Fu esonerato anche lui e diedero il comando a me per le partite dei playout. Ricordo ancora quelle due partite contro Urbania. Andata perdemmo di 1, dopo una rimonta incredibile dal -18 fino al +3 di 40 secondi alla fine. Al ritorno fu ancora più clamorosa, dove a pari a pochi secondi alla fine, disegni uno schema per Cimatti che prese fallo e, con un pregresso 90% ai liberi, fece 0/2. Poi loro segnarono un libero. E nell’ultima azione il nostro giocatore più forte Bazzoli prese fallo, andò in lunetta con il 94% e fece 0/2 e perdemmo. Fu veramente bruciante. Da lì ho girato 7 anni per tutta la Romagna conseguendo grandissimi risultati. Nelle ultime 5 stagioni ho vinto 4 campionati su 5 e perso una finale Under14 Elite di 1 quasi allo scadere con una squadra composta da ragazzi tutti amici che avevano una gran voglia di giocare e di sacrificarsi, ma che si sono scontrati poi con la fisicità troppo superiore degli avversari. Oggi sono qui, carico a mille come sempre e pronto a partire nuovamente con questi colori.”
Paolo Carasso qualche giorno fa ha detto che la cercava da tempo e l’ha voluta fortemente. Come si sente di commentare queste parole?
“Paolo per me è il numero uno del basket a Rimini. È l’unica persona che riesce a curare la pallacanestro meticolosamente per quanto riguarda il miglioramento dei giovani e nella creazione di una struttura solida che faccia pallacanestro. Non ci sono secondo me altre personalità che lo eguagliano nel lavoro che fa. Crea le condizioni tecniche e manageriali che fanno sì che una società come Santarcangelo, a mio avviso, non abbia nessuno sopra. Sono orgoglioso di poter tornare a Santarcangelo soprattutto grazie a lui. Mi cercava da tempo. Abbiamo raggiunto un accordo di massima del mio ritorno già da prima della fine dei campionati della stagione scorsa, dopo che un progetto che avevo in mente con i Villanova TIgers non è andato in porto. Abbiamo sempre parlato tanto io e lui. Chiaro che se non ti vedi quotidianamente ne hai meno possibilità, ma siamo sempre rimasti in contatto. Lo ringrazio vivamente per questa nuova opportunità.”
Sarà uno dei più importanti responsabili tecnici del settore giovanile, allenando l’U18 Regionale e l’U16 Elite degli Angels. Qual è il suo approccio al lavoro? Più improntato sulla tecnica o sulla parte caratteriale?
“Domanda tosta. Secondo me si devono affrontare ovviamente tutti e due gli aspetti. La parte caratteriale è fondamentale. Ci vogliono uomini in campo. Oggi, rispetto a una volta – ricordo Papini che mi ha allenato ad esempio – i ragazzi hanno più bisogno di un aiuto emotivo. Per questo prima di allenare guardo negli occhi i miei ragazzi e cerco di capire che carattere hanno e di quale tipo di approccio hanno bisogno. Uno per uno. Ho allenato tanti ragazzi e ne ho visti tanti e ognuno, futuribile o meno, ha bisogno di qualcosa di diverso. Ricordo ad esempio Matteo Palermo. Era un ragazzo chiuso inizialmente. Poi con la fiducia e con la sua dedizione ha raggiunto la SerieA2 oggi. Ricordo un episodio, dove lui non ne aveva più e chiedeva ripetutamente il cambio. Io non glielo concessi e lo lasciai in campo, nonostante le palle perse. Aveva bisogno di quella fiducia per ottenere risultati. Per quanto riguarda poi l’aspetto tecnico, credo che sia fondamentale. A tal proposito ricordo il Papo, che non era un mago della tattica, ma per lui i fondamentali erano la cosa più importante. Le sue squadre, tra cui la mia, non avevano dei riferimenti grossi sui posizionamenti o sullo stile di gioco, ma erano talmente forti qualitativamente che si trovavano comunque a memoria e riuscivano in quello che facevano e vincevano sempre. L’aspetto che a me piace curare di più soprattutto a livello giovanile, perché poi dagli U16 fino alla prima squadra si deve insegnare più tattica e lo step ultimo è il conseguimento della vittoria, è far capire ai ragazzi quali sono le scelte da prendere, senza che l’allenatore glielo dica. Capire il gioco, sviluppare la capacità mentale. È questo che nella pallacanestro di oggi manca. Si guarda molto spesso alla fisicità e si perde da una parte l’attenzione al talento e alla coltivazione del tale e dall’altra all’intelligenza cestistica.”
Si aspettava di poter tornare un giorno a Santarcangelo?
“Io dove sono andato sono stato sempre una persona vera. E ho sempre cercato di lasciare un bel ricordo. Non chiudo mai le porte. Tornare a Santarcangelo non so se me lo aspettavo, però sicuramente se Paolo mi ha chiamato e se sono pronto a cominciare, vuol dire che Santarcangelo per me è stato qualcosa di importantissimo che spero possa continuare.”
Sarà il maestro per i giovani. Quale sarà il primo consiglio che darà loro?
“Maestro è un parolone. Il Papo era un maestro. Il Prof. Rinaldi era un maestro, colui che ha creato il mio carattere e di tanti altri giocatori. E per me è stato il numero uno. Quello che mi sento di dire a tutti i giovani che si approcciano alla vita è di crearsi dei sogni, degli obiettivi. Oggi i giovani non ne hanno e molto spesso finiscono in ambienti o in circostanze che dovrebbero essere evitate. C’è bisogno di caratteri forti e noi allenatori siamo importantissimi in questo. I genitori sono sempre meno a casa purtroppo e noi viviamo i ragazzi quasi tutti i giorni. In una società che non aiuta lo sviluppo del carattere, lo sport deve fungere da stimolo per perseguire una vita sana e degli obiettivi importanti. Cercherò di far capire loro che attraverso il sacrificio, la voglia e la passione possono ottenere qualsiasi cosa nella vita.”
E anche se lui non si vuole definire maestro di vita, a noi ci piace denominarlo così. Per le parole, per la passione, per gli insegnamenti che ha dato e darà ai ragazzi Angels nella prossima stagione.
Un allenatore vincente che ha voglia di riscatto a Santarcangelo. La società è lietissima di annunciare il suo arrivo. Ora allacciate le cinture. Perché con Marco Miriello si vola a quote elevatissime!
Cristian Tartaglia
Addetto Stampa Angels Santarcangelo