Ancona-Rimini 1-3, il dopogara


Le dichiarazioni al termine di Ancona-Rimini 1-3 (leggi notizia).
Gianluca Colavitto, allenatore dell’U.S. Ancona. “Su queste situazioni di campo noi siamo recidivi e purtroppo io non sono riuscito con questo gruppo ad incidere su questo aspetto, quindi alla minima disattenzione ti sciogli. Questo è un grosso limite, su questo limite da quando sono ad Ancona non sono stato efficace. Direi che il primo tempo è stato uno dei tanti, veramente importante, bello. Dispiace. Vorrei stare all’interno del campo per aiutarli, purtroppo sto in panchina e per quanto mi possa sgolare non riesco ad incidere”.
Aveva avuto qualche avvisaglia nell’intervallo? “No, non ho avuto nessuna avvisaglia, anzi. Questa è un’annata molto molto particolare, quindi sarà ancora più bello compiere l’impresa, che molti forse danno per scontata, ma la salvezza scontata non lo è”.
Tatticamente qualcosa non ha funzionato nella ripresa o il crollo è dovuto solo a motivi psicologici? “Io, come ho sempre detto, se si vanno ad analizzare i gol subiti, soprattutto il primo, che ha “stappato” il Rimini e ti ha reso fragile, è un gol che in Legapro non devi subire. Lo hai subito, poi è successo quello che è successo”.
Qual è stato l’errore più evidente sul primo gol subito dall’Ancona? “Molto spesso mi è capitato di parlare con voi di aspetti di tattica individuale: lì si è sbagliato nella tattica individuale in fase di possesso palla e quindi ci siamo consegnati all’avversario, il Rimini si è consegnato a noi non so quante volte nel primo tempo e siamo andati all’intervallo avanti di un solo gol. Poi magari facevi tre gol e il Rimini vinceva 4-3. È la terza volta che ci fanno questo scherzetto le squadre avversarie, e la terza è una prova. E in questo il sottoscritto purtroppo non ha inciso”.
Lei è da tempo che dice che deve lavorare sulla mente dei ragazzi. Cosa succede a questo punto? “Succede che chi è al comando della barca non sta drizzando questa rotta. Mi è capitato in passato di usare un proverbio abruzzese, quindi il sottoscritto si assume le responsabilità da quando sono arrivato, me le sento tutte mie, mi danno ancora più forza per andare avanti, perché poi l’impresa sarà ancora più bella. Per gli altri, perché quando alleno spesso divento un contenitore di aspettative, vuol dire che vedete in campo una squadra. Sarà ancora più bello salvare l’Ancona. Non penso minimamente di avere colpe, tante, ma tante responsabilità. Sono consapevole di dove sto, sono consapevole che alleno un gruppo di ragazzi con un’alta percentuale di fragilità, su questo aspetto, su queste passività mentali, su queste fragilità non sto incidendo. È questo il punto. La partita di Pesaro, la partita di Vercelli, la partita di Alessandria, e non sempre puoi fare queste partite. Dove sta scritto che l’Ancona sia così dominante e poi esca così. Succederà la partita in cui l’Ancona non entrerà in campo. In una situazione abbastanza pesante ho detto questa è una partita importante, difficile ma non decisiva. A questo punto potrei dare appuntamento ai ragazzi già ad Arezzo, senza fare allenamenti, perché la squadra in campo lavora come deve lavorare. Però siamo in Italia”.
Questa sconfitta può lasciare scorie? “Può succedere, però, sembrerà strano, ma l’esperienza mi dice che dopo Vercelli non ha lasciato scorie, dopo Alessandria non ha lasciato scorie, dopo Pesaro non ha lasciato scorie. Spero non lasci scorie. Però si paga troppo, a caro prezzo, l’errore”.
Le assenze possono aver pesato? “Anche quando c’erano gli assenti la musica non è cambiata. Chi sono gli assenti? Clementi, Paolucci, Martina… c’erano anche loro nelle ultime partite. Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Il prodotto deve essere solo ed esclusivamente cercare di portare in porto questa barca, in tutti i modi”.
Emanuele Troise, allenatore del Rimini F.C. “Credo che sia una partita di calcio come tante altre, che si gioca sui 90-95 minuti, ci sono i nostri demeriti nel primo tempo ma anche il merito di un avversario che è riuscito ad aggredirci. Noi siamo stati lenti e quindi gli permettevamo di venirci ad aggredire. L’altra cosa che ho notato è che stavano mettendo più qualità di noi: nell’ultimo quarto siamo stati imprecisi. Questa qualità proviene da una trasmissione lenta, chiedevo a Lamesta di attaccare più gli spazi piuttosto che venire incontro, anche sul gol subito siamo stati un po’ lenti nell’andare a prendere i riferimenti, e l’Ancona ha trovato il vantaggio. Nel secondo tempo ho detto di aumentare la qualità, di attaccare in verticale. Malagrida, che mi ha dato grande disponibilità giocando a tutta fascia, ha dato alla squadra la possibilità di realizzare questi tre gol che aumentano consapevolezza. Un percorso il nostro partito proprio con l’Ancona all’andata. Ci permette di ambire a fare punti anche in partite come questa se non con avversari di media-alta classifica. Oggi faccio i complimenti ai ragazzi, e aggiungiamo un altro tassello al nostro cammino”.
