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Economia San Marino

FMI:'Lo scudo e la lotta ai paradisi fiscali possono mettere in crisi il Titano'

In foto: Scudo fiscale e nuova tassazione dei redditi prodotti da attività transfrontaliere con l'Italia possono mettere a dura prova l'economia di San Marino. Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale:
Scudo fiscale e nuova tassazione dei redditi prodotti da attività transfrontaliere con l'Italia 
possono mettere a dura prova l'economia di San Marino. Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale:
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mer 18 ago 2004 19:30 ~ ultimo agg. 00:00
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secondo il FMI il rientro dei capitali in Italia ha già rallentato la redditività delle banche della piccola repubblica romagnola, mentre possibili ripercussioni negative sull’economia del Paese
sarebbero legate al nuovo meccanismo fiscale introdotto in Italia secondo cui il reddito percepito da una società controllata ubicata in un paradiso fiscale sarà attribuito, in proporzione alla quota di partecipazione, alla società italiana che la controlla.
Si tratta della norma prevista per la
tassazione delle cosiddette Cfc (Controlled Foreign Companies). L’analisi del Fmi è contenuta nel rapporto sulla stabilità del Paese, il cosiddetto “Chapter 4”, con il quale l’istituto
di Washington fa il check up ai conti della piccola repubblica.
I profitti delle banche e delle istituzioni sammarinesi negli ultimi anni sono scesi a causa dello scudo fiscale applicato dalle autorità italiane per favorire il rientro di capitali. Se a questo si unisce poi l’aumentata concorrenza interna e l’impossibilità di aprire sportelli all’estero, e in particolare in Italia, il quadro finanziario per la piccola Repubblica si tinge di grigio, anche se istituti di credito e intermediari sul monte Titano continuano a macinare più profitti e a dichiarare meno sofferenze rispetto ai competitor tricolori ed europei.
In controtendenza rispetto all’Eurozona, gli istituti di credito sammarinesi sono aumentati da quattro a dieci tra il 2000 e il 2003 con almeno altri due in fase di ingresso. La
proprietà di queste banche (eccezion fatta per due delle quattro originarie a capitale italiano) sono locali.
Nel suo rapporto sulla Repubblica sammarinese il Fmi stima una crescita del Pil del 2% nel 2004 dopo una fase di stagnazione nel 2003. Anche se con tassi superiori al resto dei
Paesi europei, osserva il Fondo, la crescita di San Marino arranca rispetto ai progressi registrati dagli altri micro-stati.
I rischi di una minore crescita, avverte il Fondo sono legati alla nuova tassazione dei redditi dei “commuters”, pendolari, società con attività nei paradisi fiscali.
Possibili cambiamenti sulla tassazione del risparmio in sede Ue, avverte inoltre in Fmi, può avere ripercussioni sul lavoro e la crescita dei depositi bancari.
Per il resto piccolo o grande non fa differenza per gli esperti del Fondo che raccomandano a San Marino di operare le
consuete riforme strutturali a iniziare da quella nel mercato del lavoro.
In aggiunta però osservano la necessità di migliorare la legislazione finanziaria e migliorare la vigilanza sui mercati finanziari.