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Cronaca Rimini

Stupri, emessa la sentenza: nove anni e otto mesi per i tre minori

In foto: il tribunale dei minorenni
il tribunale dei minorenni
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 8 feb 2018 14:05 ~ ultimo agg. 9 feb 13:42
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E’ di nove anni e otto mesi, in rito abbreviato, la sentenza di condanna del gup Luigi Martello del Tribunale per i minorenni di Bologna per i tre giovani stranieri accusati delle violenze sessuali avvenute nell’agosto scorso a Rimini. Guerlin Butungu, congolese 20enne considerato il capo del gruppo, era già stato condannato dal tribunale di Rimini a 16 anni.
Il PM per i tre minori, due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e un nigeriano di 16, aveva chiesto 12 anni. La decisione è arrivata dopo meno di un’ora di camera di consiglio. I tre, riporta l’Ansa, sono stati ritenuti responsabili di tutti gli otto capi di imputazione che gli venivano contestati: tra questi, lo stupro a una turista polacca, le botte ad un connazionale, la seconda violenza sessuale ai danni di una prostituta trans peruviana e anche un’aggressione a un’altra coppia, nei giorni precedenti. I giovani imputati non avrebbero avuto reazioni particolari alla lettura della sentenza, preparati dai difensori all’entità della pena e alla prospettiva di restare in carcere.

L’avvocato Marco Defendini, difensore dei due fratelli, prima di entrare in aula aveva detto “è un processo sulla pena, sulla responsabilità c’è poco da dire“. Secondo i legali, i tre minori avrebbero compreso la gravità dei fatti e le loro colpe.

Il commento dell’amministrazione comunale di Rimini per voce del vice sindaco Gloria Lisi: “Con la sentenza di condanna a 9 anni e 8 mesi da parte del Tribunale dei minori di Bologna la Giustizia mette la parola fine, mi auguro definitiva, su una delle pagine più dolorose della storia recente di Rimini. Si mette un punto comunque non aggirabile, dopo nemmeno sei mesi, da quella terribile notte di violenza di fine agosto che vide carnefici protagonisti un gruppo di giovanissimi e un maggiorenne, sconvolgendo brutalmente la vita dei ragazzi polacchi e della peruviana aggrediti. Un fatto drammatico che turbò profondamente anche la comunità riminese. Dopo la condanna a sedici anni dell’unico maggiorenne del ‘branco’, emessa già a novembre, oggi è arrivata la pronuncia nei confronti dei tre minorenni, sulla quale non è mio compito né è mia intenzione entrare nel merito. A nome dell’Amministrazione però voglio ancora una  volta ribadire la soddisfazione nel sapere che la giustizia ha fatto il suo corso in tempi rapidi, chiudendo così una vicenda che ha visto tutte le componenti della comunità e delle istituzioni stringersi, collaborare, consentendo di rispondere efficacemente alla richiesta di giustizia delle vittime prima e della città poi. E non mi stancherò mai di ringraziare chi, a vario titolo e con il proprio impegno e lavoro, ha consentito di arrivare a chiudere questo capitolo. Scelgo oggi, come immagine simbolica di questi mesi, la determinazione delle due agenti della Polizia di Stato in servizio durante l’arresto dei colpevoli. Vedere sul banco degli imputati tre ragazzi di 15, 16 e 17 anni, per episodi così violenti e per reati così gravi come lesioni, rapina e violenza sessuale, è motivo di grande turbamento e occasione di riflessione. Voglio aggrapparmi con forza ad alcune parole rilasciate da uno dei legali dei giovanissimi imputati e riportate in mattinata dalle agenzie di stampa e dai siti internet, secondo cui i ragazzi sarebbero ben consapevoli dei crimini di cui si sono macchiati, del dolore che hanno provocato, delle conseguenze delle loro azioni. Mi aggrappo a quelle parole perché voglio sperare che non passi giorno, d’ora in avanti, in cui quei tre ragazzi non pensino alle azioni di cui si sono macchiati, alle ferite profonde inferte alle tre persone che quella sera hanno avuto l’unica ‘colpa’ di incrociarli sul loro cammino. Più che chiedere clemenza o sperare in sconti di pena in altri gradi di giudizio, i responsabili farebbero bene a costruirsi da adesso in poi vite ed esistenze a totale servizio degli altri”.

L’assessore regionale Emma Petitti: “Sono passati quasi sei mesi da quell’orrore che ha sconvolto Rimini.  Trovo positivo il fatto che la giustizia abbia risposto così prontamente. Il mio pensiero va sempre alle vittime di quella violenza inaudita“.

Una sentenza che lascia l’amaro in bocca” secondo il segretario della Lega Nord Romagna Jacopo Morroneperché troppo indulgente rispetto alla gravità dei reati commessi”. Secondo Morrone lo sconto di pena dettato dal rito abbreviato è “una possibilità che per determinati reati, come lo stupro e l’omicidio, dovrebbe essere abolita”.