Scuola. L'appello dei genitori: presenza minima garantita
L’iniziativa è nata da un gruppo di genitori riminesi per poi essere condivisa da nord a sud. Si tratta di una proposta, messa nero su bianco in una mail inviata alle caselle pec delle istituzioni locali e nazionali, per cercare di salvare la scuola in presenza anche in caso di provvedimenti restrittivi. L’ipotesi è quella di consentire ai ragazzi di frequentare per un 33% del tempo, vale a dire due mattinate a settimana. “Un tempo ridotto per rafforzare gli apprendimenti, per rendere sinergica la didattica in presenza e a distanza, ma soprattutto uno spazio di speranza e di percorso, dal quale sempre più studenti stanno sfuggendo fino all’abbandono scolastico definitivo” scrivono i genitori.
Nella lettera si evidenzia come siano in aumento i disturbi della sfera comportamentale dei ragazzi, costretti da lungo tempo a un isolamento senza eguali. “Sacrificati da provvedimenti che mettono in contrapposizione il diritto alla salute e all’istruzione, a loro studenti la politica non riesce a dare soluzioni di mezzo. Anche il mondo della scuola cosiddetta superiore, pare aver abdicato al proprio ruolo educativo e sembra rinunciare all’obiettivo di evitare che i giovani lascino la scuola” scrivono i genitori.
“Ogni famiglia che ha aderito alla proposta – si legge ancora –, da un anno combatte silenziosamente con i propri figli l’incertezza dell’ennesima settimana a colori che chissà cosa porterà. Una piccola garanzia potrebbe essere un grande gesto di coraggio della politica, al quale però non siamo più abituati.”
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