Indagato per presunti abusi su una paziente, cadono le accuse contro il medico
Un'accusa infamante: violenza sessuale aggravata ai danni di una 34enne affetta da patologie che ne compromettono le capacità cognitive, ricoverata in un centro di riabilitazione privato in provincia di Rimini, accreditato con il servizio sanitario regionale dell’Emilia Romagna. Nell'ordinanza di custodia cautelare del gip di Rimini, Vinicio Cantarini, da cui erano scaturiti gli arresti domiciliari, il medico indagato, un 68enne originario di Bologna, sposato, con figli, era ritenuto responsabile di carezze e baci proibiti nei confronti della paziente. Addirittura gli veniva contestato di aver consumato con la donna un rapporto sessuale completo contro la sua volontà all'interno della clinica. Invece, a distanza di poco più di un anno, la sua posizione è stata definitivamente archiviata dallo stesso giudice per le indagini preliminari "per infondatezza della notizia di reato", dopo che il pubblico ministero titolare del fascicolo, Davide Ercolani, ne aveva chiesto l'archiviazione, arrivata sulla base di una consulenza tecnica di una psichiatra. La specialista, al termine dell'incidente probatorio, aveva ritenuto che il quadro neurologico di ritardo intellettivo della ragazza incidesse sulle funzioni cognitive di base, così da escludere una sufficiente idoneità testimoniale.
All'epoca l'indagine era partita dalla denuncia della madre della 34enne, che aveva raccolto le confidenze della figlia. I carabinieri sentirono come persone informate sui fatti sia una oss, che aveva collocato la stanza della paziente in una zona poco sorvegliata, sia una donna delle pulizie che in una circostanza avrebbe visto la vittima e il medico in atteggiamenti definiti equivoci. Il professionista, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, aveva respinto sin da subito, con fermezza, le accuse, definendole infamanti e calunniose. Era stato comunque aperto nei suoi confronti un procedimento disciplinare da parte dell'ordine dei Medici e la clinica per cui lavorava lo aveva temporaneamente sospeso. Ora che l'incubo è finito può finalmente tirare un sospiro di sollievo, anche se nessuno lo risarcirà mai dei danni professionali e umani subiti.
"Per me è la fine di un incubo - ha fatto sapere il medico attraverso il suo legale - Sono molto soddisfatto per l'esito positivo dell'indagine, che per me è sempre stato scontato dal momento che sapevo di non aver fatto nulla di male, certo della mia innocenza. Quanto è accaduto nell'ultimo anno ha avuto forti ricadute a livello umano e sul mio lavoro, ma ora il peggio è alle spalle e sono felice che tutto si sia concluso per il meglio. A tal proposito, voglio ringraziare il mio avvocato, Massimiliano Orrù, per avermi sostenuto nei momenti più duri e per avermi assistito con professionalità".












