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una riflessione

Ripensare le città: manutenzione e sicurezza sono le priorità

In foto: Rimini dall’alto
Rimini dall’alto
di Carlo Alberto Pari   
Tempo di lettura 3 min
Dom 22 Giu 2025 07:13 ~ ultimo agg. 19 Giu 10:32
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L’EDITORIALE DELLA DOMENICA

di Carlo Alberto Pari

Parto da una considerazione: la bellezza e l’armonia dei luoghi migliorano la qualità della vita, ma solo se sono sostenibili a livello di manutenzione e sicurezza. Altrimenti, la bellezza si trasforma in degrado e l’armonia in insicurezza. Lo psicologo americano Abraham Maslow, nel 1954 classificò i bisogni primari dell’essere umano, li sintetizzò in una piramide, ancora oggi, pressoché universalmente riconosciuta. Al primo posto risiedono i bisogni fisiologici, al secondo la sicurezza, nelle sue diverse sfaccettature. Bandendo i pregiudizi, appare quindi evidente che la sicurezza non è una questione soggettiva, più cara ad una o altra fazione politica, è semplicemente un bisogno primario degli esseri umani. In ambito urbano, la sicurezza dipende in parte dai luoghi, più sono trascurati, degradati e privi di adeguati controlli, maggiore è il rischio di trasformarli in zone deputate alla microcriminalità. Analisi banale, ma insindacabile. In generale, non sono rare le opere create per migliorare il benessere dei territori, trasformate nel tempo in zone del malessere, fonti di disagio ed insicurezza, con la conseguenza che i cittadini costretti a viverci protestano, ottenendo risposte usualmente univoche : mancano soldi per la manutenzione e non ci sono uomini sufficienti per un controllo capillare del territorio. Eppure, sarebbe sufficiente applicare la basica legge economica che ogni famiglia si impone prima dell’acquisto di un bene durevole : “abbiamo la possibilità di destinare le risorse necessarie negli anni a venire, per il mantenimento e la cura di ciò che andiamo a realizzare?“ Aggiungo un paio di riflessioni. La prima: le opere, soprattutto quelle assai costose, sono sempre necessarie ? Abbiamo superato i 3.000 miliardi di debiti, la sanità è in crisi per carenza di adeguati finanziamenti, la difesa presumibilmente inadeguata, molte università arrancano, la sicurezza è carente di uomini e mezzi e potrei continuare a lungo. La seconda: le opere realizzate, sono sempre funzionali. Ad esempio, è utile un posto bellissimo, ma irraggiungibile perché privo di parcheggi, soprattutto in un Paese che ha già un quarto della popolazione over 65, peraltro in esponenziale crescita, ed ovviamente, con le patologie tipiche dell’età? In parte, le colpe sono anche nostre, quando elargiamo consensi indipendentemente dall’utilità di ciò che si realizza, semplicemente perché paga “Pantalone”. Banalmente, è auspicabile investire in ciò che è utile, necessario e funzionale e dobbiamo anticipatamente valutare se possiamo mantenerlo. Altrimenti, molto meglio meno bellezza, ma meno degrado, meno fasti, ma meno debiti, meno opere, ma più sicurezza, imperativi necessari per tutelare la qualità della vita nel presente, ma anche per non aggravare ulteriormente di debiti le future generazioni, alle quali abbiamo presumibilmente già ipotecato una parte dei servizi universali, nell’ignavia quasi generale.

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di Redazione