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Accusa di incompatibilità a vicesindaco Lisi. Giovedì l’udienza

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 29 Ago 2011 19:30 ~ ultimo agg. 14 Mag 14:01
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Oggi intanto l’accusa, guidata dal consigliere comunale del PDL Gioenzo Renzi, ha spiegato alla stampa le proprie motivazioni.

Il testo unico sugli enti locali dice che gli assessori per essere nominati devono rispondere agli stessi criteri di eleggibilità dei consiglieri comunali. Tra questi, non avere ruoli di rappresentatività per associazioni che intrattengono rilevanti rapporti economici con l’ente in questione. Si basa su questa interpretazione il ricorso che tre cittadini hanno intentato al Tribunale Civile per la decadenza di Gloria Lisi. Come legale rappresentante dell’associazione Madonna della Carità, la Lisi, ricorda il consigliere Renzi, capofila della battaglia, ha firmato consistenti convenzioni con il Comune, a partire da quelle per i piani triennali 2009- 2011 del Distretto Rimini Nord. Per stare sul sicuro, dicono gli avvocati Rufo Spina e Andruccioli, la Lisi avrebbe dovuto dimettersi entro il 16 aprile, scadenza per le liste elettorali. Le dimissioni, tramite raccomandata, sono state presentate il 16 giugno, il giorno prima della nomina della Giunta. Ma accolte e quindi effettive dal 20 giugno, spiegano i ricorrenti, per i quali è sospetta la data di accettazione di incarico di assessore, il 20 giugno, aggiunta a penna a fianco del suo nome.
Oltre alla legittimità, Renzi sottolinea anche l’inopportunità politica delle deleghe assegnate, proprio quelle degli ambiti dove la Lisi operava nell’associazionismo.
In merito, il Comune aveva già risposto a un’interrogazione di Renzi chiarendo che non sussiste ad oggi nessuna situazione di conflitto e che la Lisi, per le norme specifiche sugli incarichi in cooperative, non sarebbe neanche stata obbligata a rassegnare le dimissioni, comunque avvenute nei tempi (vedi notizia).

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