Rapina al compro oro di Viserba. La commessa era complice


Per tre di loro, che erano finiti in carcere, l’accusa cambia da rapina a simulazione di reato. Potrebbero uscire a breve dal carcere, mentre la donna ora è stata arrestata. Avrebbe mentito per mesi agli inquirenti.
Il caso era stato risolto in 24 ore e la refurtiva recuperata. Ma il 12 novembre, giorno in cui avvenne l’arresto dei due presunti rapinatori che avevano portato via merce e denaro per 60mila euro dal compro oro “Oro cash” di Viserba, gli investigatori non hanno chiuso le indagini. La loro caparbietà li ha portati infine a svelare qualcosa di davvero inatteso: la commessa era complice del gruppo criminale. Erano state le immagini a circuito chiuso a mettere in dubbio la squadra mobile. Anche se la donna era stata malmenata prima di essere legata e chiusa nel retro, si intuiva un atteggiamento un po’ troppo condiscendente verso i rapinatori. Le indagini hanno confermato la tesi. Utili anche altre immagini, riprese da altre telecamere in zona. Poco prima che i due entrassero in azione, la donna, Tania Gillis, 38 anni, originaria della Francia e impiegata da pochi mesi nel negozio, era andata al bar di fronte al negozio con quello che si poi rivelato essere il palo della finta rapina. Sempre grazie alle immagini è stato poi scoperto un sesto complice, che ha organizzato tutto. Tutti conoscenti della donna, tranne l’uomo che era stato arrestato su un treno della linea Rimini-Ravenna col bottino già il giorno dopo la presunta rapina. Per questo, il 36enne Antonio Maravolo, è stato arrestato con altri due campani, Gennaro Lorido, e Daniele de Vanni. Sono stati loro due dal carcere a confessare agli inquirenti il ruolo della donna, per cui c’è l’aggravante della calunnia: nei numerosi interrogatori che ci sono stati in questi mesi, agli inquirenti avrebbe sempre mentito.