Pericolo sette: parlano i genitori di Chiara, vittima delle bestie di satana


Tra gli episodi più efferati, l’uccisione nel ’98 di Fabio Tollis e Chiara Marino, sepolti vivi, i cui corpi sono tornati alla luce solo l’anno scorso nel corso delle indagini sulla morte di un’altra ragazza, Mariangela Pezzotta, anch’essa uccisa da alcuni membri della setta.
Dopo la condanna nei mesi scorsi a 30 anni per Andrea Volpe, questa settimana hanno fatto discutere la condanna a 19 anni per un altro degli esecutori materiali dell’omicidio, Mario Maccione, e l’assoluzione di Massimiliano Magni.
Un fenomeno, quello delle sette, da cui Rimini non è immune. L’occasione per parlarne è stata la presenza a Rimini dei genitori di Chiara, ospiti del FAVIS.
Oltre al dolore, anche la rabbia per una sentenza ritenuta del tutto inadeguata. Un’amarezza vissuta in modo profondo dai genitori di Chiara Marino, ma anche da Maurizio Alessandrini, fondatore del FAVIS, l’associazione nazionale di familiari delle vittime delle sette nata a Rimini.
Sentiamo Lina e Savino, genitori di Chiara, e Maurizio Alessandrini.
Da anni il FAVIS chiede al Governo una legge efficace contro il plagio e la manipolazione.
Servono infatti misure radicali: la piaga delle sette é un fenomeno pericoloso perché i suoi protagonisti non solo conoscono alla perfezione i tempi, i modi e le tecniche di alienazione e annullamento della personalità, ma sanno anche come mascherarsi e agire nell’ombra.
E se è la conoscenza è la prima arma di difesa contro le sette, sono gli amministratori pubblici i primi ad essere chiamati a fare attenzione: un richiamo quanto mai valido anche per la nostra realtà, vulnerabile al rischio sette. Ascoltiamo ancora Alessandrini.