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Caro carburanti: i gestori riminesi lamentano calo vendite del 10%

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mar 6 Set 2005 17:21 ~ ultimo agg. 11 Mag 09:52
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L’impennata del costo del petrolio e il conseguente aumento dei prezzi al pubblico si fa sentire pesantemente sui consumi di carburanti – si legge in una nota dell’associazione – Gli ultimi dati diffusi dal Ministero delle Attività Produttive evidenziano un calo delle vendite di ben 134 mila tonnellate di benzina rispetto a luglio dell’anno scorso, pari a un taglio che supera il 10 per cento.
Rimini – prosegue la nota – stando alle rilevazioni dei benzinai dell’Associazione provinciale, gestori di impianti stradali di carburanti Figisc-Confcommercio, non si sottrae a tale situazione, confermando la diminuzione delle vendite di carburanti, più o meno nella stessa percentuale.
Sono in diminuzione, inoltre, anche tutti i servizi accessori offerti dagli impianti, come l’autolavaggio, il cambio dell’olio, la sostituzione dei tergicristalli.

“Il vero problema dice Armando Cannini, presidente provinciale della Figisc-Confcommercio – è che la gente ha meno soldi da spendere e risparmia dove e quanto può. Per quel che riguarda l’attività del gestore, oltre ai minori introiti, aumentano anche i costi a carico delle nostre attività. Per acquistare un’autobotte di carburante ci troviamo ad anticipare somme di denaro notevolmente maggiori rispetto a solo un anno fa, subendo in prima battuta l’aumento del prezzo del greggio”.
“Ma un altro aspetto che ci danneggia non poco – continua Cannini- come categoria è il diffondersi tra l’opinione pubblica dell’idea, sbagliata, che il gestore possa incidere sul prezzo della benziana, aumentandolo a piacimento. Invece, il guadagno del gestore su un litro di benzina rimane lo stesso anche se il prezzo di vendita dovesse, per assurdo, arrivare a 10 euro al litro. Non solo, gli accordi sottoscritti con le varie compagnie petrolifere ci obbligano al rispetto di precisi prezzi massimi, un impegno che tutela il consumatore contro qualsivoglia rialzo ingiustificato di prezzo di benzine alla pompa”
“Bisogna aver ben chiaro il concetto – continua Cannini – che il prezzo del carburante alla pompa è la somma di una miriade di componenti, la cui parte principale è a beneficio dello Stato. Iva ed accise si portano via circa il 61% e al gestore rimane, sull’attuale prezzo, poco più del 2% lordo di quanto pagato dall’automobilista. Secondo il nostro punto di vista, e il,presidente nazionale Figisc Luca Squeri lo ha ribadito in più occasioni nelle sedi opportune, è su questo piano che si dovrebbe intervenire per ridurre i prezzi, sforbiciando sui tributi che gravano sul gasolio e soprattutto sulla benzina, il cui prezzo industriale è più basso del diesel. Non crediamo ci siano altre strade”.

Composizione del prezzo medio della benzina in Italia al 22/08/2005 (dati €/litro, fonte Ministero delle Attività Produttive)

Prezzo al consumo pari a € 1,276, così suddiviso:
Prezzo industriale (comprendente il costo della materia prima, raffinazione, costi di stoccaggio e distribuzione primaria, costi di distribuzione secondaria, margine del gestore (circa il 2%), margine industriale, ecc.) € 0,499 (39,11%)
Accisa € 0,564 (44,20%)
Iva € 0,213 (16,69%)

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