Accoltella il vicino dopo presunte frasi blasfeme, condannato per lesioni permanenti


Sarebbero state delle frasi blasfeme a innescare una vera e propria aggressione, con l’utilizzo di un coltello da cucina, ai danni di un vicino di casa. Per quei fatti, che risalgono al 20 gennaio del 2023, un 32enne residente a Villa Verucchio era finito a processo con l’accusa di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. L’imputato, difeso dall’avvocato Filippo Cocco, è stato giudicato con rito abbreviato. Il gup del tribunale di Rimini, Raffaele Deflorio, dopo aver riconosciuto le attenuanti generiche, lo ha condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. La richiesta del pubblico ministero era stata di 3 anni e 8 mesi.
Nei confronti dell’aggressore, seguito dai servizi sociali, è stata applicata inoltre la misura di sicurezza dell’assegnazione ad una casa di cura e custodia (Rems) per la durata di un anno. Infatti, lo psichiatra incaricato dalla Procura, aveva riscontrato un’attenuata capacità di intendere e volere del 32enne, che alternerebbe momenti di lucidità ad altri di confusione. L’imputato quella sera avrebbe sentito il vicino (un 42enne padre di famiglia, che stava cenando con moglie e figli) bestemmiare e così avrebbe suonato alla porta del suo appartamento. Quando l’uomo aprì, si trovò di fronte il vicino con il coltello in mano, che lo aggredì in maniera ingiustificata senza proferire parola. Il 42enne cercò di scappare dentro casa, ma fu rincorso e colpito con ripetuti fendenti al viso, alla schiena e alle braccia. “In tal modo – scrive la Procura – l’aggressore gli procurava uno sfregio permanente al volto”.
Il 42enne, che ha sempre negato di aver pronunciato frasi blasfeme, si è costituito parte civile nel processo attraverso l’avvocato Davide Grassi. Il giudice ha stabilito nei confronti della persona offesa un provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro come risarcimento del danno. Novanta giorni per conoscere le motivazioni. Possibile il ricorso in Appello.