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Attualità Rimini

Rischi da vaccino pubblicizzati su bus. Cartello rimosso, Start Romagna: un errore

In foto: il cartello apparso sul bus
il cartello apparso sul bus
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 5 feb 2018 13:28 ~ ultimo agg. 6 feb 12:15
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Un messaggio pubblicitario sulle reazioni avverse da vaccino esposto sul retro di un mezzo del servizio pubblico fa scoppiare un incidente diplomatico tra l’Amministrazione Comunale di Rimini, da tempo impegnata invece nella promozione delle vaccinazioni, e Start Romagna. Incidente dovuto, pare, a un corto circuito con la concessionaria della pubblicità sui mezzi pubblici.

Dall’Amministrazione arriva subito l’invito a togliere il cartello, inaccettabile su un mezzo pubblico in quanto contrario ai fondamenti della sanità pubblica anche alla luce del fatto che “sia la Regione che lo Stato italiano hanno emanato leggi che rendono obbligatorie le vaccinazioni in ambito scolastico”.

“L’Amministrazione – si legge in una nota – non può far passare nel silenzio l’incredibile ‘pubblicità’ comparsa stamattina sul retro di un mezzo di Start Romagna, un bus in servizio su una linea molto utilizzata dagli studenti, nella quale si evidenziava il potenziale rischio legato alle ‘reazioni avverse’ ai vaccini, con tanto di simbolo del pericolo a rafforzare il messaggio. Oltre all’ovvia contrarietà di questa Amministrazione nei confronti di una tale presa di posizione, ciò che non può essere accettato e che sia stato utilizzato un mezzo del servizio pubblico per lanciare un tale messaggio, contrario nei contenuti e nella forma al processo di informazione e promozione culturale che la comunità sta portando avanti. Ci si chiede come sia possibile che nessuno abbia impedito o mosso un’obiezione, un dubbio, perlomeno sull’opportunità di consentire ad un’associazione di pubblicizzare un messaggio così pericoloso per la salute pubblica. Sia che si tratti di una scelta consapevole sia che sia stata una (grave) svista, ci si augura che venga posto immediatamente rimedio, togliendo il prima possibile, se già non è stato fatto, quel diseducativo e fuorviante messaggio pubblicitario. Si chiede poi che vengano messe in fila le responsabilità per capire com’è stato possibile arrivare a tanto, consentendo di dare visibilità ad un messaggio palesemente inadeguato e che istiga ad un comportamento contrario ai fondamentali della sanità pubblica. Questo sgradevole episodio dà l’opportunità per ribadire un principio imprescindibile: la salute è un tema sociale, va oltre alla responsabilità individuale e non può essere affrontata con superficialità e approssimazione”.

Biasimo arriva anche da Giulio Mignani, presidente dell’ordine dei Farmacisti di Rimini:Quello che rende gravissimo l’accaduto è che si utilizzi un mezzo pubblico per spargere paure infondate. Chi ha scritto questo messaggio dovrebbe capire che la Scienza e il marketing pubblicitario non sono la stessa cosa e che lo ha pubblicato sui suoi mezzi dovrebbe assumersi la responsabilità di avere contribuito al diffondersi di pericolose falsità.
Il pensiero antiscientifico è una piaga dei nostri tempi e non può essere un servizio pubblico a dare spazio ai professionisti della disinformazione”.

Il 2017 si è chiuso con 4885 casi di morbillo (veri, non segnalati) di cui il 44% è stato ricoverato e il 22% è finito in pronto soccorso.
Troviamo un autobus su cui scriverlo?”

A stretto giro la risposta di Start Romagna che fa sapere di avere subito rimosso il cartello: “La campagna è uscita per un errore del fornitore (la concessionaria pubblicitaria IGP Decaux) al quale Start Romagna aveva negato nei giorni scorsi l’esposizione del messaggio in questione. Il contratto in essere tra Start Romagna e IGP Decaux per l’utilizzo degli spazi pubblicitari sui bus prevede infatti che i messaggi in esposizione debbano essere preventivamente autorizzati dall’azienda. La società fornitrice, riconoscendo il proprio errore, ha provveduto questa mattina a rimuovere immediatamente la campagna dai bus. Start Romagna, a tutela della propria immagine, interverrà nei confronti del fornitore sulla base delle clausole di tutela contrattuali”.