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giovedì 28 marzo 2024
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Calcio Serie C

Rimini-Gubbio, Gaburro: "Cambierò parecchio rispetto all'undici di martedì"

In foto: Marco Gaburro, allenatore del Rimini F.C.
Marco Gaburro, allenatore del Rimini F.C.
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
ven 3 feb 2023 12:05 ~ ultimo agg. 4 feb 14:23
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Ritrovata ad Alessandria una vittoria che mancava dal 17 dicembre, il Rimini vuole ora riprendersi il “Romeo Neri”, dove nel girone di ritorno ha conquistato appena un punto in tre partite. Avversario dei biancorossi il Gubbio, quinto in classifica con 40 punti (contro i 36 dei romagnoli), ma che dopo il giro di boa ha iniziato ad avere incubi ancor peggiori di quelli di Laverone e compagni: cinque K.O. (con Aquila Montevarchi, Fermana, Alessandria, Ancona e Carrararese) ed un pareggio (con l’Entella). All’andata il Rimini si impose 2-1 grazie all’uno-due di Tonelli e Gabbianelli nei primi nove minuti, con l’autorete di Pietrangeli a riaprire la partita al 25′ della ripresa.

“Volere si vuole sempre, lo volevamo anche prima; tra volere e riuscire c’è di mezzo una prestazione prima di tutto, e poi anche un avversario – attacca Marco Gaburro, allenatore del Rimini F.C. –. Noi soprattutto concentriamoci sul tipo di prestazione che possiamo fare, che dobbiamo fare, che vogliamo fare. Poi chiaramente si passa anche dall’avversario, che è un avversario in questo momento non da prendere con le pinze, ma con dieci pinze, perché è quasi paradossale la situazione del Gubbio in questo momento. Io ho visto le ultime partite: è una squadra che di fatto ha perso sempre, avendo tantissime occasioni da gol e concedendo pochissimo. Quindi questi sono degli alti e bassi all’interno di una stagione che capitano a tutti, sono capitati anche a noi, periodi in cui magari costruisci di più e raccogli di meno e viceversa. Quindi quando una squadra con quel tipo di rosa e di qualità si trova in un filotto così negativo bisogna sempre stare attenti perché poi è una questione anche statistica. Restano squadre che possono essere in un momento particolare di nervosismo o di sfiducia, perché poi i risultati pesano per tutti, come pesano per noi pesano per gli altri, e quindi lì sta a te fare una partita attenta, fare una partita dove non concedi all’inizio, fare una partita dove stai ad aspettare un po’ il tuo momento e se ce la fai pungi, tenendo presente che insieme alla Reggiana è la squadra che concede meno occasioni da gol agli avversari, quindi non sarà semplice andare al tiro, quando si ha l’occasione bisogna farlo magari con quella cattiveria, quel briciolo di voglia in più rispetto al solito che si è vista poi anche ad Alessandria”.

L’ultimo arrivato in casa biancorossa, il regista Mattia Sandri, annunciato martedì sera al termine di Alessandria-Rimini, potrebbe già partite titolare domani? “Pronto è pronto, però non so se giocherà già dall’inizio per il semplice fatto che ha fatto due allenamenti e a me piace che un giocatore conosca almeno il nome dei compagni quando gioca, però sarà della partita sicuramente, se non parte entra per come la vedo io, perché è un giocatore che ha grande qualità, è un giocatore che si è presentato subito bene nei confronti dei compagni, e quindi siamo contenti che sia arrivato, poi ci sono dei tempi naturali di ambientamento che però, com’è stato anche per Mattia Rossetti e per Biondi, però sono ragazzi anche intelligenti che fanno presto a entrare nelle dinamiche sia del gruppo sia della squadra”.

Come sta Delcarro, uscito al 38′ del primo tempo della gara in casa dei grigi piemontesi dopo aver realizzato il gol decisivo? “Delcarro ha avuto un affaticamento, è uscito in tempo per fortuna la partita scorsa, quindi sicuramente non è disponibile per questa partita, ma probabilmente sarà disponibile per la prossima”.

Chi non sarà convocato, a parte Delcarro e Piscitella (quest’ultimo messo fuori lista)? “Devo fare ancora il punto sulle convocazioni e devo capire capire bene quello che può essere il numero giusto da portare in base a quella che può essere la necessità che possiamo avere. Quindi mi tengo un po’ la possibilità di decidere sulle ultime convocazioni perché in questo momento è questo il nodo per me, cioè capire se portare anche De Rinaldis oppure no, queste cose qua, deciderò stasera, ma cambia poco rispetto al blocco nostro”.

