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Avversaria del Rimini in finale di Coppa Italia

L’incredibile storia della Giana Erminio: dal nome in onore di un alpino a bomber Stuckler

di Icaro Sport   
Tempo di lettura 4 min
Lun 24 Mar 2025 00:44 ~ ultimo agg. 23:25
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La Giana Erminio porterà nella finale di Coppa Italia di Serie C una storia iniziata nel 1909. Lo statuto è ancora custodito in società. Si chiamava Unione Sportiva Argentia. Diventò Gorgonzola all’inizio degli anni ’30, poi Giana Erminio poco dopo. Nel ’44 tornò a chiamarsi Gorgonzola e dopo la fine della guerra, nel 1947, di nuovo e definitivamente Giana Erminio.

È l’unica società calcistica in Italia ad avere il nome e cognome di una persona come denominazione. Anzi, cognome e nome. Erminio Giana era un alpino originario di Gorgonzola, soprattutto un eroe morto nel 1916 sul monte Zugna, a soli 19 anni. Una visita dei giocatori in quei luoghi li scosse al punto da volerne assumere il nome sulla maglia per giocare a calcio ricordandone il sacrificio.

Sul campo, la squadra passa una vita fra i dilettanti e poi nel 2014 c’è la storica promozione in C, raggiunta dopo aver vinto tre campionati di fila. Nel 2017 la Giana arriva quinta e gioca i play off per la B; andrà ai play off anche nel 2018.

Il 2019-2020 invece è quasi una beffa: la Giana parte male, poi risale forte e arriva il Covid che ferma tutto. Dopo cento giorni di stop viene chiamata a giocare i play out nonostante avesse giocato una gara in meno delle avversarie. Perse lo spareggio con l’Olbia e retrocesse in D. Poi in estate saltarano un po’ di club e ad agosto venne ripescata. La salvezza fu firmata da Oscar Brevi in panchina. Nel 2022 di nuovo in difficoltà e arrivò la retrocessione ai play out, persi contro il Trento.

In panchina per rinascere dalla serie D venne chiamato Andrea Chiappella con un contratto triennale. Una figura enorme, il capitano delle tre promozioni consecutive verso la C e tuttora tecnico dei lombardi. Il presidente ci mise del suo e decise che i tifosi entrassero gratuitamente allo stadio per tutta la stagione. Finì con una promozione trionfale: +7 sulla Pistoiese, nello stesso girone di Sammaurese, Forlì, Ravenna e United Riccione. E arriviamo allo scorso anno: settimo posto e play off. Primo turno ok con la Pro Vercelli e poi fuori con la Triestina con parecchi rimpianti.

Un altro personaggio da ricordare è Cesare Albè, allenatore storico della squadra. Resta sulla panchina della Giana Erminio 23 anni di fila, dal 1995 al 2018, inossidabile rispetto a promozioni e retrocessioni. Nell’agosto 2014 è addirittura costretto a prendersi il patentino e a 64 anni frequenta il Supercorso di Coverciano per mantenere la titolarità della panchina.

LA GIANA ERMINIO OGGI

I lombardi sono settimi nel girone A, un punto dietro a Renate e Trento. Nell’ultimo turno hanno tritato 3 a 0 in casa la Triestina (molto farfallona sui gol). In precedenza, avevano ceduto ad Arzignano (ex squadra di Parigi), chiudendo un ciclo da sette vittorie, un pari in casa col Lumezzane e un ko 3 a 0 col Padova.
In questo campionato hanno violato il ‘Città di Gorgonzola’, che ha poco più di 3.000 posti, l’Albinoleffe, il Padova, l’Arzignano (bestia nera), l’Alcione e la Pro Vercelli. Nella semifinale di Coppa hanno eliminato il Caldiero Terme, soffrendo moltissimo sia all’andata (1 a 1) che al ritorno a Gorgonzola quando chiusero in 11 contro 9, vinsero 3 a 2 ma al 92’ il Caldiero prese un palo da un metro che avrebbe mandato la sfida ai supplementari.

La squadra gioca prevalentemente col 3-5-2. Proviamo ad immaginare la squadra che affronterà il Rimini.

In porta il giovane Mangiapoco, classe 2004 che arriva dalla Pro Palazzolo in serie D e fra i migliori guardiani del girone A.

I tre centrali dovrebbero essere: il 2004 Previtali cresciuto alla Giana, il 34enne Ferri che arriva dal Trento e il 2003 Scaringi, lo scorso anno fra Novara e Olbia.

In mediana Caferri (1999), una vita alla Giana, è squalificato. Ballabio (2000) mezzala destra, anche lui da anni a Gorgonzola.

Il cuore della Giana è Daniele Pinto, 39 anni, in biancazzurro dal 2011, quando la Giana giocava in Promozione. Una storia bellissima la sua: nel 2013 ha il problema di garantire reddito alla famiglia e il calcio non basta, quindi smette e va a lavorare. Ma è forte e l’anno dopo con la promozione in C il presidente lo richiama e gli offre due stipendi, uno in azienda e uno da calciatore. Dalle 6 alle 14 lavora, dalle 15.30 alle 17.30 si allena. È ancora in campo.
A centrocampo ci dovrebbero essere Nichetti, 29enne dall’Alessandria e all’esterno sinistro il velenoso Vincent De Maria (1999) nell’ultimo semestre dello scorso campionato alla Lucchese.

Là davanti Martin Montipò funge da raccordo, ha 25 anni e arriva dal Lentigione. Da giovane s’invaghisce dell’Islanda e ci va a giocare, restandoci quattro anni prima di tornare in Italia alla Giana.

Il centravanti è David Gharabaghi Stuckler, 2004 in prestito dalla Cremonese. Ha nazionalità danese e iraniana e lo scorso anno contribuì pesantemente alla promozione in Primavera 1 dei grigiorossi, grazie a 30 gol e 11 assist. Non ci sarà invece Tirelli, anche lui appiedato dal giudice sportivo.

Cesare Trevisani

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