Ritrovato il corpo di Yara. Tagli sul corpo e in tasca una sim senza cellulare


Lungo la strada asfaltata, via Bedeschi a Chignolo d’Isola, che porta all’area sterrata dove un passante ha compiuto ieri il ritrovamento, ci sono numerose pattuglie delle forze dell’ordine che non lasciano avvicinare i cuoriosi, pochi, e i giornalisti. Il via vai di gente comune della zona di Chignolo d’Isola (Bergamo) dove ieri pomeriggio e’ stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio non e’ mai terminato sino a tarda notte, e stamani e’ ricominciato sin dalle prime ore del mattino. Le persone vengono anche dai comuni limitrofi, Madone, Brembate Sopra (il paese dove abitava Yara ), Ponte San Pietro: ieri sera, al passaggio della salma a bordo di un carro funebre avevano applaudito per testimoniare il dolore e la vicinanza della comunita’. Stamani, poco dopo le nove, e’ arrivato sul posto anche il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, che ha gia’ lasciato l’area di via Bedeschi, la strada asfaltata antistante il campo sterrato dove e’ avvenuto il ritrovamento.
CADAVERE AVEVA BRACCIA ALL’INDIETRO. IN TASCA CHIAVI E SIM DI UN CELLULARE, MA MANCA TELEFONINO – Il corpo di Yara era disteso sulla schiena con le braccia all’indietro. A riferirlo è un testimone oculare, uno dei primi arrivati sul posto, che ha potuto osservare la scena del crimine prima che tutti venissero allontanati per fare spazio agli uomini della Scientifica. Secondo quanto si è appreso, i resti non erano individuabili da lontano, e nonostante si trovassero senza alcuna copertura nemmeno parziale sopra le sterpaglie, già da pochi passi risultavano praticamente invisibili. La scena apparsa davanti agli occhi delle prime persone accorse sul posto è stata quella di un cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione: disteso sulla schiena, con le braccia all’indietro oltre il capo come nel tentativo di liberarsi da qualcuno di dosso, o forse per via di un breve trascinamento. Le mani parzialmente coperte dalle maniche del giubbotto, lo stesso che indossava il giorno che è scomparsa, come peraltro gli altri abiti che indossava, la felpa, i pantaloni elasticizzati e i guanti. In tasca sono stati trovati alcuni oggetti come una sim card di un telefonino, presumibilmente il suo, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino, che invece manca all’appello. Il corpo in alcuni tratti era quasi mummificato e in alcuni punti scarnificato forse per l’intervento di alcuni animali, e presentava dei taglietti, uno più esteso alla schiena all’altezza dei reni, altri più piccoli all’altezza del collo e del petto. Segni che però ancora non è chiaro se siano stati provocati da chi l’ha aggredita o se siano stati inflitti post mortem. Una parola certa su tutto ciò non si potrà avere, a livello investigativo, fino a quando gli accertamenti più approfonditi sugli oggetti trovati e le risultanze autoptiche non daranno il giusto valore a ciascuno di questi elementi.
QUESTORE BERGAMO, TROVATE COSE IMPORTANTISSIME – ”Abbiamo trovato cose importantissime…”. Lo ha detto il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, stamani in uno dei diversi sopralluoghi che ha effettuato sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso, i cui resti sono stati trovati ieri pomeriggio a Chignolo d’Isola.
GENITORI ARRIVATI A ISTITUTO MEDICINA LEGALE MILANO – I genitori di Yara Gambirasio sono appena arrivati all’istituto di medicina legale di Milano dove e’ stato portato il cadavere della ragazzina trovato ieri. I due erano a bordo di una macchina delle forze dell’ordine scortata da altre due autovetture e sono entrati direttamente in auto nel cancello dell’istituto.
OPERAIO AZIENDA, SONO STATO IN CAMPO NON C’ERA NIENTE – ”Io ci sono stato a cercare la’, non c’era assolutamente niente”. Lo ha detto, questa mattina, con parole smozzicate, un operaio che lavora nella ditta Rosa & C., una Spa che produce laminati industriali, proprietaria del terreno sterrato e al momento incolto, dove ieri pomeriggio e’ stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio. Gia’ ieri si era accennato al fatto che oltre alle ricerche effettuate dai volontari della Protezione Civile proprio in quel posto, anche i dipendenti della ditta avevano deciso, in una occasione, di effettuare una ricerca tutti insieme. ”Si’, si’ – conferma l’operaio – ci siamo stati a vedere in quel posto. E c’ero anch’io, ma la’ non c’era assolutamente niente”. La Rosa & C. Spa e’ un’azienda molto grande con diversi capannoni, sia industriali che ad uso ufficio, che si estende per un fronte di oltre 100 metri e termina proprio alla fine della strada asfaltata oltre la quale comincia il campo incolto dove sono stati trovati i resti.
DON CORINNO, ADESSO SAPPIAMO COSA E’ UN ORCO – ”Nelle favole tutto finisce bene ma adesso sappiamo cosa e’ un orco e siamo preoccupati perche’ l’orco e’ tra noi”: lo ha detto don Corinno, parrocco di Brembate, nella messa delle ore 10. La chiesa era strapiena e in molti non hanno nascosto la loro commozione. Il parroco ha annunciato che fino a sera le campane del paese suoneranno a festa ogni ora ”perche’ – ha spiegato – ora Yara e’ un angelo”.
LA STORIA – Yara Gambirasio era scomparsa il 26 novembre, a Brembate Sopra (Bergamo). Erano più o meno le 18.40 quando la tredicenne, giovane promessa della ginnastica ritmica, è uscita dal palazzetto dello sport per tornare a casa. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Yara è scomparsa tra via Morlotti e via Rampinelli, lungo i 700 metri che portano dal centro sportivo alla sua abitazione.
Tre mesi dopo quella fredda sera d’autunno, gli interrogativi del primo giorno restano ancora senza risposta. Polizia e carabinieri hanno ascoltato centinaia di persone, scandagliato la vita di amici e familiari, perlustrato palmo a palmo decine di chilometri quadrati di terreni, dalla Val Brembana, alla zona dell’Isola, fino alla Bassa Bergamasca. Il fiuto dei cani ha portato al gigantesco cantiere di Mapello (Bergamo), ispezionato a fondo per circa due settimane, attorno al quale sono state fatte mille ipotesi.
Il caso sembrava chiuso già dopo una settimana, con l’arresto di un muratore marocchino, che poi si è rivelato estraneo alla vicenda. (ANSA)