Adesso che Vano sta bene è titolare inamovibile? E chi partirà questa volta nella staffetta Gabbianelli-Mattia Rossetti? “Vano è sempre stato un punto fermo da quando ha iniziato, solo che ha avuto qualche problema, però ha giocato quasi sempre. Vano sta meglio adesso che gioca ogni tre giorni rispetto a quando è arrivato, quindi vuol dire che sta bene, io lo sto vedendo bene dal punto di vista fisico, poi è un giocatore che spende tantissimo durante la partita, quindi magari poi ci si aspetterebbe di vederlo sempre in campo 90 minuti e non riesce in questo momento a spingere come gli si chiede, perché poi dipende sempre da che lavoro chiedi a un giocatore durante la partita, però quando ha giocato nelle ultime partite ha sempre fatto prestazione, soprattutto dal punto di vista dell’apporto anche quantitativo e non soltanto di quello che può essere l’apporto qualitativo alla manovra. Per quanto riguarda il dualismo presunto tra Gabbianelli e Mattia Rossetti sono due giocatori completamente diversi e quindi sono giocatori che possono essere utili in situazioni completamente diverse secondo me, nel senso che Gabbianelli è un giocatore che raccorda di più il gioco, aiuta di più la manovra, va molto meglio quando si riesce a a giocare la partita dentro la metà campo avversaria, Rossetti è un giocatore che ha più strappo, più gamba, più profondità, ed è un attaccante che spesso si può utilizzare di più quando c’è più campo da attaccare. Sono molto diversi, erano, sono e saranno molto utili”.

Adesso che è finito il mercato come verrà gestita la rosa? “Io l’altra volta ho detto che dovevamo cercare di mettere un po’ di ordine e lo abbiamo messo, ma questo non passava dal mercato, passava dalla gestione interna. Io per scelta mia ho fatto un periodo un po’ più lungo dove ho magari cercato, forse anche sbagliando, di tenere fino al sabato tutti quanti i giocatori diciamo coinvolti sul progetto della partita, anche magari giocatori che nella mia testa pensavo che non avrei utilizzato, ma questo è stato un mio passaggio diciamo di maturità, di conoscenza della categoria, che magari all’inizio ho fatto di più, e magari arrivavamo poi al fine settimana con in quel caso sì più giocatori rispetto ai 22, e quindi poi magari si faceva un po’ di confusione durante l’allenamento; invece è già da un po’ che noi prepariamo la partita con 22 giocatori. Adesso il discorso mercato incide zero su questa cosa. Avevo già fatto io questa scelta di lavorare con tutti nella prima parte della settimana, poi in base a quella che è la mia idea sulla partita stringere un po’ il cerchio per permettere a quelli che saranno poi della partita di allenarsi in maniera completa undici contro undici e senza far perdere mai il lavoro a tutti”.

Questo non crea malcontento nei giocatori che restano fuori? “I giocatori che giocano poco o che non giocano sono scontenti in tutto il mondo, non è che siano scontenti a Rimini, poi bisogna cercare di capire quanto uno è scontento e come manifesta questa cosa. E lì poi ci sono delle sfumature che fanno la differenza secondo me tra lavorare bene e lavorare male. Però non esistono dei posti dove ci sono giocatori che non giocano e sono tutti felici e contenti, è solo nei fumetti”.

Così il lavoro aumenta. “Il lavoro aumenta, ma è un lavoro di staff, non è un lavoro solo mio. Siamo in tanti nello staff: ci sono due preparatori atletici, c’è un aiuto preparatore atletico, c’è un allenatore in seconda, siamo coinvolti molto in questa cosa per cercare soprattutto di non far mai mancare dal punto di vista della completezza della proposta da parte nostra nei confronti dei giocatori il massimo apporto a livello di allenamento delle varie qualità, sia fisiche sia tecniche. Poi è chiaro che fa parte del mondo professionistico di oggi riuscire a gestire dei numeri che vanno al di là di venti, ventun giocatori, altrimenti basta scendere un po’ di categoria e si trovano dei gruppi più snelli”.

