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Attualità Rimini

Si dimette il garante dei detenuti. Polemica con il comune

In foto: newsrimini
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di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
mar 7 lug 2015 18:30 ~ ultimo agg. 8 lug 13:37
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I rapporti erano tesi già da un po’ e oggi è arrivata la decisione dell’avvocato Davide Grassi di dimettersi dal ruolo di Garante dei detenuti in aperta polemica con il comune di Rimini. Grassi parla di problemi insormontabili, che non gli avrebbero consentito di svolgere con serenità il proprio incarico. A partire dalle difficoltà logistiche: gli era stato concesso uno spazio all’Urp una volta alla settimana non adeguato a garantire la privacy dei familiari dei detenuti e non era stato fornito di strumenti di lavoro come la mail e il telefono dedicati. Di fronte alle richieste, spiega Grassi, ogni volta si rispondeva che mancavano i fondi e tutto doveva rientrare nel budget annuale di spesa fissato in mille euro. “Non ho mai chiesto un’indennità” aggiunge, come è previsto in altri comuni d’Italia. L’avvocato, il cui mandato sarebbe durato fino al 2017, presenterà le dimissioni al consiglio comunale. Posizione completamente diversa quella del vicesindaco Gloria Lisi per cui la scelta di Grassi non arriva come un fulmine a ciel sereno. Dal suo insediamento – sostiene – il garante non avrebbe fatto altro che cercare pretesti per aprire contenziosi con l’amministrazione. “Grassi – aggiunge – ha cominciato istantaneamente un pressing per avere somme di denaro, che il consiglio comunale aveva deciso di non prevedere. Questo credo sia il nocciolo della questione e non problemi logistici inesistenti”.

Accuse gravi” ribatte l’avvocato sto seriamente pensando di adire a vie legali“.

 

Di seguito la lettera dell’avvocato Davide Grassi e la nota del vicesindaco Gloria Lisi.

Nota di Davide Grassi:

Prima di scrivere questo comunicato ho atteso un po’ di giorni. Mi sono confidato con persone di fiducia e con chi, come me, lavora a stretto contatto con coloro che hanno avuto guai giudiziari e vivono o hanno vissuto un’ esperienza detentiva.

Ho deciso di ufficializzare questa mia decisione attraverso la stampa perché è importante che si sappia che dal 31 ottobre 2014, data in cui sono stato nominato “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale” per il Comune di Rimini (23 voti favorevoli su 28 degli aventi diritto del Consiglio comunale) pur essendomi sempre prodigato affinché venissero migliorate le condizioni di vita e di reinserimento sociale delle persone private della libertà personale e soprattutto per garantire i loro diritti all’interno della Casa Circondariale di Rimini, non sono stato messo nelle condizioni di gestire con serenità l’incarico.

Ritengo di aver adempiuto correttamente al mio incarico fino ad ora ed ottenuto, pur con difficoltà e comunque in breve tempo, dei risultati significativi. Altro il comportamento dell’Amministrazione Comunale di Rimini nei confronti della figura istituzionale e ad oggi fondamentale del “Garante dei diritti delle persone private delle libertà personale”.

Con d.l. 23 dicembre 2013, n. 146, convertito in l. 21 febbraio 2014, n. 10, è stata introdotta all’interno dell’ordinamento italiano la figura del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Quando il Comune di Rimini ha deciso di assumersi la responsabilità di occuparsi delle condizioni di vita dei detenuti della Casa Circondariale di Rimini e di tutte le persone ristrette, ho condiviso con entusiasmo tale decisione. Ho creduto davvero che anche per il Comune di Rimini non vi fossero solo serate ludiche e feste da organizzare (sicuramente utili per il nostro turismo) ma un interesse serio per la tutela dei diritti individuali costituzionalmente garantiti.

Tuttavia, poco dopo il mio insediamento, ho riscontrato degli ostacoli divenuti oggi “paradossalmente” insormontabili.

Quando venni eletto “Garante dei diritti delle persone private della libertà personale” mi venne assegnata una sede all’interno dell’ufficio Urp di Piazza Cavour da condividere un giorno alla settimana con altre figure professionali. Da subito mi resi conto, dal momento che conoscevo il funzionamento della figura del Garante in altri Comuni, che la nostra Amministrazione non avesse ben chiaro quali fossero gli strumenti e le prerogative dell’attività istituzionale del Garante. Primo fra tutti l’apertura di uno spazio adeguato che garantisse la privacy dei familiari delle persone private delle libertà personale e infine tutti quegli strumenti (posta elettronica, carta intestata, linea telefonica dedicata etc…) che avrebbero avuto un’esclusiva funzione di servizio all’ufficio del Garante. Quando feci presente all’assessore Gloria Lisi che il regolamento comunale del Garante fosse incompleto ed estrapolato parzialmente da quello di un altro Comune e quindi di per sé inattuabile non ebbi alcuna risposta.

Al contrario, le osservazioni che venivano fatte dai miei interlocutori, ogni volta che io rappresentavo le difficoltà strumentali dello svolgimento del mio incarico, ricadevano sulla mancanza di fondi per quell’ufficio. In parole povere il Comune non era in grado di sopportare ulteriori spese, oltre a quelle previste come budget annuale pari a mille euro(!), per tutte le attività del Garante. E ciò senza che io chiedessi un’indennità come prevista peraltro nel regolamento degli altri Comuni d’Italia.

