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"servono più risorse"

Ausl Romagna. Nel 2025 si stima una perdita di oltre 200 milioni

In foto: Tiziano Carradori
Tiziano Carradori
di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Gio 10 Lug 2025 18:37 ~ ultimo agg. 18:54
Tempo di lettura 5 min

Il bilancio economico preventivo dell'Ausl Romagna del 2025 ha una una perdita stimata di 200,4 milioni di euro. Nonostante il buco molto preoccupante è arrivato il parere favorevole della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria, con una unica astensione del Comune di Bellaria Igea Marina.  In questa fase non si è ancora arrivati, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad un’intesa in merito al riparto delle disponibilità finanziarie complessive. Inoltre nel bilancio non figura la quota parte delle risorse che la Regione Emilia-Romagna si riserva di ripartire alle Aziende Sanitarie. Nel 2024, ad esempio, il bilancio preventivo presentava una perdita stimata in 173, 5 milioni di euro, ridotta a 37,4 milioni nel consuntivo per effetto dell’assegnazione di ulteriori risorse dal livello regionale.

Nonostante ciò il quadro resta particolarmente critico: a fronte di una spesa sanitaria in aumento del 3,6% rispetto al 2024, il fondo sanitario nazionale cresce solo dell’1,8%. Si evidenzia una riduzione di 100,3 milioni di euro del valore della produzione (contributi da Regione), rispetto al consuntivo 2024, e un incremento del costo della produzione di 75,2 milioni di euro (+2,5% rispetto al consuntivo 2024). Ciò è dovuto ad un trend continuo di crescita della spesa farmaceutica e di spesa per dispositivi (incremento di 25 milioni complessivi dovuti principalmente all’aumento del numeri di casi trattati e ai costi delle terapie a maggior impatto, in particolare onco-ematologiche, immunologiche e neurodegenerative, e per i dispostivi dovuto al potenziamento della chirurgia vascolare, robotica, emodinamica, diabete e protesi acustiche); nonché ad un importante impegno di risorse destinate al recupero dei tempi di attesa e all’attivazione di nuovi servizi, tra cui i Centri di Assistenza Urgenza. Anche l'inflazione esercita una pressione significativa a cui si aggiunge l’incremento di circa 6 milioni di euro di costi delle utenze, in particolare relative all’energia elettrica. L’incremento più importante riguarda il costo del personale (+27,5 milioni pari al +3% rispetto al 2024), il potenziamento dell’area emergenza urgenza e l’avvio dell’attività di trapianto allogenico, nonché la copertura delle lunghe assenze, il potenziamento estivo e il completamento della copertura del turnover degli anni precedenti. Tra le azioni messe in campo per il recupero di risorse: la richiesta dei ticket non riscossi.

E’ un bilancio di previsione che mette naturalmente sotto i nostri occhi la realtà del tema finanziamento e sotto-finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale - afferma Enzo Lattuca, presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria -. Anche depurato da alcuni effetti distorsivi di natura strettamente contabile che amplificano quello che è un dato di realtà, il documento rappresenta in maniera chiara, non solo per questa Azienda ma anche per tutte le altre Aziende sanitarie, quella che è la cruda realtà, ovvero l’impossibilità di ridurre i costi se non a fronte dell’arretramento e della riduzione di servizi o altri ambiti di attività”.

Oggi ancora una volta presentiamo un bilancio distorto – afferma il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori - perché sulla base di indicazioni normative il documento viene forzatamente adottato a metà anno, quando si conoscono bene i costi ma non altrettanto i ricavi, che non sono ancora completamente noti, in quanto, al pari dello scorso anno, non è ancora definito a livello centrale il riparto delle disponibilità finanziarie complessive del servizio sanitario nazionale. E mancando i ricavi, inevitabilmente, si rappresenta una passività diversa da quella che si ha normalmente a consuntivo”.

La scelta di quest’Azienda - prosegue - è stata quella di non agire sul personale che rappresenta circa il 32% della spesa e che negli ultimi 5 anni è aumento solo dell’11%, quando i beni sono aumentati del 34% e l’acquisto dei servizi del 31%. Ridurre i costi del personale, che è quello che consente di erogare i servizi e di farlo nella massima efficienza, è come segare il ramo su cui si è seduti. Significherebbe bloccare lo sviluppo dei nostri servizi e rinunciare alla leva più importante per l’efficienza e la qualità dei servizi stessi. D’altronde fare sanità con tecnologie robotiche, farmaci innovativi, mininvasività ha costi elevati e il ritmo di crescita di detti costi è molto superiore all’incremento del finanziamento. Non abbiamo, a mio modesto avviso, molti margini di miglioramento nella gestione. Ciò deve essere sempre perseguito, ma questa Azienda ha già un costo medio pro capite inferiore di 70 euro alla media regionale. Non ci sono strade alternative: o si mette mano alla struttura dell’offerta, cosa a mio avviso profondamente sbagliata ma che non sta a me decidere, oppure si adegua il finanziamento alle necessità. A bilancio consuntivo ci aspettiamo di ridurre il disavanzo, così come già avvenuto per il 2024, con le risorse che attualmente sono ancora allocate al livello regionale”.

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