Sanità. Pesaresi (Snami): a Novafeltria dimezzati i medici di continuità assistenziale


A pochi giorni dall’apertura del Centro di Assistenza e Urgenza di Novafeltria, torna a muovere critiche alle decisioni dell’Ausl Romagna il presidente dello Snami di Rimini Pietro Pesaresi. “L’ultimo ceffone affibbiato a Novafeltria – scrive –, dopo l’addio al pronto soccorso e la chiusura forzata dell’ambulatorio di continuità assistenziale consiste nel taglio del 50% dei medici – cioè uno su due – presenti il sabato e la domenica, medici che essendo stato chiuso l’ambulatorio di continuità assistenziale sono dedicati alle visite domiciliari. Un unico medico pertanto d’ora in poi nei diurni del weekend dovrà effettuare secondo la Asl tutte le visite domiciliari su quel vasto e accidentato territorio montano“. Pesaresi torna a criticare anche i CAU che ribattezza MBA, cioè Medicina di Base Alternativa. Un servizio giudicato ridondante, vista la copresenza a Novafeltria del Punto di Primo Intervento e dei medici di famiglia. Nel mirino anche la scelta di occupare all’interno dei CAU i medici specializzandi “che nel mio mondo ideale dovrebbero impiegare tutto il loro prezioso tempo giustappunto a specializzarsi in reparti ospedalieri specialistici avanzati: cioè quei posti dove per una visita ormai si devono aspettare tanti mesi (o anni) da perdersi la prenotazione e vedersi recapitare una multa per mancata disdetta“. Alla nota, Pesaresi allega alla nota anche la missiva da parte dell’unità operativa di Cure Primarie nella quale si precisa che da sabato 3 febbraio “sarà sufficiente un solo medico in turno per il servizio di Continuità Assistenziale diurna sulla sede di Novafeltria” quindi “il secondo medico, attualmente in turno per l’attività ambulatoriale, potrà essere impiegato presso altre sedi di CA in base alle necessità del servizio”
La nota del dottor Pietro Pesaresi (Snami Rimini)
In un vecchio film con Bud Spencer e Terence Hill c’è una famosa e gustosa scena detta “schiaffi e pistole”. Terence Hill con il suo sorrisetto mostra la pistola al suo avversario per distrarlo e cogliendolo di sorpresa gli affibbia sonori ceffoni , più e più volte, con rapide mosse imprevedibili, finché l’avversario non crolla. Ecco, quella degli “schiaffi e pistole” è metaforicamente la stessa tattica che vediamo ripetersi ultimamente in ambito sanitario un po’ ovunque da parte della azienda sanitaria. L’ultimo ceffone affibbiato a Novafeltria, dopo l’addio al pronto soccorso e la chiusura forzata dell’ambulatorio di continuità assistenziale consiste nel taglio del 50% dei medici (ai dirigenti piacciono le statistiche, che statistica sia!) – cioè uno su due- presenti il sabato e la domenica, medici che essendo stato chiuso l’ambulatorio di continuità assistenziale sono dedicati alle visite domiciliari .
Un unico medico pertanto d’ora in poi nei diurni del weekend dovrà effettuare secondo la asl tutte le visite domiciliari su quel vasto e accidentato territorio montano. Naturalmente c’è anche la “pistola” cioè il regalo del CAU, centro di assistenza e urgenza che per amor di verità d’ora in poi chiamerò MBA cioè “medicina di base alternativa” anche per rispetto deontologico e scientifico verso le vere urgenze mediche; MBA cioè servizio a bassa complessità chiaramente ridondante essendo in copresenza a pochi metri da una parte del pronto intervento e dall’altra della vera medicina di base , quella dei medici di famiglia . MBA/cau dove peraltro prestano servizio per lo più medici specializzandi che nel mio mondo ideale dovrebbero impiegare tutto il loro prezioso tempo giustappunto a specializzarsi in reparti ospedalieri specialistici avanzati: cioè quei posti dove per una visita ormai si devono aspettare tanti mesi (o anni) da perdersi la prenotazione e vedersi recapitare una multa per mancata disdetta (!). A meno che il famigerato medico di famiglia (inappropriatamente ca va sans dire) non metta “urgente” come recita ormai a disco rotto l’impiegato cup o l’infermiere di turno al povero paziente disorientato . Ma siate felici, tanto c’è la pistola, anzi il cau, anzi la MBA. Occhio al prossimo ceffone.
Pietro Pesaresi SNAMI RIMINI