Chirurgia e chemioterapia insieme: tecnica innovativa all’Infermi


si tratta del trattamento integrato della carcinosi peritoneale, che, riferisce l’AUsl riminese, sta consentendo di avere risultati incoraggianti, quanto a sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti.
La presentazione della terapia a cura dell’Ausl:
Questa tecnica è basata su un approccio terapeutico loco-regionale che combina la chirurgia citoriduttiva e la chemio-ipertermia intraperitoneale, viene già praticata presso l’Ospedale “Infermi” di Rimini e in altri limitati centri nazionali di alta specializzazione di chirurgia oncologica e contempla un coinvolgimento multispecialistico. La chirurgia citoriduttiva consiste nell’asportazione delle masse neoplastiche residuate dopo i trattamenti chirurgici e medici chemioterapici, del peritoneo interessato e degli organi in esso avvolti. La chemio-ipertermia intraperitoneale è una chemioterapia che viene effettuata all’interno dell’addome, una volta terminato l’intervento chirurgico e chiusa la parete addominale, utilizzando particolari chemioterapici portati a una temperatura di circa 42.5 gradi centigradi, grazie all’utilizzo di una speciale apparecchiatura.
L’intervento dura circa 10-12 ore ed il paziente viene di regola trasferito al termine dell’intervento in Terapia Intensiva dove rimane per altre 24-48 ore. A tutt’oggi sono stati trattati 15 pazienti. Solo negli ultimi sei mesi ben 6 pazienti (età media 59.5 anni) sono stati sottoposti con successo a tale metodica, ma grazie ad una attenta selezione dei casi e all’integrazione maggiore degli specialisti interessati, si prevede di trattare “solo” 10 pazienti l’anno. La loro accurata selezione è risultata infatti essere alla base dei buoni risultati e di una diminuzione dei rischi (in termini di mortalità e morbilità peri e postoperatorie).
Una simile tecnica può essere messa in atto in virtù di uno sforzo significativo della struttura, e di una stretta collaborazione e spirito di squadra tra professionisti diversi (medici, infermieri, tecnici) e tra professionisti medici di varia specializzazione. I chirurghi della Chirurgia Generale dell’“Infermi” (guidata dal dottor Gianfranco Francioni) operano infatti in stretta collaborazione con Direzione Sanitaria (dottor Paolo Masperi e dottoressa Angela Perna), Sppa (dottor Massimo Del Bianco), Oncologia (diretta dal professor Alberto Ravaioli), Anestesia Rianimazione (guidata dal dottor Amedeo Corsi), personale tutto di sala operatoria, ginecologi, anatomopatologi, gastroenterologi, urologi, radiologi, medici di laboratorio, fisiatri, fisioterapisti, la psicologa, dottoressa Cinzia Livi, oltre, come detto, al personale infermieristico e ausiliario dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale. Un riconoscimento particolare va alla dottoressa Paola Bignami (Multimedica, Int, Milano) per l’amichevole e competente opera di tutoring.
Il trattamento interessa tumori storicamente considerati a prognosi infausta, come quelli gastrointestinali o ovarici con interessamento del peritoneo. Le patologie che si avvalgono del trattamento sono patologie rare come il mesotelioma peritoneale, lo pseudomixoma peritonei e il carcinoma sieroso papillare del peritoneo ovvero neoplasie a primitività gastro-intestinale e ovarica con interessamento peritoneale.