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L’Aquila vince, a Rimini le spine. Gnassi: scelta ‘elettorale’. Ma ce n’è anche per la Giunta

In foto: @Comune L’Aquila
@Comune L’Aquila
di Redazione   
Tempo di lettura 10 min
Gio 14 Mar 2024 14:31 ~ ultimo agg. 15 Mar 11:02
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Andrea Gnassi, deputato riminese del PD nonché sindaco di Rimini per due mandati, così commenta la proclamazione di L’Aquila come Capitale della Cultura 2026 (vedi notizia). “A pensar male si fa peccato ma, come dice l’adagio, spesso si indovina. O forse è solo un caso che, a pochi giorni, dalle elezioni regionali in Abruzzo il titolo sia stato conferito proprio a La città de L’Aquila?. Negli ultimi mesi FdI, con la complicità del ministro Sangiuliano, ha usato il titolo di capitale della cultura per finalità elettorali. Negli ultimi giorni, poi, alcuni autorevoli esponenti del partito e di amministrazioni legate al ministero della cultura, dal Maxxi a Ales, hanno organizzato dei momenti di approfondimento proprio sul tema. Tutte casualità? Non ci crediamo, chiederemo in parlamento di fare luce sulle modalità con cui il Ministero della cultura sta gestendo l’attribuzione di importanti riconoscimenti culturali che, peraltro, generano significativi investimenti pubblici. Oggi è la volta de L’Aquila – a cui facciamo comunque i nostri complimenti – ma solo un mese fa, in un incontro politico a Reggio Calabria, il sottosegretario Durigon anticipava la proclamazione di Taurianova a capitale del libro a selezione ancora in corso. Al Collegio romano c’è un grande problema su cui il governo dovrà riferire”

Il senatore riminese del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, presente questa mattina al Ministero della Cultura, invita Rimini a proseguire sulla strada tracciata e a sua volta stigmatizza il comportamento di politici di FDI: “Complimenti a L’Aquila e a tutta la sua comunità per essere stata proclamata Capitale della Cultura 2026. La giornata di oggi per Rimini non rappresenta la fine di un percorso o una sconfitta senza appello ma il punto di partenza di un cammino che la città e tutta la Romagna hanno scelto di intraprendere per scrivere e disegnare un nuovo grande futuro in cui la storia, la cultura, la creatività dei romagnoli saranno i grandi protagonisti, ogni giorno. Questa candidatura ha saputo unire la nostra comunità, al di là delle divisioni, dei campanili e delle contrapposizioni come mai è successo, un risultato importante e non scontato da cui ripartire per immaginare nuove traiettorie turistiche e importanti opportunità di crescita e sviluppo.
Dal primo momento ho condiviso e sostenuto questa candidatura e oggi, assistendo a Roma alla proclamazione dell’Aquila, ho provato certamente un pizzico di delusione e amarezza, soprattutto per l’atteggiamento irrispettoso tenuto da alcuni politici di FDI nelle ultime settimane, ma soprattutto tanto orgoglio per quello che Rimini ha saputo fare e dimostrare in questi mesi.
Desidero sinceramente complimentarmi con tutti coloro che hanno affrontato e sostenuto questa emozionante avventura per Rimini, mettendo a disposizione della città impegno, passione, competenza e trasmettendo a tutti in maniera vivida l’amore per questa meravigliosa terra. Ora non si disperda questa energia positiva e sia il traino per affrontare le prossime sfide che attendono il nostro territorio”.

