Laurea infermieristica: a Rimini 192 posti a bando ma professione in crisi


Nel 2010, per ogni posto disponibile in Infermieristica si presentavano quasi tre aspiranti. Oggi, quel numero è sceso praticamente al rapporto di un candidato per ogni posto. Rimini mantiene storicamente l’offerta costante negli anni, e quest’anno saranno 192 i posti a bando per la laurea abilitante alla professione: un dato che racconta di una professione che da ossatura del Servizio Sanitario Nazionale è diventata una categoria in crisi, invisibile, stanca, svalutata.
Gli stipendi sono rimasti tra i più bassi d’Europa: 32.600 euro lordi annui, contro una media UE di 39.800. In Lussemburgo, un infermiere guadagna oltre 79.000 euro. In Italia, invece, il salario reale è diminuito dell’1,5% dal 2001 al 2019. Il caro vita ha fatto il resto e, mentre il costo della vita cresce — soprattutto in città turistiche come Rimini, più colpite dall’inflazione e dal costo del mercato immobiliare — gli infermieri faticano a pagare affitti, trasporti, spese quotidiane. Il lavoro notturno, i turni festivi, le responsabilità crescenti non bastano a garantire una vita dignitosa, e ogni anno si stima che oltre 10.000 infermieri abbandonino la professione: alcuni vanno all’estero, dove trovano stipendi doppi e condizioni migliori, altri in pensione. L’età media è di 56 anni, tra le più alte in Europa.
Eppure, proprio mentre il sistema mostra il fianco, il bisogno cresce. Con l’invecchiamento della popolazione e la riforma territoriale del PNRR, servirebbero tra 20.000 e 27.000 infermieri di comunità. Ma senza una svolta — economica, formativa, culturale — il rischio è che il SSN si svuoti. Occorre un intervento complessivo, che non si limiti a rincorrere l’emergenza, ma costruisca un ecosistema formativo e occupazionale attrattivo e sostenibile. Guardando anche ad altri modelli regionali, dove sono stati introdotti voucher triennali da 1.000 euro l’anno per gli studenti, mobilità semplificata tra aziende sanitarie e sportelli psicologici per il personale, si può immaginare un piano regionale che metta al centro il valore della professione infermieristica.