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I bilanci della sanità

Chiude in pari il 2023 dell'Ausl Romagna. Ripartizione 2024: quasi 2milioni

In foto: la sede Ausl a Rimini
la sede Ausl a Rimini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 27 mag 2024 13:41 ~ ultimo agg. 13:45
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Primo passaggio in Commissione Sanità della Regione Emilia Romagna per le linee della programmazione finanziaria 2024 della sanità. La seduta si è aperta con la presentazione dei bilanci 2023 delle Aziende sanitarie, chiusi tutti almeno in pareggio. Per l’Ausl Romagna c’è un attivo di 9.804 euro. Tra i dati dello scorso anno emerge un aumento di 15 milioni di euro, a livello regionale, per l’acquisto di prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale dal privato accreditato per recuperare le liste d’attesa. Si conferma comunque come il totale dei costi superi costantemente, di anno in anno, l’ammontare dei finanziamenti costringendo ad operazioni straordinarie per far quadrare i conti. Le aziende sanitarie si dimostrano comunque tempestive nel pagamento dei fornitori: tutte nel 2023 sono riuscite a rispettare il limite dei 60 giorni (in Romagna la media è di 53 giorni).

Per quanto riguarda il 2024, l’Emilia-Romagna può contare su oltre 9,6 miliardi (9.667.542.000) di risorse nazionali. Si tratta della quota capitaria stabilita sul numero di residenti. Nel dettaglio, 7,958 miliardi andranno alle Aziende sanitarie e i restanti 1,7 miliardi saranno distribuiti dalla Regione sulla base di specifiche azioni vincolate. All’Ausl Romagna andranno 1.957.879.000 euro (il 25,5% del totale). Il documento approvato in commissione evidenzia però come in Conferenza Stato-Regioni non sia ancora stata raggiunta un’intesa su questo finanziamento. L’appello al Governo è quello di incrementare i fondi per far fronte ai maggiori costi per gli incrementi delle spese farmaceutiche (150 milioni in più nel 2024 per i nuovi farmaci) e  per i rinnovi contrattuali del personale assunto negli ultimi anni (600 milioni di euro). Dall’assessorato si spiega che questo aumento di spesa “non è compensato da un analogo incremento del finanziamento a livello nazionale, dobbiamo intervenire con risorse regionali straordinarie”.


La ripartizione delle risorse

Le risorse saranno così distribuite: a Piacenza 507.569.000 euro; a Parma 819.527.000 di cui 743.259.000 euro all’Ausl e 76.268.000 euro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria; a Reggio Emilia 872.714.000 euro; a Modena 1.235.807.000 euro di cui 1.156.650.000 all’Ausl e 79.157.000 euro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria. E ancora a Bologna 1.635.556.000 euro di cui 1.495.621.000 euro all’Ausl, 118.154.000 euro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria e 21.781.000 euro all’Istituto Ortopedico Rizzoli; a Imola 228.834.000 euro; a Ferrara 694.546.000 euro di cui 637.843.000 all’Ausl e 56.703.000 all’Azienda Ospedaliero-Universitaria. Infine, alla Romagna 1.957.879.000 euro.


Il dibattito in aula

La Lega ricorda che per il 2024 il governo nazionale ha stanziato più risorse rispetto al 2023, 5 miliardi in più a livello nazionale, che si traducono in più di 400 milioni a livello regionale. Sui bilanci del 2023 si sottolinea che la situazione è migliorata, “i conti sono in equilibrio”, ma si rileva anche che per avere i bilanci in ordine ci sono stati stanziamenti straordinari, “ad aprile sono stati spesi 9 milioni di euro”. Critiche, infine, sul tema liste d’attesa, “ancora troppo lunghe, in alcuni casi addirittura chiuse”.

Europa verde sollecita chiarimenti sul problema delle agende bloccate. Si chiedono poi numeri più chiari sulle risorse destinate al privato convenzionato.

Per Emilia-Romagna Coraggiosa, sui bilanci, “non c’è la copertura totale per l’incremento del personale sanitario, i pezzi del puzzle vengono incastrati in modo forzato”. “Le risorse nazionali risultano insufficienti – si rimarca – rispetto alla domanda di salute dei cittadini”.

Per Fratelli d’Italia, al contrario, i numeri confermano che gli stanziamenti statali sono aumentati, “mentre per mesi – si sottolinea – la sinistra aveva raccontato il contrario”. Si interviene poi sui bilanci per il 2023: “Anche in questo caso si affermava il contrario, si diceva che mancavano risorse”. Infine, da Fdi si sollecita una revisione della riforma dell’emergenza e urgenza, “c’è ancora molta confusione”.

Sulle liste d’attesa la giunta rimarca che dal prossimo 30 giugno non ci saranno più agende chiuse.