Secondo la senatrice riminese di Fratelli d’Italia Domenica SpinelliRimini tra le prime dieci candidate a Capitale della Cultura 2026 è un grande traguardo raggiunto. Sulla validità della proposta presentata, frutto di un progetto corposo e ambizioso, non ci sono dubbi. Da parlamentare del territorio ho fatto da subito il tifo per Rimini certa che nella competizione con le altre città, indipendentemente dall’esito, il grande lavoro svolto non sarebbe andato sprecato ma, parafrasando le parole del sindaco Jamil Sadegholvaad pronunciate alcuni giorni prima della proclamazione ‘sarà uno dei semi messi per far crescere la Rimini del futuro’. La competizione tra città, anche molto diverse tra loro, ha indirettamente avviato una progettazione importante per ciascuna di esse tesa a valorizzare i rispettivi territori. Al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, auguro un percorso importante per concretizzare il risultato ottenuto di nuova Capitale della Cultura per il 2026. A tutti i Sindaci, che in rappresentanza delle proprie città sono arrivati a pieno titolo nella rosa dei primi dieci, auguro di mettere a frutto il lavoro svolto nella consapevolezza che non andrà perduto. Al di la del risultato finale, Rimini deve essere orgogliosa per l’impegno e la qualità della proposta culturale formulata. La delusione, è legittimo, ci può stare, senza però farsi trascinare da retropensieri, toni polemici o non costruttivi. La passione e le progettualità messe in campo da tutte le città partecipanti, al di fuori dei colori politici, ha evidenziato un capitale che non andrà sprecato, come ha proposto il presidente della giuria, Davide Desario, e confermato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano”.

Critica le deputata riccionese di Fratelli d’Italia Beatriz Colombo. “Lasciano senza parole le parole del Sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, contro la designazione dell’Aquila a Capitale italiana della Cultura 2026. La comprensibile delusione per la mancata assegnazione del titolo alla città romagnola, arrivata tra le dieci finaliste insieme al capoluogo abruzzese, non giustifica la polemica politica e la formulazione di accuse del tutto infondate. Accuse che, in altre occasioni, non sono state in alcun modo formulate. La “regola del sospetto” di cui parla il Sindaco Pd Sadegholvaad non è stata, infatti, sollevata da alcuno quando questo riconoscimento è stato assegnato in passato ad un’altra città, Pesaro, governata da Matteo Ricci, Sindaco dello stesso partito dell’allora Ministro della Cultura Franceschini. Così come ieri Pesaro ha meritatamente ottenuto di essere Capitale italiana della cultura, così oggi l’Aquila è degna di esserlo. Rimini é inoltre l’unica Città che chiede di divenire capitale della cultura quando permette ad un asilo privato di sorgere, nonostante i vincoli, su un antico anfiteatro romano imperiale abbandonato a se stesso e dove due statue dei Cesari giacciono volutamente nascoste nelle cantine del Comune.”

Il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini commenta l’esito della candidatura partendo dai complimenti ai vincitori ma anche ai vinti. “Vogliamo fare i complimenti a L’Aquila, alle autorità cittadine e all’intera comunità aquilana: essere Capitale italiana della cultura 2026 rappresenta una bellissima opportunità per tutto il territorio. I complimenti vanno però anche a Rimini, che era in corsa con la propria candidatura e un progetto solido e molto valido, per il quale tutta l’Emilia-Romagna ha fatto il tifo: il nostro auspicio è che Rimini e la Romagna alluvionata possano essere Capitale italiana della cultura l’anno successivo, a partire proprio dall’alluvione senza precedenti del maggio 2023 da cui hanno saputo subito risollevarsi e ripartire“.