Cosa ha determinato la svolta dopo il primo tempo, giocato male dal Rimini? “Quello switch di mentalità che ho chiesto tante volte e che i ragazzi stanno mettendo in pratica. Gestire la partita senza fare calcoli, anche in vista dell’appuntamento di mercoledì, che sappiamo quanto sia importante. Recanati, Pontedera e oggi confermano un cambio di mentalità importante”.
Un passo indietro sul piano del gioco. “Da questo punto di vista credo che abbiamo fatto un passettino indietro rispetto alla partita di domenica con il Pontedera: avevamo subito il gol anche in quell’occasione, ma sul piano del gioco non avevamo subito. Dalla panchina oggi avevo la sensazione che eravamo troppo lenti, ci mettevamo sotto pressione perché spesso si andava indietro piuttosto che avanti. Avevo chiesto a Lamesta e Malagrida di attaccare la profondità. Per l’altra metà della motivazione metto il merito dell’avversario, che ci ha messo in difficoltà: Simone (Colombi, ndr) ha fatto qualche intervento importante. Abbiamo dimostrato di essere una squadra che mette in campo mentalità, consapevolezza e alza il livello con personalità”.
Quanto è importante arrivare alla semifinale di ritorno della Coppa Italia di Serie C reduci da tre vittorie di fila? “Tantissimo, perché sappiamo che andremo a giocare in un campo che sarà un inferno. Non possiamo pensare di andare a Catania e subire l’ambiente e una squadra molto forte. In pochi giorni dobbiamo prendere atto di quanto successo oggi. Dobbiamo andare a Catania consapevoli di quanto fatto nel secondo tempo e anche del fatto che, come hanno dimostrato anche le partite precedenti, se andiamo in campo con la giusta mentalità e personalità diventa difficile anche per gli altri”,
Marco Garetto, centrocampista del Rimini F.C. Cos’è successo nell’intervallo per questa metamorfosi della squadra? “Possiamo definirla così perché oggi rispetto alle due partite scorse il primo tempo lo abbiamo cominciato sottotono, l’Ancona ci veniva a pressare alto. Sapevamo che sarebbe stato così, ma ci ha messo ugualmente in difficoltà. Hanno trovato anche il gol. Siamo rientrati nello spogliatoio tranquilli, sapendo che avremmo potuto recupere. Eravamo tranquilli e vogliosi di riprenderla, infatti abbiamo fatto tre gol in sei minuti. Questo dice che volevamo vincere la partita a tutti i costi”.
Secondo gol personale nel giro di pochi giorni. “A livello personale sono soddisfatto, sono molto felice per il gol, anche perché da quando sono arrivato sono stato accolto super bene, con la squadra mi trovo benissimo. Abbiamo vinto la partita, sono felice per il gol e sono molto felice anche per queste tre vittorie di fila che ci danno la spinta per le prossime partite”.
Cosa vi siete detti nello spogliatoio dopo il primo tempo? “Siamo entrati negli spogliatoi sapendo che dovevamo dare di più perché l’Ancona ci stava mettendo alle strette. Trovare il gol subito ci ha dato una spinta in più: ci ha fatto arrivare prima sulle seconde palle, è stata una reazione di squadra importantissima secondo me”.
Christian Langella, centrocampista del Rimini F.C. Ha segnato di testa, non la sua specialità. “Non è una mia caratteristica però ne feci uno anche a Monopoli contro il Catania”.
L’analisi della partita. “Nel primo tempo eravamo un po’ lenti a girare la palla, sapevamo che era una squadra che ci sarebbe venuta ad aggredire forte, nel secondo tempo invece abbiamo trovato il gol del pareggio con una gran giocata di Semeraro, così poi abbiamo fatto un bel secondo tempo”.
Come mai quell’esultanza? “Mi piaceva perché la faceva l’anno scorso Kvaratskhelia, e l’ho fatta anch’io”.
È stato il suo primo gol in maglia a scacchi. “Avevo voglia di fare gol. Lo dedico alla mia ragazza, che è da un po’ che sta male, spero si riprenda presto, e anche a mio nonno, che è scomparso un mese e mezzo fa”.
Daniel Giampaolo, attaccante dell’U.S. Ancona. “Penso che nessuno si aspettava un inizio del secondo tempo così disastroso. Ci sono stati questi tre gol, trovo anche difficoltà a rispondere. Abbiamo avuto questo black out, tre gol in sei minuti una squadra come la nostra che ha un obiettivo importante non può prenderli, non può avere questi black out. Come dissi già in un’intervista il problema è più mentale: appena subiamo gol subentra un po’ di paura, un po’ di insicurezza. Cerchiamo dopo ogni allenamento di capire come uscirne”.
Nel primo tempo si è vista invece una buona Ancona. “Sicuramente dobbiamo ripartire da questo primo tempo: abbiamo dominato, non ricordo azioni del Rimini o tiri in porta dei nostri avversari nel primo tempo. La nostra pecca è che avremmo dovuto chiuderla nel primo tempo, ma è andata com’è andata”.
In più occasioni l’impressione è che l’Ancona dopo l’intervallo rimanga negli spogliatoi. “Noi siamo entrati come abbiamo cominciato la partita, convinti di poterla portare a casa. Loro hanno giocatori di qualità, non so se siano state colpe nostre o bravura loro”.
Si è rotto qualcosa anche con i tifosi. “La Curva ha ragione. Noi abbiamo un obiettivo troppo importante e non possiamo avere questi black out. Loro, com’è giusto che sia, contestano, dicono la loro. Noi dobbiamo rispondere soltanto sul campo”.