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omicidio paganelli

Dassilva ha ripreso lo sciopero della fame

In foto: Louis Dassilva, fuori dal tribunale di Rimini (foto Migliorini)
Louis Dassilva, fuori dal tribunale di Rimini (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Sab 7 Giu 2025 17:12 ~ ultimo agg. 16:00
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Da una settimana Louis Dassilva, detenuto nel carcere dei Casetti dal luglio scorso con l'accusa di aver assassinato Pierina Paganelli, ha iniziato nuovamente lo sciopero della fame. "Rifiuta ogni tipo di cibo, ma per lo meno introduce liquidi", ha fatto sapere l'avvocato Riario Fabbri, che insieme al collega Andrea Guidi assiste il 35enne senegalese. A inizio maggio Dassilva, che viene descritto molto dimagrito e provato psicologimente, era stato ricoverato all'ospedale Infermi di Rimini in coma metabolico, dopo che per sette-otto giorni aveva portato avanti lo sciopero della fame e della sete come forma di protesta contro la decisione del gip di Rimini e del Riesame di confermare la sua custodia cautelare in carcere. Il 9 maggio era stato poi dimesso e aveva fatto ritorno nel penitenziario. Da quel momento in poi aveva sempre continuato a nutrirsi, prima dell'improvviso, nuovo stop. 

Lunedì mattina, salvo peggioramento delle sue condizioni di salute, dovrebbe comparire nell'aula L de tribunale di Rimini, scortato dalla polizia penitenziaria, per assistere al conferimento dell'incarico da parte del gip Vinicio Cantarini sui rumori e sulle voci captate la notte dell'omicidio di Pierina e la mattina seguente dalla telecamera interna al box auto di un condomino di via del Ciclamino. Si tratta del quinto incidente probatorio del caso, richiesto dagli avvocati di Louis per stabilire con certezza se si senta la voce di Dassilva - come sostiene la Procura - o se invece si tratti soltanto di rumori indecifrabili come ritiene la difesa. Sempre lunedì si metterà la parola fine anche all'incidente probatorio sulla famosa Cam3 della farmacia San Martino, dopo che i periti del tribunale di Rimini hanno messo nero su bianco che non è possibile determinare in maniera univoca se l'uomo ripreso in via del Ciclamino pochi minuti dopo l'omicidio della 78enne abbia la carnagione chiara o scura. 

Una conclusione che, unita al precedente responso di marzo circa l'acclarata incompatibilità tra l'altezza dell'ignoto e quella del senegalese, fa dire ai legali di Dassilva che il loro assistito è stato detenuto in carcere per otto mesi (almeno fino a marzo) sulla base di un indizio rivelatosi del tutto infondato. 

 

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