Divieto di fumare nei locali pubblici. Ma chi lo rispetta? I dubbi di un lettore


‘è da anni ormai che nei locali da ballo – si legge nella mail del lettore – la legge praticamente non si applica più, sembra di essere tornati agli anni 90 quando si tornava a casa con quell’odore acre di fumo addosso e la voce rauca. La gente può tranquillamente fumare in faccia agli addetti della Sicurezza, senza nascondersi, e senza che gli venga detto nulla’.
Il lettore descrive poi una serie di situazioni specifiche nelle quali ha fatto presente agli addetti alla sicurezza la situazione ma loro, di tutta risposta hanno detto che si trattava del ‘fumo di scenografia’.
Giusto per rinfrescare la memoria a chi deve tutelare il rispetto della salute altrui, ricordiamo che: sono previste sanzioni anche per chi deve far rispettare il divieto e non compie il proprio dovere; anche in questo caso, gli importi si raddoppiano se sono presenti donne incinte o bambini. Sono chiamati a vigilare i titolari degli esercizi pubblici e il datore di lavoro. Quest’ultimo può delegare a terzi tale compito, in questo caso i nomi delle persone preposte vanno segnalate sull’apposito cartello di divieto di fumo. Le eventuali violazioni devono essere riportate su un verbale da consegnare alla Polizia locale, che contenga il nominativo del trasgressore e la violazione.
Le sale fumatori sono soggette a pesanti restrizioni: devono essere ventilate separatamente, con specifici valori circa il tasso di ricambio dell’aria. La pressione atmosferica, al loro interno, deve essere costantemente più bassa di quella delle sale adiacenti. Devono inoltre essere munite di porte scorrevoli a chiusura automatica.
Nel nostro Paese è vietato fumare in uffici pubblici, ospedali e locali aperti al pubblico (pubblici e privati), compresi bar, ristoranti, luoghi di svago, palestre e centri sportivi, con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e in casa propria.