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Rimini

Nove Bar. Organizzatori stupiti per critiche: non spetta a noi inviare messaggi

In foto: Non vogliamo inviare alcun messaggio, non spetta certo ad un gruppo di amici questo ruolo educativo. Questa la risposta alle polemiche di questi giorni degli organizzatori de La 9 Bar che si dicono stupiti dalle lamentele e dalle accuse di essere un'iniziativa diseducativa.
Non vogliamo inviare alcun messaggio, non spetta certo ad un gruppo di amici questo ruolo educativo. Questa la risposta alle polemiche di questi giorni degli organizzatori de La 9 Bar che si dicono stupiti dalle lamentele e dalle accuse di essere un'iniziativa diseducativa.
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mar 3 ago 2010 16:18 ~ ultimo agg. 00:00
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“Forse – si legge in una nota – molti dei partecipanti alla 9 Bar, in età adolescenziale, hanno ragionato con l’ausilio degli educatori sull’uso dell’alcol non responsabile ed hanno compreso come quest’ultimo può comportare rischi anche gravi per la salute e la sicurezza. Ecco perché sono stati in grado di partecipare ad una manifestazione così numerosa senza cadere in eccessi.” Gli organizzatori ricordano anche che tutti i partecipanti erano maggiorenni e che la stessa Polizia lungo il percorso ha constatato la non pericolosità della manifestazione consentendone la prosecuzione. Sui problemi legati ai rumori e al rallentamento del traffico ricordano invece che situazioni analoghe accadono anche con la notte rosa.

La nota di una degli organizzatori de La 9 Bar

In questi giorni sto leggendo con estrema attenzione e con non poco stupore gli articoli di lamentele e di denuncia sulla 9 Bar, nei quali viene attribuito all’evento la qualifica di iniziativa diseducativa. La 9 Bar non ha la presunzione di essere una manifestazione che invia messaggi educativi né ha mai avuto come scopo quello di imporre ai partecipanti il consumo sconsiderato e incontrollato di alcool. Non spetta di certo ad un gruppo di “amici” che vogliono semplicemente divertirsi questo ruolo educativo!
La 9 Bar riunisce maggiorenni che hanno come unico fine quello di divertirsi insieme. La componente alcoolica rappresenta un fattore secondario alla voglia di divertirsi e di stare insieme. I partecipanti hanno ballato e cantato per le strade di Rimini anche al ritmo di “Romagna mia”!
Il consumo di alcool è stato moderato e legato all’aspetto di socialità conviviale dell’occasione.
La biciclettata si è svolta con un discreto ordine e con responsabile collaborazione di tutti i partecipanti, tant’è che non si sono registrati esiti negativi ad eccezione di un po’ di subbuglio per la città, che come si sa caratterizza abitualmente le notti estive riminesi.
Nessun cattivo esempio quindi; i circa 700 ciclisti, invece, hanno dimostrato come con intelligenza, rispetto e spirito di collaborazione si possa cantare, ballare e brindare in compagnia senza creare eccessivi disagi e danni. Forse molti dei partecipanti alla 9 Bar, in età adolescenziale, hanno ragionato con l’ausilio degli educatori, anche delle stesse parrocchie di appartenenza, sull’uso dell’alcol non responsabile e hanno compreso a tempo debito come quest’ultimo può comportare rischi anche gravi per la salute e la sicurezza degli individui e per la convivenza civile. Ecco perché sono stati in grado di partecipare e gestire con successo una manifestazione così numerosa.
La stessa Polizia, intervenuta ad una tappa del percorso, ha constatato e valutato la non pericolosità della manifestazione per i partecipanti stessi e per i terzi, consentendone la prosecuzione.
Se di ipocrisia si vuole parlare diviene necessario evidenziare che ogni amministrazione comunale, in un serio progetto educativo contro l’abuso di alcool, dovrebbe proibire la vendita di bevande alcooliche con misure restrittive più decise ed intransigenti (ma questo implicherebbe perdite economiche inestimabili soprattutto per una città che vive di turismo!) anziché limitarsi a infruttiferi sproloqui moralistici su manifestazioni goliardiche che si svolgono senza bilanci negativi o disastrosi, senza feriti e senza danni rilevanti.
Credo che in questa circostanza si sia fatta un po’ di confusione spinti forse dal comprensibile rammarico e dalla rabbia per i recenti drammatici episodi che imperversano la cronaca nera; penso che con un pizzico di buon senso si possa comprendere come la 9 Bar si differenzi notevolmente dai festival tedeschi o dai massacri sulle strade italiane!
Vero è che i ciclisti arancioni (tra i quali è doveroso precisare che non vi erano minorenni) hanno creato qualche disagio alla viabilità rallentando la corsa di qualche automobilista ed infastidito qualche riminese con rumori creati da fischietti, trombe e musica a massimo volume; ma questo avviene anche durante altri eventi riminesi, uno fra tutti la Notte Rosa!
Ritengo personalmente che i divieti e le proibizioni non abbiano mai dato risultati positivi e duraturi; pertanto, ammiro e sostengo il lavoro di quegli educatori preparati e con idonei titoli di studio che, senza improvvisare, non impongono il divieto dell’assunzione di sostanze alcooliche ma insegnano e trasmettono agli adolescenti le regole dell’uso corretto di alcool, spiegando come è possibile bere senza rischi per sé e per gli altri.
Credo che questi stessi educatori non potrebbero che riconoscere il positivo bilancio della 9 Bar.
Cordiali saluti.
Una partecipante trentasettenne bresciana

(foto tratta da Facebook)