Capitale della Cultura. Tifo “partititico” per l’Aquila, Il Pd invita il Ministro ad essere garante


Nei giorni scorsi il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad aveva auspicato una scelta di trasparenza e senza intromissioni di alcun tipo per la Capitale della Cultura 2026. Oggi il tema diventa al cento di un dibattito nazionale. In particolare la preoccupazione su possibili pressioni politiche è espressa dai parlamentari del PD che intervengono a fronte ad alcune esternazioni di esponenti politici della maggioranza di Governo, in particolare del senatore abruzzese di FDI Liris. L’Abruzzo va al voto il prossimo fine settimana. I Dem richiamano il Ministro Sangiuliano perché si faccia garante di un percorso corretto e trasparente.
Ad intervenire il parlamentare riminese del PD Andrea Gnassi che riporta le dichiarazioni di Liris: “Certo, la competizione dipende dal valore dei dossier, e deciderà la giuria. Ma sentiamo la vicinanza di tanti parlamentari amici dell’Aquila e anche del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Abbiamo carte importanti da giocarci a Roma”. Queste, testuali, le parole del senatore abruzzese di FDI, Guido Qurino Liris, all’indomani delle audizioni delle città finaliste a Capitale Cultura 2026. Al di là di come la si pensi, credo che queste frasi non solo siano figlie della peggiore politica, cioè quella che premia gli ‘amici’ piuttosto che le competenze, ma soprattutto siano un’offesa alla stessa città di L’Aquila, al riconoscimento stesso del premio, alle città che sono alle audizioni finali, al Paese intero. Che poi non si abbia ormai neanche il pudore di tacere almeno in pubblico, anzi farne un vanto magari in coincidenza delle prossime elezioni di domenica in Abruzzo, più che un cattivo pensiero risulta un fatto evidente. Il centrodestra in difficoltà promette autostrade (la Roma-Pescara) e premi (Capitale della cultura, “abbiamo gli amici a Roma”). Tutte e 10 le città finaliste meritano un plauso per il loro impegno. Creare il sospetto che, come nel romanzo di Orwell, qualcuno sia ‘più uguale degli altri’ per motivi di vicinanza politica fa un pessimo servizio a tutti. L’Italia intera e “La capitale italiana della cultura “non hanno bisogno, per sostenere e promuovere i propri tesori culturali artistici paesaggistici e umani di una politica che riporta il Paese a quegli anni in cui qualcuno prometteva una scarpa destra prima del voto e quella sinistra dopo lo stesso e cioè il “se mi voti ti do un premio”. Questa bassezza e questa miseria sono davvero una cosa da piccolo Paese . Il Ministro Sangiuiliano chiarisca e intervenga per ridare senso e credibilità”.
Sulla stessa linea anche la capogruppo democratica nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi: “Il titolo della Capitale italiana della Cultura resti fuori dalla campagna elettorale – ha dichiarato -. Chiediamo al ministro Sangiuliano di essere garante della correttezza della procedura. Sappiamo, purtroppo, che diversi esponenti della maggioranza, in particolare del partito del ministro, stanno utilizzando questo importante riconoscimento per finalità politiche. Non vorremmo che la Capitale della Cultura italiana, a cui partecipa meritatamente la città de L’Aquila, diventi uno strumento per la propaganda del centrodestra. Sangiuliano blocchi immediatamente i suoi colleghi di partito che stanno andando in giro, in Abruzzo e all’estero, usando il suo nome per fare false promesse agli elettori“.