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Icaro Sport

L'arbitro di basket Mattioli protagonista alla conviviale del Panathlon Club Rimini

In foto: Puzzo, Sardella, Mattioli, Pulcinelli e Facchini
Puzzo, Sardella, Mattioli, Pulcinelli e Facchini
di Roberto Bonfantini   
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mer 24 set 2014 11:20 ~ ultimo agg. 12:37
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Serata di grande interesse quella di ieri per la conviviale di settembre del Panathlon Club Rimini. All’Hotel Sporting di viale Vespucci il tema è stato quello del “Mondo arbitrale italiano” con specifico riferimento al basket. Relatore d’eccezione Gianluca Mattioli, Arbitro Internazionale. Con lui, presenti altri due importanti ‘fischietti’ della pallacanestro italiana come Fabio Facchini, ora valutatore degli Arbitri di serie A ma con un passato da 23 stagioni e oltre 700 partite nella massima serie, e Gianluca Sardella, riminese, anche lui arbitro di serie A di provata esperienza. Ospite della serata anche il Vice Prefetto aggiunto di Rimini, Giuseppe Mario Puzzo.

Puzzo, Sardella, Mattioli, Pulcinelli e Facchini

Per Mattioli, 46 anni, sposato, due figli di 16 e 13 anni, una laurea in giurisprudenza e un diploma di clarinetto al Conservatorio “Rossini” di Pesaro. E poi, naturalmente, tutto il resto. Tutto un mondo di palla a spicchi e fischietto. Gianluca Mattioli è arbitro di Serie A e Internazionale, oltre che responsabile mondiale degli arbitri di Basket 3×3 per la Fiba (Federazione internazionale). La prima finale scudetto che ha arbitrato è arrivata nel 1999. Era il 5 maggio e la partita era tra Treviso e Varese. Arbitro dal 1985, è stato il più giovane di sempre ad essere promosso in serie A, a 25 anni nel 1993. È Internazionale dal 2000 e di Eurolega dal 2005. In serie A ha diretto più di 600 partite. 13 le sue finali scudetto e 300 le gare internazionali.

Gianluca Mattioli

Gianluca Mattioli: “Perché ho scelto questo tipo di carriera? Da giovane ho giocato a calcio e anche a basket. Mi piaceva tantissimo l’ambiente sportivo e sulle prime ho arbitrato entrambi gli sport. Mi chiedete se ‘arbitri si nasce’? Io dico sì: arbitri si nasce. Poi aggiungo: bravi arbitri si diventa”.
Mattioli ha poi presentato nei dettagli le caratteristiche fondamentali di un arbitro, la sua preparazione tecnica, fisica e mentale, il suo prepartita e le qualità che un buon fischietto deve possedere. Tra queste, ‘evitare di farsi notare’, ‘evitare atteggiamenti autoritari’, ‘mai dimostrarsi nervosi o esitanti’, ‘mai essere tolleranti o permissivi’, ‘non rispondere mai al pubblico’. In più alcune massime di base come ‘Non chiedere al tuo collega cosa lui può fare per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo collega’.
Divertenti alcuni aneddoti relativi a partite specifiche… “Mi sono accorto a posteriori di aver ‘fatto male’ in un Virtus Bologna-Roma. Erano i tempi di Messina e Ginobili tra gli emiliani e di Myers nella capitale. Lo stesso Carlton era in attacco e aveva eseguito finta e tiro da tre. Ginobili l’aveva stoppato ed era andato in
contropiede finendo con la schiacciata. A quel punto Messina, per festeggiare, era uscito dall’area dell’allenatore di un po’. Io ho sanzionato il tutto con un tecnico e mi sono piovute addosso tantissime critiche per il fischio”.
“Il giocatore più corretto? Ce ne sono ormai tanti. Posso dire invece quello con più personalità che in talune situazioni poteva creare problemi a noi arbitri: Danilovic. Se riteneva di aver subito un torto era in grado, col suo carisma, di tirarsi appresso il pubblico in pochissimo tempo”.

Mattioli, che ha chiuso la serata con un’eccellente esibizione al clarinetto (aria sulla quarta corda di Bach), racconta poi dei compensi medi di un arbitro di basket. Per chi è in serie A 1000 euro lordi a partita (600 netti), per chi è in Eurolega 1100 nella prima fase e 1500 nei playoff. Mediamente un arbitro internazionale guadagna 50.000 euro lordi ogni anno.

Fabio Facchini

Parola poi a Fabio Facchini: “Italiani nella Nba? Non solo giocatori come Gallinari, Belinelli, Datome e Bargnani, ma anche un gm come Gherardini o un preparatore atletico come Cuzzolin. Noi arbitri? Io ci sono andato vicino con la Summer League, ma le regole della Nba impongono la residenza e l’obbligatorietà di aver arbitrato almeno per tre stagioni i College. Certo, il limite di età non esiste, d’altra parte il 20% degli arbitri lì ha più di 60 anni. È sufficiente un buono stato di salute. Diciamo che il sogno è ancora nel cassetto, ma il mio lavoro adesso è seguire il gruppo professionistico degli arbitri italiani. Detto questo, ho arbitrato giocatori come Kobe
Bryant o Lebron James in competizioni internazionali”.

Gianluca Sardella

Perché si inizia ad arbitrare? Questo l’aneddoto di Gianluca Sardella: “Si può iniziare anche per caso. Qui a Rimini sono entrato nella palestra del professor Rinaldi e la mia idea a un certo punto era quella fare l’allenatore. A quel tempo uno step per arrivare al tesserino era di arbitrare 40 partite. Io ne ho dirette 120, tutto è iniziato da lì”.