Indietro
giovedì 28 marzo 2024
menu
Icaro Sport

I Red White Supporters intervengono sul bando per la pista di atletica del "Romeo Neri"

In foto: La sciarpata in Curva Est
La sciarpata in Curva Est
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 30 dic 2015 15:12 ~ ultimo agg. 1 gen 18:44
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 1.885
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Finalmente è uscito il bando per la pista di atletica. Come preannunciato dai giornali, che parlavano di pista di classe A, nel bando si richiede di “ottenere un impianto omologato per attività agonistiche internazionali, ai sensi delle norme CONI, FIDAL e IAAF attualmente in vigore” – si legge in una nota dei Red White Supporters -.

Abbiamo preso in mano le norme FIDAL (http://www.fidal.it/upload/files/Federazione_documenti/circolare_impianti2013.pdf) che vengono richiamate nel bando: per realizzare quello che è richiesto praticamente lo stadio andrebbe destinato interamente all’atletica, occupando tutti gli spazi disponibili, che peraltro non basterebbero neanche. Si richiedono infatti: Aree destinate allo svolgimento di attività di muscolazione, pesistica e/o a corpo libero, una sala Medica/Fisioterapica, Aree destinate alle attività Societarie e/o di supporto ad attività didattiche, Aree destinate ad attività di Segreteria e rapporti con l’esterno, Area Ristoro, Pro-shop, Aree destinate ad altri servizi accessori e di cortesia.

Ma altre norme – per noi che conosciamo lo stadio – non ci sembra possano essere rispettate. Si prescrive, per esempio, una zona di rispetto di 1,5 metri esterna e interna alla pista: attualmente non c’è e andrebbe quindi abbattuto tutto il muro di recinzione e spostato più indietro (si parla di quasi un kilometro lineare). Andrebbero abbattute all’interno anche le panchine…

Si chiede una stazione meteo fissa. Servono una serie di apparati elettrici e informatici fissi. Le dotazioni sportive obbligatorie constano di 48 punti: vi si comprendono tutti gli sport, anche quelli che nessuno a Rimini pratica neanche a livello dilettantistico. Per capirci: servono anche due retriver – auto elettriche – per i giudici del giavellotto. E serve un magazzino dove mettere tutte queste cose (la maggior parte delle quali giacerebbero inutilizzate).

Quello soprattutto che le norme FIDAL richiedono è la gestione dell’impianto. Chi gestirebbe a Rimini una pista di classe A? Chi ha le competenze e l’esperienza per farlo? Esiste un progetto pluriennale di gestione? I precedenti e quello che è sotto gli occhi di tutti è che dal 1989 non è mai stato organizzato un meeting di rilievo. E poi quanto costa organizzare un meeting internazionale? Dove si reperiscono i fondi? Chi copre le ingenti spese di collaudo e manutenzione (tutte indicate nelle norme FIDAL)? E gli atleti dove li mettiamo? Negli spogliatoi attuali? Noi che frequentiamo lo stadio li conosciamo: ma i politici li hanno visti? Hanno presente come sono i cessi dello stadio?

C’è poi, anche in ragione delle recenti polemiche, una regola quasi beffarda per Rimini: per le norme FIDAL è obbligatorio l’impianto di drenaggio. Stiamo parlando di una pista coperta di muschio che gira intorno a un campo-palude con un drenaggio fatto nel 1961 e non più funzionante, come chiunque a Rimini sa benissimo. Basterebbe questo, oltre alle misure del recinto, per non ottenere l’omologazione.

Se una pista d’uso per le necessità dell’atletica a Rimini poteva essere tollerata anche da chi – come i tifosi del calcio – viene da decenni di sontuose prese per i fondelli sull’argomento stadio, questa uscita sulla classe A e sulle norme FIDAL crea una sproporzione inspiegabile: chi usa lo stadio e lo tiene vivo è il Rimini e i suoi tifosi. Ma il comune contro ogni logica sembra aver bandito la realizzazione (con soldi pubblici) di una pista d’oro con all’interno una palude e all’esterno una struttura fatiscente, ben rappresentata dalle sue latrine (l’assessore allo sport non lo abbiamo mai visto al Neri, evidentemente non sa com’è lo stato dello stadio).

Per quanto ci riguarda la misura è colma. Subiamo l’affronto di un bando per una pista con tutti i crismi mentre sullo stadio per il calcio, sull’avvicinamento della curva, su tutto quello che interessa il Rimini ascoltiamo solo parole e promesse, le stesse che ascoltiamo ormai da decenni.

Ora chiediamo chiarezza: siamo stanchi di essere presi in giro. Vogliamo sapere nell’idea del Comune come sarà la pista e di conseguenza come sarà lo stadio.

RED WHITE SUPPORTERS RIMINI