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lunedì 23 giugno

Mediterraneo: laboratorio di Pace. All'ISSR Marvelli un confronto a più voci

In foto: la locandina
la locandina
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 22 Giu 2025 18:30 ~ ultimo agg. 16:35
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Lunedì 23 giugno 2025, dalle 17,45, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” si terrà il convegno “Mediterraneo. Laboratorio di pace”, promosso nell’ambito del Corso di Alta Formazione in Dialogo interreligioso e Relazioni internazionali (CAF), realizzato dall’Issr in collaborazione con l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino – Centro di Ricerca sull’Emigrazione. Un’occasione preziosa di confronto tra studiosi, operatori e testimoni, per riflettere insieme sulle sfide e le potenzialità del Mediterraneo come spazio di dialogo, incontro e convivenza tra i popoli in un momento in cui l’acuirsi dei conflitti mondiali è sempre più drammatico.

L’incontro sarà aperto dal saluto istituzionale di Marco Casadei, direttore dell’Issr “A. Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro, e sarà moderato da Abir Hanna, coordinatrice del CAF e docente dell’Issr. Tre le sessioni tematiche in programma; l’apertura della prima sessione intitolata “Spazio mediterraneo, crocevia ambivalente fra movimenti di popoli, religioni e culture” è stata affidata a Marco Giovannoni, Direttore Issr della Toscana “Santa Caterina da Siena” (Firenze). La seconda sessione – “Migrazioni, opportunità di incontro. Esperienze” – vedrà come protagonisti Patrizia Di Luca (Università di San Marino), Ibrahim Jalloh (Diari Multimediali Migranti, Rimini), Elisa Lunardelli (Raoul Wallenberg Institute, Svezia). Infine, nel corso della terza sessione – “Mai senza l’altro” – interloquiranno Miriam Camerini (regista teatrale e studiosa di ebraismo), Shahrzad Houshmand (La Sapienza – docente di Studi Islamici) e Fabrizio Mandreoli (Università di Bologna – ISSRT), al quale è stato affidato anche il compito di porgere una parola di rilancio a conclusione dei lavori.

Il direttore dell’Istituto, prof. Marco Casadei, sottolinea il senso profondo dell’appuntamento imminente con una frase-immagine: “Ho sete di pace…dammi da bere e dimmi di te!”. Ad ispirarne il senso vi è, da una parte, l’urgenza di una parola-segno che, dal di dentro più genuino delle differenti tradizioni religiose, possa essere espressa congiuntamente e raggiungere così in modo autentico ed efficace la tragedia delle guerre in corso, sempre più cruente e devastanti. Dall’altra, rimane paradigmatico quel dialogo straordinario tra Gesù e la Samaritana. Aggiunge Casadei: “Le tradizioni religiose, a cui si può o meno appartenere, possiedono propri riti, teologie e visioni del mondo, idee su Dio e la trascendenza. Ma è importante educarci ad accogliere anche ciò che in ciascuna di esse, paradossalmente, può risultare mancante, o ancora nascosto (cfr. Gv 16,12s), lasciandosi raggiungere dalla parola di verità disseminata nelle tradizioni dei fratelli e delle sorelle di altre fedi. Servono capacità di ascolto e accoglienza perché la salvezza non è mai possibile senza l’altro/a, senza la tradizione dell’altro/a. Chiedere da bere è chiedere alle altre prospettive religiose di offrirci il loro sguardo, raccontarci di loro… proprio come Gesù fa con la Samaritana. È questo il Mediterraneo che immaginiamo: un vero e proprio laboratorio di pace”.

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