Ora, è stato per me inevitabile aver provato una profonda delusione quando sono venuto a conoscenza del costo dei pannelli pubblicitari commissionati all’artista Cattelan (per inciso, non sono stato dalla parte dei critici verso questa modalità di promozione dell’immagine della città).

Da tempo la Casa Circondariale di Rimini, anche mio tramite, lamentava le carenze strutturali di alcune aree (vedi il cortile esterno dedicato all’incontro con i figli dei detenuti) che non potevano essere ripristinate per mancanza di fondi; una nuova palestra per i detenuti come valvola di sfogo e magari altri interventi e collaborazioni con il Comune. All’epoca (mi riferisco a pochi mesi fa) il Comune non poteva intervenire con delle donazioni?

E ancora, davvero il Comune non ha o non aveva finanze da investire per attrezzare una sede per l’ufficio del Garante dei detenuti e dare dignità a questa figura istituzionale così importante per la città? Sarebbe bastato un piccolo sforzo.

Ritengo perciò giunto il momento di rassegnare le mie dimissioni, che presenterò formalmente al Consiglio Comunale di Rimini, senza le quali il mio incarico avrebbe dovuto concludersi nel 2017. Non credo, purtroppo, che l’Amministrazione di Rimini abbia una cognizione progettuale e organizzativa dei problemi propri di una comunità carceraria.

 

Nota di Gloria Lisi

“Non è certo un fulmine a ciel sereno la notizia, comunicata prima di tutto alla stampa con evidente rispetto del ruolo sin qui ricoperto, della rinuncia dell’incarico da parte del garante dei diritti delle persone private della libertà personale, dottor Davide Grassi. Non si tratta di una sorpresa perché sin dai giorni successivi al suo insediamento- avvenuto con l’approvazione dell’apposito regolamento da parte del Consiglio comunale di Rimini il 30 ottobre 2014- il dottor Davide Grassi non ha fatto altro che cercare ogni pretesto per aprire un contenzioso con l’amministrazione comunale, che non ha mai avuto ragion d’esser nei fatti. Basta sfogliare una rassegna stampa degli ultimi mesi per rendersene conto: il dottor Grassi, o chi per lui, ha immediatamente cominciato a lamentare ‘problemi logistici’ ma soprattutto a soffermarsi sul problema dell’indennità economica. Proprio così. Nonostante il regolamento approvato dal Consiglio comunale non la prevedesse, ad eccezione dei rimborsi spese, il dottor Grassi ha cominciato istantaneamente un ‘pressing’ sotto forme diverse per avere somme in denaro che l’assise comunale non aveva concesso a larghissima maggioranza solo pochi giorni prima!

Questo, mi pare, sia il nocciolo del disagio di Grassi e non inesistenti questioni organizzative, tenendo conto che a) ho personalmente proposto, sollecitato e seguito l’iter amministrativo per la istituzione della figura del garante; b) l’amministrazione comunale ha subito garantito la massima operatività, volendo però definire e formalizzare da subito le modalità di attuazione, proprio per evitare spiacevoli incomprensioni; c) l’Amministrazione comunale ha provveduto immediatamente a mettere a disposizione una sede adeguata, funzionale e riservata, all’interno dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Rimini, in Piazza Cavour, per una giornata a settimana; d) l’amministrazione comunale e gli stessi responsabili della Commissione comunale 4. avevano comunque cercato di venire incontro alle sollecitazioni, proponendo due soluzioni alternative per la sede degli incontri settimanali (una al ‘Marvelli’, l’altra negli spazi comunali), entrambe rifiutate dal dottor Grassi; inoltre, un funzionario del Comune di Rimini era messo a disposizione del dottor Grassi (che non ha mai usufruito di questa opportunità logistica) per il ruolo di supporto al Garante in modo da gestire gli appuntamenti ed eventuali pratiche amministrative ed è in corso di ultimazione la procedura di attivazione della mail dedicata.

Evidentemente tutto questo- ed è un ‘tutto’ approvato a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale- non è bastato al dottor Davide Grassi. Il quale, nella sua lettera di dimissioni, purtroppo conferma che oltre a ragioni economiche personali (ma allora avrebbe fatto meglio a esplicitarle prima dell’approvazione del regolamento in consiglio o almeno prima di accettare l’incarico) aggiunge opinioni politiche assai sterili su altri aspetti dell’agire amministrativo, evidentemente strumentali vista la distanza con il tema della tutela di chi sta in carcere. Tutto questo dispiace ma ce ne si farà una ragione visto che quello del garante dei diritti delle persone private della libertà personale è ruolo delicatissimo e fondamentale, ed appunto per questo dovrebbe essere altro rispetto a questioni di portafoglio e di strumentalizzazione partitica. Basta sfogliare il Piano di zona 2014 pe avere un’idea dei progetti avviati e attuati in questa direzione. L’amministrazione comunale di Rimini ringrazia comunque il dottor Grassi per il lavoro svolto in questi mesi”.