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Analisi Camera di Commerco

Come cambia il territorio: sempre meno i negozi e gli alberghi

In foto: uno dei tanti negozi sfitti del centro di Rimini
uno dei tanti negozi sfitti del centro di Rimini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 20 apr 2024 10:55 ~ ultimo agg. 21 apr 10:45
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La provincia di Rimini da sempre caratterizzata dall’elevato numero di attività nel settore dei servizi e del commercio inizia a mostrare qualcosa più di un semplice scricchiolio. I dati elaborati dalla Camera di Commercio della Romagna evidenziano infatti un calo piuttosto consistente sia degli alberghi attivi che dei negozi. Segno dei tempi che cambiano ma anche di difficoltà da tempo denunciate dagli addetti ai lavori e che iniziano a concretizzarsi nei numeri.

Nel dettaglio, al 31 dicembre 2023, in provincia risultano attive 4.673 attività del settore alloggio e ristorazione: 2.013 imprese appartengono alla prima voce e 2.660 alla seconda. Complessivamente si registra un calo dell’1,3% rispetto a 12 mesi prima con gli alberghi che, pur restando le imprese più numerose, arrivano a doppiare questa percentuale (-2,6%). Aumentano, seppur di poco (+0,3%) i ristoranti mentre i bar crollano di quasi il 3% in un anno. Alla voce personale, le attività di alloggio impiegano mediamente 9 addetti ad impresa mentre quelle della ristorazione 6,4. Nota lieta, i fatturati: nel 2023 in provincia di Rimini si rileva infatti una crescita annua pari al 2,9%. Merito anche di una buona stagione turistica (+6,7% di arrivi e +1,5% di presenze) anche se con una permanenza media che scende a 4 giorni (nel 2022 erano 4,2).

Se il settore dell’alloggio e ristorazione non ride, le cose non vanno meglio nel commercio. Le imprese attive (che rappresentano quasi una su quattro del totale del territorio) sono 8.336 con un calo del 2,8% in un anno. Nel corso del 2023 si sono registrate ben 552 cessazioni a fronte di 331 nuove iscrizioni. Solo tre le attività in crescita: i negozi di telefonia (+10,8%), le librerie (+11,1%) e le sanitarie (+15,8%). Le altre voci invece sono tutte in calo: -1,9% i negozi di abbigliamento, -1,5% le tabaccherie, -4,3% le ferramenta, -5,7% i negozi di calzature, -5,2% le edicole, -1,6% le farmacie, -2,5% i negozi di mobili, -5,7% le profumerie/erboristerie, -5,9% i negozi di frutta e verdura, -6,3% i fiorai/negozi per animali, -9,0% quelli di articoli sportivi, -6,1% i distributori, -5,1% le macellerie, -4,4% le pescherie e -16,0% i negozi di bevande. In crisi anche gli ambulanti che nel 2023 hanno perso quasi una attività su dieci. Segno meno anche per i supermercati (-2,4%) e per i grandi magazzini (-2,9%). Specchio dei tempi è invece la crescita delle imprese di e-commerce che aumentano dell’8,4% e arrivano a pesare il 7,5% del totale del commercio al dettaglio. Alla voce vendite si registra una sostanziale stabilità ma con una notevole eccezione: ipermercati e grandi magazzini crescono di ben il 4,2%.