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Il Rosatellum bis

In foto: un fac simile della scheda elettorale
un fac simile della scheda elettorale
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 8 gen 2018 18:20 ~ ultimo agg. 30 gen 14:05
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Nelle politiche del 4 marzo farà il suo esordio il “Rosatellum bis”, la legge elettorale approvata nell’ottobre scorso in Parlamento con l’appoggio di Pd, Forza Italia, Lega e Alternativa Popolare e le feroci critiche del Movimento 5 Stelle e delle sinistre. Il suo nome deriva dalla latinizzazione (ormai consueta per le leggi elettorali) di quello del suo ideatore, l’onorevole del Pd Ettore Rosato. Il “bis” è invece dovuto all’esistenza di una precedente proposta di legge dello stesso Rosato pressoché identica, tranne per la diversa proporzione tra quota maggioritaria e proporzionale e per le soglie di sbarramento.

. Sistema misto: collegi uninominali e plurinominali. Col “Rosatellum bis” il 36% dei seggi viene distribuito col sistema maggioritario e il restante 64% col proporzionale. Il voto è unico, senza possibilità di voto disgiunto. La scheda sarà unica.
Previsti collegi uninominali e plurinominali (con listini bloccati ma corti, da 2 a 4 candidati per essere più riconoscibili dall’elettore). Nei primi il seggio è attribuito al candidato che ottiene il maggior numero di voti; nei secondi invece il riparto avviene a livello nazionale col sistema proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che superano la soglia di sbarramento. Si suddividono i seggi in base alle percentuali ottenute per determinare quanti spettano a ciascun soggetto. Poi si ripete l’operazione a livello di circoscrizioni e di collegi per determinare gli eletti. Al Senato si procede in modo analogo, ma a livello regionale. I seggi a questo punto vengono assegnati ai candidati in base alla posizione nelle liste plurinominali. Il deputato eletto in più collegi plurinominali (è previsto un massimo di 5 pluricandidature) è proclamato in quello dove la sua lista ha ottenuto il minor numero di voti rispetto al totale del collegio. Chi viene eletto in un collegio uninominale e in uno o più plurinominali si considera eletto in quello uninominale. Non sono previsti voti di preferenza.

. Soglie di sbarramento. I partiti che si presentano da soli hanno una soglia di sbarramento del 3%. Le coalizioni, che devono essere uniche a livello nazionale, hanno uno sbarramento al 10% (ma non vengono contati i voti delle liste sotto l’1% e almeno un partito deve aver superato il 3%). I partiti in coalizione devono presentare candidati unitari nei collegi uninominali.

Le liste che non hanno rappresentanza in Parlamento devono raccogliere 750 firme.

Nei collegi plurinominali l’elenco dei candidati di ciascuna lista deve seguire l’alternanza di genere e nel complesso dei collegi uninominali e nelle posizioni di capolista nei collegi plurinominali i candidati di ciascun genere devono essere compresi tra il 40% e il 60% del totale.

. Il voto. Il nome del candidato sulla scheda sarà affiancato dal simbolo dei partiti che lo sostengono. Barrando il simbolo, il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale. Chi barrerà solo il nome candidato del collegio uninominale vedrà il suo voto distribuito proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del collegio.

. I collegi riminesi. Il collegio uninominale della provincia di Rimini alla Camera è “Emilia – Romagna – 15” ma non comprende i comuni di Bellaria Igea Marina e Santarcangelo che sono finiti nel collegio 2 con i comuni del cesenate. L’uninominale al Senato mette insieme Rimini e Cesena. Il collegio plurinominale alla Camera invece vede insieme tutte le province romagnole mentre quello al Senato riunisce, oltre alla Romagna, Bologna e Ferrara. In totale in Regione ci sono 4 collegi plurinominali alla Camera e 2 al Senato.

Ripartizione seggi. All’Emilia Romagna spettano 17 seggi uninominali e 28 proporzionali alla Camera, 8 uninominali e 14 proporzionali al Senato.

. Voto solo alla domenica. Le prossime, saranno le prime elezioni politiche nelle quali si voterà in un solo giorno: dalle 7 alle 23 di domenica 4 marzo. La legge di stabilità del 2013 ha infatti introdotto alcune modifiche al procedimento elettorale con il comma 399 che stabilisce che «a decorrere dal 2014 le operazioni di votazione in occasione delle consultazioni elettorali o referendarie si svolgono nella sola giornata della domenica, dalle 7 alle 23».

. Capo Politico. Al momento di presentare le liste, i singoli partiti (ma non le coalizioni) devono indicare il proprio programma e il proprio “capo”. Questo è indipendente dai poteri del Presidente della Repubblica di nominare il Presidente del Consiglio.

. Ripartizione dei seggi. Il Rosatellum assegna 593 collegi nella quota proporzionale (386 Camera e 207 Senato) mentre i collegi uninominali sono in tutto 341. Tutto questo al netto – per arrivare ai 630 seggi totali da assegnare alla Camera e dei 315 da assegnare al Senato – dei 12 collegi della circoscrizione Estero Camera e dei 6 del Senato.