Gloria Lisi e Stefano Brunori, consiglieri del gruppo Gloria Lisi per Rimini, puntano invece il dito contro l’atteggiamento di sindaco e amministrazione: “Come gruppo consigliare ci abbiamo creduto e abbiamo tifato per Rimini tanto da partecipare alla presentazione della candidatura ma… Ahimè, le cose non sono andate come speravamo e Rimini  ha perso e ora bisogna capire perché…
Invitiamo il sindaco e i suoi “amici di partito” a non fare come nel calcio che per non perdere si butta la palla in tribuna o chiamando in causa “poteri forti da Roma che avrebbero scelto per tutti”
 La maturità, sig. Sindaco sta nella serenità con cui accettano i propri errori e si ammette di conseguenza di aver sbagliato. 
Quali errori? in due anni e mezzo ce ne sono tanti:  *non aver messo mano all’anfiteatro romano…non aver messo mano a palazzo Lettimi … non aver messo mano al teatro Novelli*…..insomma al netto di dj set e qualche rustida rimane poco davvero.
La invitiamo ad abbandonare la sua figura  “autoritaria” di sindaco che ha voluto tenere le deleghe  al turismo e alla cultura comprendendo che i “problemi” che si incontrano nell’amministrare una città sono anche scegliere le persone giuste nei posti giusti, fidandosi del loro operare soprattutto ascoltando anche chi non la pensa come lei.
Abbiamo tifato con lei per avere l’evento ma come gruppo avevamo annunciato già l’ 11 agosto 2023 che la candidatura era un po’ “zoppa” e il sindaco stava facendo un po’ pochino per Rimini…e inascoltati avevamo ragione.
Sindaco, soprattutto ora più che mai pensi al bene della città e non magari del partito obbligandosi a  mettersi sempre di fronte alle proprie scelte in modo cosciente e critico. Va data una scossa alla squadra di governo della città (giunta) e perché no anche alla sua maggioranza troppe volte silente sulle scelte imposte da altri. Chi ha perso veramente è Rimini e i riminesi e se ha a cuore Rimini ne faccia esperienza per cambiare davvero questa città.
Come già detto dobbiamo passare dal capodanno più lungo del mondo al *capodanno più colto del mondo* mettendo al centro la cultura ed eventi di reale richiamo senza pensare solo alla bandiera di partito”.
Per Carlo Rufo Spina, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, “la bocciatura di Rimini capitale della cultura 2026 non è avvenuta per motivi politici ma per l’inadeguatezza del dossier presentato dall’amministrazione, pieno di lacune e intriso ideologia, che poco aveva a che fare con la cultura. E poi se tieni ostaggio un anfiteatro romano con strutture che sono abusive da 70 anni, se tieni parte del patrimonio culturale comunale del centro storico ancora distrutto dalla fine della seconda guerra mondiale e non hai la minima intenzione di recuperarlo (vedi Palazzo Lettimi e convento di San Francesco), non puoi lamentarti se perdi il riconoscimento di Capitale della cultura. Direi anzi che è una ovvia conseguenza delle politiche, in perfetta continuità, degli ultimi 70 anni. E come sempre a farne le spese è Rimini. Ma non tutto è perduto. Il mio auspicio è prendere il buono che si è messo in moto e di mettersi subito a lavorare, ascoltando anche noi dell’opposizione, per la preparazione di un dossier serio per Rimini capitale della cultura 2028. C’è tanto lavoro da fare, ma sono sicuro che ce la faremo, perché Rimini, la sua storia e il suo enorme patrimonio culturale si meritano questo riconoscimento.
Non entra in polemica invece il consigliere comunale 3V Matteo Angelini. “Rimini Capitale della Cultura 2026, purtroppo non ce l’abbiamo fatta. I complimenti doverosi, meritati vanno a chi invece ed è riuscito a tagliare il traguardo prima di noi con merito. Sinceramente non ho alcuna voglia di entrare nella disputa in atto tra forze di maggioranza ed opposizione, fin da piccolo mi hanno insegnato l’importanza del gioco di squadra e di come se si vince si vince tutti, ma altrettanto se si perde, si perde tutti. L’umiltà ed il buon senso oggi dovrebbero portare ad interrogarci su cosa non ha funzionato, su cosa ha funzionato meno rispetto chi ha vinto. Troppo facile ora dare la colpa al Governo attuale e a presunti favoritismi, troppo facile oggi buttarsi la croce addosso tra destra e sinistra e centro a livello locale. La realtà è solo una, Rimini ha mancato un obiettivo importante e TUTTI oggi sono nella stessa medesima posizione. A livello di contributo personale, nel mio piccolo posso dire che forse Rimini oggi dovrebbe continuare a lavorare quel senso di appartenenza alla città e alle proprie radici che talvolta in tanti ci dimentichiamo di avere solo perché quello ci sta antipatico e quell’altro lo consideriamo un incapace. Prendiamo il buono scaturito da questo percorso e andiamo ad intervenire ora sui temi caldi della nostra città, la sicurezza, l’ambiente ed i servizi, facciamo sì che Rimini torni ad essere una città più vivibile, tanto per i residenti quanto per i turisti, valorizziamo tutto il territorio, che non è solo Rimini ma tutte le nostre periferie, abbiamo una vallata che è qualcosa di clamoroso da quanto è bella. RAGIONIAMO D’INSIEME“.
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