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giovedì 18 maggio

70 anni dall’ingresso del Vescovo Biancheri. La diocesi lo ricorda in un convegno

In foto: la locandina
la locandina
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 14 Mag 2023 10:17
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L’Archivio diocesano “Card. G. Garampi”, la Biblioteca diocesana “Mons. E. Biancheri” e il Museo diocesano “Tesoro della Cattedrale”, con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli”, ricordano con un convegno il vescovo Emilio Biancheri (1953-1976) nel settantesimo anniversario dell’arrivo nella diocesi di Rimini. L’evento, dal titolo “Storia, profezia e comunità” è in programma giovedì 18 maggio dalle 16 alle 18 alla Sala Sant’Agostino (via Cairoli 36 – Rimini), si inserisce all’interno delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico (13-21 maggio) sollecitate dalla Conferenza Episcopale Italiana, con l’intento di  promuovere una più stretta collaborazione tra  Museo-Archivio-Biblioteca (MAB) diocesani.

Interverranno il Prof. Piergiorgio Grassi, Università di Urbino Carlo Bo, Mons. Aldo Amati, parroco di san Gaudenzo, la professoressa Cinzia Montevecchi, Biblioteca “E.Biancheri” – Archivio Storico “G.Garampi”, Sabrina Zanetti, Presidente ACLI Arte e Spettacolo, Kristian Gianfreda, Assessore del Comune di Rimini.

Sabato 20 maggio alle 11 è poi in programma una visita guidata al Museo “Tesoro della Cattedrale”, in via IV Novembre, dove sono esposti diversi oggetti liturgici appartenuti al vescovo Biancheri, con Tiziana Banchi, guida turistica abilitata

Siamo convinti – spiega la professoressa Cinzia Montevecchiche le radici di quello che oggi definiamo inclusione e partecipazione, vadano cercate negli anni del suo episcopatoLo stile di povertà che lo caratterizzava lo portò ad essere particolarmente attento alle difficoltà vissute da chi gli stava intorno. Sono sue le lettere pastorali che denunciano lo sfruttamento dei lavoratori stagionali. Fu lui a istituire nel 1953 la giornata della Caritas riminese, a porre nel 1958 la prima pietra della Casa Madonna delle vette ad Alba di Canazei, che fu anche la prima pietra della futura Papa Giovanni XXIII e a lui si deve se il palazzo donato nel 1959 alla Diocesi dalla famiglia Zavatta, perché divenisse un asilo per bimbi, venne invece utilizzato per attività formative e al lavoro, un centro di addestramento professionale. Ma soprattutto a lui si deve l’applicazione in Diocesi del Concilio Vaticano II. Sottolineò, più volte,  con forza che la responsabilità pastorale della diocesi e della parrocchia non era solo del vescovo o del parroco, ma di tutti i fedeli che vogliono vivere con coerenza la loro vita cristiana. Fu lui tra i primi in Italia a dar vita a nuove strutture dove clero, religiosi e laici potessero sentirsi non più solo esecutori di ordini, ma individui responsabili della famiglia diocesana. Fu lui tra i primi in Italia a istituire il Consiglio pastorale diocesano, per favorire la partecipazione dei laici. Con una metafora il vescovo spiegava che la diocesi doveva essere come un mazzo di fiori: ciascuno col suo colore e col suo profumo.

Anche di fronte al più preoccupante versante delle scelte partitiche dei cattolici, spesso opinabili e caratterizzate da un atteggiamento polemico, continuò a sostenere che i laici dovevano assumersi le loro responsabilità. Ma anche con il “mondo” che sembrava respingere la voce della Chiesa era necessario costruire ponti. Non a caso «ilPonte» è il titolo del settimanale diocesano che mons. Biancheri volle che fosse fondato. Da quasi cinquant’anni sulle sue pagine continuano a essere “raccontati” esempi di inclusione e partecipazione. Fu una triste sorpresa che la prima pagina del 1976 uscisse con la notizia delle dimissioni del Vescovo!”

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