Liboni: un latitante inafferrabile. I suoi stratagemmi e i suoi alias


Potrebbe indossare ancora la fasciatura alla mano che i
medici dell’ospedale di San Piero in Bagno gli avevano fatto,
convinti di medicare il signor Franco Franchini, come c’é
scritto sulla carta d’identità falsificata che il
pluripregiudicato porta con sé, e non il bandito in fuga che
meno di 24 ore dopo avrebbe ammazzato un povero appuntato dei
carabinieri.
Liboni é alto circa un metro e 75 centimetri, ha
il volto butterato e c’é un altro particolare inconfondibile,
che tutti quelli che negli ultimi tempi hanno avuto a che fare
con lui hanno notato: emana il cattivo odore tipico di chi é
costretto a lavarsi poco, perché vive per strada, dorme in un
sacco a pelo dove capita (spesso nei campi o nei boschi), o al
massimo a bordo di un furgone.
Le foto segnaletiche lo ritraggono con un pizzetto che di
recente avrebbe tagliato, mentre fra le sue abilità di
latitante c’é la capacità di simulare accenti diversi, ad
esempio un’inflessione napoletana, per camuffare la parlata
della sua regione d’origine, l’Umbria.