Indietro
menu
Newsrimini Rimini Vita della Chiesa

In 2.800 al Palacongressi per ascoltare don Julian Carron

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Ven 7 Dic 2012 10:52 ~ ultimo agg. 24 Mag 17:39
Tempo di lettura 3 min

Don Carron parla di quell’intuizione originaria che ha dato vita ad una storia unica. Dell’incontro fatto da uno sparuto gruppo di ragazzi riminesi che un’estate di cinquant’anni fa incontrarono alcuni coetanei milanesi. Parla della sequela di don Giancarlo Ugolini a don Giussani, che ha fatto si che quel piccolo nucleo originasse un movimento che ha portato tanti frutti. Viene sollecitato dalla presidente del Meeting Emilia Guarnieri, da una giovane stilista, da un imprenditore. Parla delle sfide della storia, della crisi, della certezza della fede che unica sostiene il cammino di ogni cristiano. Della testimonianza che ogni credente è chiamato a dare al mondo. La sala è in un ascolto contemplativo. Il titolo dato alla riflessione è “stupiti da Cristo, sfidati dalla storia”.

Quello che succede nella realtà – dice don Carron nell’intervista rilasciata a IcaroTV – è una sfida costante alla nostra fede, per verificare se quello che abbiamo incontrato è così decisivo da poter affrontare tutto. Questa è la grande verifica a cui si sottomette la fede cristiana per mostrare il suo splendore e la sua verità“.

La storia di Cl a Rimini, che cosa rappresenta per l’intero Movimento?

Mi sembra che sia un esempio luminoso di cosa voglia dire accogliere un seme come la fede in una realtà come quella di Rimini e che razza di generazione, di comunità e di opere può generare. In tutto il mondo è conosciuto il Meeting. Una cosa grande, ma tutto è partito da una cosa molto semplice: don Giancarlo si è lasciato colpire dalla diversità dell’esperienza di alcuni ragazzi che venivano da Milano e in cui ha visto qualcosa che interessava la sua vita e l’ha seguito. Questa semplicità è l’inizio della storia cristiana, è la vicenda di Andrea e Giovanni che hanno seguito l’imprevisto che hanno trovato in Gesù. L’origine di ogni opera è così, dopo, secondo il disegno del Mistero, può generare un’opera grande come quella che è nata a Rimini con una ricchezza che commuove tutti.

50 anni di storia: un arrivo ma anche un inizio Qual è il suo messaggio, il suo invito ai riminesi del Movimento?

L’invito è semplicemente essere disponibili a rispondere ad un nuovi inizio secondo una modalità che non sappiamo quale sarà ma che se noi siamo disponibili come lo siamo stati fino adesso ci permetterà di vedere cose grandi. Cosa succederà nei prossimi 50 anni lo vedremo, questo riguarda il Mistero che può fare del nostro piccolo si quello che Lui desidera, a noi corrisponde solo una preoccupazione: il dire di si, al resto penserà Lui.

Siamo chiamati ad una nuova evangelizzazione. Lei ha partecipato al recente sinodo proprio su questo tema. Quale grande sfida ci aspetta?

Mi sembra che sia apparso chiaro nel Sinodo che di fronte al deserto, usando la parola che ha usato il Papa, non bastano solo strategie pastorali nuove. Occorre la conversione: è Dio che fa fiorire il deserto, la questione vera è se noi siamo disponibili a seguire quell’inizio nuovo che il Signore fa accadere. Se noi lo seguiamo saremo i primi a scoprire che si può ripartire da qualsiasi situazione anche nel deserto.

Cosa le piace soprattutto dei riminesi?

Mi piace la loro capacità d’iniziativa. Stupisce come da una comunità piccola come quella originaria nata qui a Rimini sia da subito partita una novità e una quantità di opere, di iniziative, di creatività che colpisce. E’ una cosa che ogni riminese ha nel suo Dna e questo è un grazia per tutti, perchè dice che l’uomo quando si lascia colpire da quello che Cristo fa davanti a lui, può dare un contributo al bene di tutti.

NewsRimini

Altre notizie
di Redazione