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Attualità Rimini

Maurizio Stecca testimone dell'attentato a Londra

In foto: Maurizio Stecca
Maurizio Stecca
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 22 mar 2017 21:45 ~ ultimo agg. 23 mar 19:15
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Stavamo uscendo dal Parlamento quando abbiamo sentito delle urla: non erano di gioia ma di paura. D’istinto abbiamo guardato verso il cancello e allora abbiamo visto tutto”. Maurizio Stecca racconta al telefono alla DIRE la scena dell’attentato di oggi pomeriggio nella capitale inglese.

Alla guida della squadra di pugilato italiana, il due volte campione del mondo, medaglia d’oro  alle olimpiadi di Los Angeles del 1984 Maurizio Stecca era con il suo team assieme alla delegazione britannica in visita al Parlamento, un appuntamento che avrebbe dovuto anticipare l’incontro di domani sera nell’ambito del Worl Series of Boxing (Wsb) 2017. Al momento si trova ancora all’interno dell’edificio insieme ad altre 300 persone circa.

Stiamo tutti bene– assicura alla DIRE- ogni tanto vengono a darci qualche informazione, oppure ci spostano in sale più grandi, ma ancora non ci lasciano uscire. Hanno portato fuori solo i bambini”. Stecca e compagni hanno assistito a tutta la scena: “Mentre uscivamo abbiamo sentito le grida della gente, di chi aveva visto l’automobile lanciarsi sui passanti che si trovavano sul ponte di Westminster,– ci hanno obbligato a guardare verso il cancello di ingresso. E’ stato allora che ho visto un uomo armato con due grandi coltelli aggredire la guardia all’ingresso e colpirla ripetutamente, finché il poliziotto non è caduto a terra”. L’uomo non ha reagito? “No- risponde- non era armato. Ma qui è una prassi: i poliziotti all’esterno sono disarmati, infatti si è difeso solo con le braccia”. Spiega ancora Stecca, l’attentatore ha smesso di infierire sull’agente e ha ripreso la sua corsa verso l’edificio. “Ha preso a correre proprio verso di noi, allora un uomo con un abito elegante è uscito da una porta laterale e, a circa 10 metri di distanza, ha esploso tre colpi, e l’ha ucciso”. 

Il pugile 54enne ha visto morire in pochi istanti due uomini, “l’attentatore e poi l’agente al cancello d’ingresso: aveva cercato di alzarsi in piedi, forse- ipotizza Stecca- non si era reso conto di quanti colpi avesse ricevuto. Ma è ricaduto a terra quasi subito, morto”. Maurizio Stecca e compagni sono stati quindi presi dalle guardie della sicurezza, che in un attimo hanno affollato l’area, e sono stati riportati all’interno. “Ci sono teste di cuoio e cecchini ovunque adesso, siamo al sicuro. Ci dicono che ci faranno uscire dal retro, oppure da un’altra parte. Ma di fatto siamo ancora qui da ore”. Poi, confida: “E pensare che stamattina, quando siamo entrati, qualcuno ha detto: ‘Questo è proprio un punto strategico per un attentato!’. E allora io ho risposto: ‘Ma no, è impossibile, c’è troppa sicurezza’. E invece è proprio capitato. Ci è sembrata la scena di un film. Ma era tutto vero, lo abbiamo capito immediatamente perché la gente fuori gridava terrorizzata. Se fossimo usciti anche solo un paio di minuti dopo- conclude- ci saremmo incrociati al cancello proprio con l’attentatore”.