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dovrà risarcirlo

Canta brano con insulti alla polizia per strada e viene denunciato da un agente

In foto: due agenti della polizia di Stato in centro storico
due agenti della polizia di Stato in centro storico
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Lun 15 Mag 2023 15:47 ~ ultimo agg. 16 Mag 12:09
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Sì è sempre difeso affermando che quegli insulti, cantati per strada, facevano parte di un ritornello di un brano musicale: “Io sono libero di cantare quello che voglio”, affermò al poliziotto che gli chiese spiegazioni. Ebbene, per quelle frasi pronunciate al cospetto di un agente della polizia di Stato in divisa, un 33 albanese, difeso dall’avvocato Stefano Caroli, è stato denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale. Non solo, perché il pubblico ministero ha disposto nei suoi confronti il decreto di citazione a giudizio che lo ha portato davanti al tribunale monocratico di Rimini.

Era il 7 maggio del 2020, quando il 33enne albanese, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia, mentre si trova a passeggio con un’amica tra Corso d’Augusto e via Bastioni Settentrionali, a Rimini, incrocia un agente in servizio alla questura di Rimini che lo riconosce.

Lo straniero con tono di voce piuttosto alto canticchia le seguenti frasi: “Fuck la police, fuck la police”, attirando inevitabilmente l’attenzione del poliziotto. Che lo ferma e gli chiede spiegazioni. “Sto solo cantando una canzone e poi a te non deve importare”, è la risposta strafottente dell’albanese. L’agente non ci sta e lo informa che le frasi pronunciate costituiscono il reato di oltraggio. Per di più ha indosso la divisa e alla scena stanno assistendo anche diversi cittadini. Come se niente fosse, però, il 33enne insiste: “Io canto quello che mi pare”.

Per non creare ulteriori polemiche in strada, il poliziotto se ne va non prima di aver invitato nuovamente l’albanese a farla finita e assumere un atteggiamento rispettoso. Il giorno dopo, quando lo straniero si reca negli uffici di piazzale Bornaccini per adempiere all’obbligo di firma, viene informato che sarebbe stato denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale. Lui non ci sta e con fare polemico ribatte: “Non sono colpevole di nulla e quest’edificio è pieno di puffi in divisa che non sanno fare proprio il lavoro. Ogni volta che incontrerò la polizia, io canterò quella canzone”. 

Il fascicolo per oltraggio a pubblico ufficiale nel frattempo è finito sul tavolo del pubblico ministero che, dopo averlo esaminato, ha deciso di disporre il decreto di citazione a giudizio. L’avvocato Caroli, in accordo col suo cliente, per evitare il processo ha deciso di risarcire il danno prima del giudizio, estinguendo così il reato. All’agente oltraggiato verranno versati 150 euro, così come al ministero dell’Interno.

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