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la storia

Salva una donna che rischia di annegare. Il coraggio di Sofia, bagnina trans

In foto: Sofia Scarparo, 26 anni
Sofia Scarparo, 26 anni
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 12 lug 2023 19:06 ~ ultimo agg. 13 lug 14:12
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Questa mattina era uscita col moscone per sorvegliare la porzione di mare in corrispondenza della sua torretta, all’altezza del Bagno 37 di Riccione, quando si è accorta che in acqua c’era il corpo di una donna che galleggiava a pancia in giù. Così l’ha raggiunta e, complice la differenza di corporatura tra lei e la bagnante, che non le ha permesso di issarla sul pattino, l’ha trascinata a riva a nuoto. Lì le ha praticato il massaggio cardiaco fino all’arrivo di altri due colleghi. Le pratiche rianimatorie sono durate circa tre minuti, il tempo necessario per permettere alla donna, una riccionese di una sessantina di anni, di riprendere le funzioni vitali. Poi l’intervento del 118 e la corsa in ospedale.

Sofia in torretta

Se la bagnante, forse colpita da malore, è ancora in vita, lo deve alla prontezza e al coraggio di Sofia Scarparo, bagnina di salvataggio trans di 26 anni, nata a Rimini e residente a Riccione, che tre anni fa ha intrapreso il percorso di transizione. Contattata telefonicamente, Sofia ha ritenuto importante sottolineare la sua condizione di donna trans soprattutto per evidenziare la positività e l’inclusività della cooperativa riccionese in cui lavora da 5 anni: “Temevo che i miei colleghi potessero giudicarmi e discriminarmi per questa mia decisione ci racconta la 26enneinvece mi hanno sostenuta dimostrandomi affetto. Dentro di me temevo di perdere il lavoro, avevo dei preconcetti che si sono rivelati errati”.

Qualche difficoltà in più, almeno inizialmente, Sofia l’ha incontrata in famiglia, “però adesso i miei genitori hanno compreso la mia scelta, anche se ancora mi chiamano al maschile”. Il percorso per completare la transizione dovrebbe durare ancora un paio di anni, ma la 26enne è una persona tosta, con tanti obiettivi da realizzare, tra cui “quello di laurearmi al Dams e un domani diventare assistente sociale”, e un futuro che oggi appare meno in salita di prima.

L’Arcigay Rimini in una nota ha spiegato che “spesso le persone trans sulla stampa vengono associate solitamente al mondo della cronaca nera, non di rado con espressioni e forme inadatte a rispettarne la dignità umana. In questo caso invece si racconta non solo di un caso positivo di cronaca, ma si fa sapere che esistono ambienti lavorativi inclusivi e rispettosi. La storia di Sofia è importante per molte persone trans, giovani e meno giovani, perché ci mostra che un mondo migliore non solo è possibile, ma esiste già oggi, e che bisogna prendere esempio per progredire sempre di più. Rendersi visibili come persona trans, senza ritrosie, è un bellissimo gesto di amore e di supporto per coloro che ogni giorno subiscono discriminazioni, dona speranza e infonde fiducia nell’aspirare ad una vita libera e soddisfacente”.