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una riflessione

Violenza di genere: comprensione e parole...non bastano!

In foto: repertorio
repertorio
di Carlo Alberto Pari   
Tempo di lettura 4 min
Dom 15 Giu 2025 07:54 ~ ultimo agg. 10:35
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L’EDITORIALE DELLA DOMENICA

di Carlo Alberto Pari

La violenza di genere è un fenomeno complesso, sul quale finalmente si pone la giusta attenzione, soprattutto, per quanto riguarda le donne. In questo ambito, le parole non mancano, ma scarseggiano le azioni, che auspicabilmente, dovrebbero essere multidisciplinari. Propongo due punti di riflessione ed un consiglio pratico, ma alla base di tutto, è necessario un netto cambio educativo e culturale. Il primo punto riguarda l’educazione ed il rispetto. Tra le varie azioni da mettere in atto, è necessario dissociare (nelle pubblicità e non solo) l’immagine della Donna dagli oggetti da possedere, altrimenti, nelle menti insane, ma non solo, il rapporto di coppia potrebbe non apparire avulso dal “possesso”, mentre di converso, si basa sull’attrazione reciproca, sull’amore, che il tempo trasforma in affetto, tolleranza e complicità di vita. Il secondo punto riguarda l’immagine della Donna. Negli ultimi decenni, ottusamente ed irrispettosamente, concentrata sull’aspetto fisico. Donne “costrette” a dimostrarsi perennemente giovani ed attraenti, spinte a nascondere pateticamente gli anni della vita. E’ una violenza, seppure psicologica, a volte persino inconscia, spingere una Donna ad apparire in forma solo per essere ancora socialmente accettata e ammirata, in tanti casi, purtroppo, anche a livello lavorativo. Una delle tante follie di una società tecnologicamente evoluta, ma eccessivamente canalizzata nei comportamenti e financo nei pensieri. Il terzo punto e di natura pratica. Per evidenziare l’operatività sulla violenza di genere, molte Istituzioni ingaggiano esperti o presunti tali per corsi di Difesa Personale per Donne, non di rado, senza cognizione di causa. Indico tre parametri, senza i quali, non solo sono inutili, ma addirittura contro producenti. Primo. Purtroppo, non ci sono normative in Italia e “chiunque” può insegnare Difesa Personale, ma servono esperti veri, non allenatori di sport più o meno da combattimento, sono due cose estremamente diverse, anzi totalmente avulse. Un conto è insegnare a combattere a livello sportivo, un conto è insegnare Difesa Personale, cambiano radicalmente gli obiettivi, i parametri, i mezzi. Nella Difesa non si deve vincere, non si deve sottomettere, non si deve infierire, anzi, non si deve necessariamente colpire. Alcune Istituzioni, troppo spesso, sono impreparate in materia e non sono in grado di scindere. Secondo. Purtroppo, non esistono normative che stabiliscono cosa si deve obbligatoriamente insegnare, ergo, ognuno insegna ciò che vuole. Esistono però i codici, civile e penale e molto, molto spesso, ciò che si insegna non è rapportabile legalmente alla difesa, perché il principio fondamentale della reazione è la proporzionalità, raramente presente nei programmi d’insegnamento. Del resto, è infinitamente più facile “insegnare” a colpire in ogni situazione, anche banalissima, anziché cercare di difendersi immobilizzando, o mettendo in atto sistemi che facilitino una via di fuga, cercando di non arrecare danni. Una reazione sconsiderata e non proporzionale, può arrecare all’aggredito, danni infinitamente maggiori dell’aggressione stessa. Terzo. Organizzare un corso di Difesa Personale per Donne di poche lezioni o poche ore, è quasi sempre inutile, financo dannoso, salvo per qualche banale nozione teorica. Per imparare a Difendersi servono molti anni di allenamento costante, ed un’idonea preparazione fisica e molto spesso, non sono sufficienti. In sostanza, per contrastare il fenomeno della violenza di genere, è necessario educare, ma anche tutelare l’immagine della Donna. Inoltre, in tutto ciò che si organizza, è necessario pragmatismo, conoscenza specifica ed esperienza, altrimenti, il tutto si riduce a palliativi, utili solo all’immagine ed al consenso dell’organizzatore

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