Paolo Villaggio arriva al Teatro degli Atti con ‘Vita, morte e miracoli’


“Sono le tre del mattino -racconta Paolo Villaggio nella presentazione dello
spettacolo- nella mia casa bianca sul mare alle Bocche di Bonifacio, in
Corsica. É una magnifica notte senza luna. Il faro di Capo Pertusato
illumina, a intervalli regolari, il soffitto della mia stanza.
L’acqua è
immobile, non una bava di vento, solo l’odore del mare. Non è una notte
normale, questa è la mia grande notte, perché è l’ultima della mia vita.
Maura è addormentata vicino a me: la guardo e provo uno slancio di grande
affetto. Sorrido, perché nel suo volto c’é sempre l’espressione di bambina
che ho tanto amato.
É il momento del distacco.
Le bacio la fronte e il suo odore mi fa tornare a una notte lontana, quando
le ho illuminato il viso con un bicchiere pieno di lucciole.
É il 10 agosto di tantissimi anni fa. Ora sono a Genova, in un boschetto di
pitosfori sulla spiaggia di San Giuliano, in Corso Italia. Anche questa
notte il mare è piatto, non c’é la luna, ma centinaia di lucciole. E i
pitosfori sembrano alberi di Natale.
Lì vicino c’é una baracchetta di legno dove vendono pezzi di cocco e si può
bere della gazzosa squisita. Prendo un bicchiere di vetro, lo riempio di
lucciole, lo capovolgo sul palmo della mano sinistra e, con quella lanterna
magica, illumino il viso di mia moglie, che ha quindici anni. E solo in quel
momento, per la prima volta e a quella luce speciale, noto una cosa che di
giorno non ero mai riuscito a vedere: tante, tantissime piccole efelidi sul
suo naso.
Sono sempre stato ossessionato dall’idea di capire se un momento che sto
vivendo è un momento felice. Vi confesso, a distanza di molti anni, che
quello è stato il momento più felice della mia vita”.
Paolo Villaggio è nato a Genova il 30 dicembre 1932. Suo fratello gemello
Piero, che è professore di matematica alla Scuola Normale (si fa per dire)
di Pisa, ha ormai già tre anni meno di lui, dato che per vanità si abbassa
l’età come una zitella irlandese. Paolo e Piero hanno frequentato tutte le
scuole assieme. Il compagno di banco di Piero si chiamava Paolo Fresco e ha
fatto una gran carriera alla Fiat.
Paolo Villaggio, dal 1960 al 1962, ha fatto l’animatore a bordo delle navi
della Costa Crociere. Suoi compagni di viaggio: Fabrizio De André, un poeta
genovese che suonava la chitarre in prima classe ed è diventato un famoso
chansonnier italiano; e un pianista milanese molto bravo, Silvio Berlusconi,
che ha fatto anche lui una gran carriera. In quegli anni ha scritto le
parole di qualche canzone con Fabrizio: la più nota è “Carlo Martello”.
Nel 1968 finalmente ha sfondato in televisione. Poi ha fatto settantaquattro
film, ha scritto sei libri, tradotti in Francia, in Sudamerica, in Russia.
Il suo grande successo sono stati i libri, ma anche i film della serie
“Fantozzi”. Però, per essere considerato un “grande” ha dovuto fare anche
dei film con Fellini, Monicelli, Olmi e Lina Wertmuller.
Ha vinto: due Grolle d’Oro a Saint Vincent, un David di Donatello, un Nastro
d’Argento, il Pardo d’oro a Locarno, un Orso d’Argento a Berlino, un’Aquila
d’oro a Montreal, il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, il
premio della Regia Televisiva, il premio Mario Riva della TV, la Palma d’Oro
dell’umorismo a Bordighera per due anni consecutivi, il Forte dei marmi per
la satira politica e quattro Telegatti.
Parla discretamente l’italiano, bene il francese, male l’inglese e una sola
parola di turco. Ha una casa “unica” sulla scogliera di Bonifacio nel sud
della Corsica, una casa a Cortina e una a Roma dove vive abitualmente con
tre cani Labrador.