Centro storico in crisi. Galvani (FDS): canoni calmierati per gli affitti


“Sono stati adottati provvedimenti giusti da parte dell’Amministrazione Comunale – ricorda Galvani – “come adottare il coefficiente al massimo per quanto riguarda l’applicazione dell’IMU sugli immobili sfitti e, quindi, promuovere, anche per questa via, una forma di disincentivo a mantenerli tali, oppure come il nuovo regolamento adottato dal Consiglio Comunale per mantenere in condizioni decorose ed evitare il degrado ambientale per tutti quei locali commerciali chiusi”.
Ma poiché “Non possiamo curare un tumore con l’aspirina”, come premette il consigliere, servono altre misure, come “Un’azione più incisiva di controllo per contrastare i contratti al nero”.
L’idea è quindi di promuovere un accordo territoriale tra le associazioni di categoria che gestiscono le attività commerciali, i sindacati e le associazioni dei proprietari, per indicare un di canone concordato minimo e massimo, “che faccia da calmiere sul fronte dei canoni e da stimolo per le attività economiche” e stimolare al recupero del patrimonio edilizio abitativo del centro storico.
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Sulla crisi del centro storico pubblichiamo anche la lettera di un lettore:
Scrivo per spiegare ai lettori cosa sta insidiando la vitalità commerciale e l’appeal del centro storico di Rimini. Tasse ma non solo tasse, l’imu una mazzata, il colpo di grazia ma c’è altro. Siamo di fronte ad un processo che viene da lontano ed ha molte ragioni tra cui diciamo subito l’attuale crisi economica. Sostanzialmente tuttavia il centro perde appeal per 1) cambiamenti sociali; 2) perchè esso oggi è irraggiungibile. La gente oggi è comoda ed è pigra. Si sposta su mezzi a motore: non mi fai entrare? No problem, sono nati tanti “centri” attorno alla città, questi fenomeno – la inaccessibilità – è all’origine della nuova primavera dei borghi e naturalmente del successo dei centri commerciali. La colpa è dei tecnici comunali e degli amministratori pressapoco dal ’90 in avanti. Eliminazione del parcheggio Arco d’Augusto esempio che ” rifornirva ” la zona a levante. Pedonalizzazione come religione. Dove puoi far passare in macchina DEVI far passare. Ci vuole pragmatismo, non ideologia pseudoecologista: ai lati delle strade DEVI consentire i Parcheggi. Gente chiama gente si dice. Il popolo dei mezzi pubblici adesso prende altre strade: il bus li lascia in via Roma, possibile!? Scooter e mezzi di piccole dimensioni, peso, altezza, come da codice: perchè non farli entrare almeno in certi orari? Una follia! Una insensatezza! Passato: Autobus in piazza Tre Martiri (“oooh”), strade carrabili: Cairoli, Mentana, IV Novembre etc. Orami le periferie e le frazioni sono autonome, c’è tutto perchè venire in centro? Hanno spostato le scuole, tutte: che senso ha? Le periferie hanno dovuto atrezzarsi per la inaccessibilità del centro che oggi non ha più appeal. Gente di fuori, ogni tanto, ma chi te lo fa fare sennò? Bologna è pedonalizzata così? Non risulta: piazza Maggiore e dintorni soltanto. Senza dire che dove pedonalizzano fanno parcheggi, scavano, scale mobili (Arezzo), “prima succede a Rimini?” Ma va’ là: questa è la città delle chiacchiere e dei proclami. E la gente verrà sempre meno in centro.
A.Zobeta