Spariscono i risparmi di una vita, correntisti denunciano direttore di banca


E’ stato denunciato per aver dilapidato i risparmi di una vita di circa quindici famiglie riminesi, che, dopo anni, hanno scoperto casualmente che sui rispettivi conti correnti, aperti in un istituto di credito sammarinese, non era rimasto più nulla. Anzi, in molti casi, erano addirittura loro stessi diventati debitori del medesimo istituto, chi di 15, chi di 20, chi di 30mila euro, senza aver mai rilasciato alcun mandato per l’apertura di conti correnti a debito.
La querela con le ipotesi di reato di appropriazione indebita, furto pluriaggravato, truffa e autoriciclaggio, è stata presentata nei confronti di un riminese di 56 anni, ex direttore di filiale di un istituto di credito sammarinese, che oggi avrebbe cambiato completamente mestiere. Secondo quanto ricostruito nell’esposto, depositato dagli avvocati Piero Venturi e Gian Vito Antinori del foro di Rimini alla procura riminese, l’ex direttore di banca avrebbe sfruttato i consolidati rapporti personali – in alcuni casi fraterni – con i correntisti per convincerli ad affidargli tutti i loro risparmi. Lui, in cambio, avrebbe investito le somme in attività “a basso rischio” e con rendimenti fissi.
Fra il professionista e i suoi clienti si era instaurato un rapporto di fiducia tale che era lui stesso a prelevare o consegnare il denaro direttamente a domicilio. Ed era sempre lui – secondo il racconto dei querelanti – ad offrirsi di raggiungere ci clienti nelle rispettive abitazioni per far firmare loro i documenti e le pratiche di volta in volta necessarie. Quando poi capitava che qualcuno gli chiedesse degli estratti conto annuali per avere un quadro generale dell’andamento degli investimenti, lui trovava sempre il modo di sviare la richiesta, assicurando i correntisti che stava andando tutto per il meglio e che, come sempre, avrebbe pensato a tutti lui. Se, invece, qualcuno gli prospettava la necessità di ritirare somme anche ingenti, il 56enne lo scoraggiava dal disinvestire il capitale sostenendo che in quel momento l’andamento del mercato non fosse favorevole per simili operazioni.
Del resto le famiglie che si erano rivolte a lui lo conoscevano da anni, lo avevano seguito nei vari spostamenti nei diversi istituti di credito e, soprattutto, non avevano mai avuto modo di dubitare della sua onestà e della sue capacità. Fino a quando una correntista, recatasi in banca a San Marino per prelevare una somma, si è accorta che il suo conto era in rosso. E così quello di sua madre e di suo padre. Il commercialista riminese Fabio Fraternali, consulente incaricato dai legali delle presunte vittime di ricostruire gli investimenti finanziari di ciascuna famiglia, ha evidenziato “una gestione patrimoniale improntata essenzialmente ad un grado di insicurezza elevato, sopra ogni ragionevole limite, con reiterate operazioni di speculazione nella lira turca senza aver ricevuto le necessarie autorizzazioni”.
“Complessivamente sono spariti tra i tre e i quattro milioni di euro – sostiene l’avvocato Venturi – e al momento non sappiamo che fine abbia fatto il denaro. Lo stesso istituto di credito, che ha concesso al nostro consulente solo una parte della documentazione richiesta, si è trincerato dietro un monolitico silenzio”. E’ probabile, quindi, che i legali dei querelanti presentino nelle prossime ore una denuncia penale anche alle autorità sammarinesi, sia nei confronti dell’ex direttore che nei confronti della banca.