Le ultime partite hanno dimostrato come per il Rimini sia importante in questo momento non andare sotto. “Qui c’è una contrapposizione di situazioni nel senso che noi abbiamo fatto un periodo in cui andavamo sempre sopra e sempre subito, quindi prima ci capitava mentalmente quella situazione, sbloccavamo quasi sempre la partita, c’è capitato anche ad Alessandria, chiaramente se tu non sblocchi e passano i minuti prima o dopo o il gol non lo prendi mai o se lo prendi vai sotto. Quindi si uniscono un po’ questi due aspetti. Sicuramente per me la nostra priorità nell’ultimo periodo è comunque stata in fase difensiva: noi abbiamo analizzato i numeri del girone d’andata e, come ho ribadito qui anche più volte, abbiamo concesso troppo agli avversari. E questo non è dipeso dalle partite vinte o dalle partite perse perché spesso sento dire “magari in un periodo stavamo meglio”, cioè da questo punto di vista, dal punto di vista dei numeri, non è così, la squadra ha sempre concesso troppo, e se ha concesso troppo vuol dire che ha provato per un certo periodo, perché comunque le valutazioni non si possono fare da un giorno all’altro, a portare un certo modo di difendersi che poi si è rivelato non all’altezza rispetto a quella che era la richiesta della categoria e delle proprie caratteristiche, perché si può difendere in tutte le maniere: si può pressare sul portiere avversario in tutte le azioni, si può stare sempre nella propria metà campo, si possono alternare momenti di pressione e no; noi su questa ricerca abbiamo basato tanto, ecco perché di recente ho detto che i numeri nostri nel girone di ritorno, nonostante abbiamo fatto due punti in cinque partite, sono stati migliori rispetto ai blocchi dell’andata, è vero, perché abbiamo fatto un periodo dove non abbiamo raccolto, ma abbiamo concesso molto meno rispetto a quel periodo. E questo non vuol dire che allora va bene non vincere, semplicemente si pensa che tante volte la vittoria o la sconfitta passino da quello che può succedere da un giorno all’altro, invece tante volte per poter arrivare ad avere una certa resa bisogna cambiare un po’ di equilibri che richiedono un certo tipo di lavoro durante la settimana. Ecco, io ad Alessandria sono stato soddisfatto in parte, perché secondo me possiamo fare meglio, del baricentro che ha avuto la squadra e della tenuta difensiva che ha avuto, lavorando in undici sempre sottopalla, stando compatti, capendo i momenti della partita. Siamo stati agevolati dal fatto di essere andati avanti quello sicuramente sì, però questa è una cosa che noi dobbiamo verificare nelle prossime partite, non soltanto in una, a prescindere dal fatto che, ripeto, se giochi col Gubbio o giochi con la Reggiana, abbiano colpi per poter stressare questa tua qualità, magari mettere anche a nudo qualche tuo limite se vogliamo. Però noi da questa prestazione dobbiamo sempre partire in questa fase della stagione, poi se riusciamo a essere un po’ più lucidi e più sereni nella fase di possesso ci pesa un po’ di meno la situazione e quello ci può permettere magari di sfruttare un po’ di più anche le qualità che abbiamo davanti”.

State cercando anche di capire in che zona della classifica può stare il Rimini da qui alla fine? “Io resto sempre della mia idea che dobbiamo guardare all’immediato, che dobbiamo non perdere le partite con le squadre che sono dietro di noi in classifica e dobbiamo giocarci in maniera umile, ma serena gli scontri con squadre che sono con noi o davanti a noi. L’ho detto anche due settimane fa e continuo a pensarlo così perché la serie C funziona così, perché il modo con il quale gli avversari che sono dietro affrontano le partite in questo momento è completamente diverso rispetto all’andata. E quindi quell’attenzione e quella premura di risultato deve essere prioritaria. Poi, com’è stato con la Lucchese, giochi partite con squadre che sono con te in classifica e devi cercare di vincerle perché comunque quello è il tuo obiettivo, però mantenendo massima calma. Non è questione di essere malati, è questione che il girone di ritorno è molto difficile dal punto di vista dei risultati, e sul centroclassifica rallentano tutti, com’è successo finora, quindi i punti pesano e bisogna andarseli a prendere con le unghie”.

Dopo il turno infrasettimanale cambierà qualcosa nell’undici di partenza? “Cambierò parecchio, non so ancora quanto, non ho ancora deciso. Qui avete questa mania a Rimini di pesare i cambi sulla formazione base, non riesco neanche a capire da dove provenga questa cosa. Noi abbiamo una rosa molto equilibrata, molto competitiva, abbiamo giocato tre giorni fa, non tutti sono usciti alla stessa maniera dalla partita, non tutti reggono le due partite in tre giorni alla stessa maniera. Io ho fiducia in tutto il gruppo, quindi non ho in questo momento questa ossessione. Sì, si cerca di trovare continuità sulle situazioni che a tratti danno il senso di avere trovato un po’ più di intesa, un po’ più di rendimento, però sempre considerando tutti gli aspetti, non soltanto quello del risultato, perché poi sembra che quando vinci una partita devi confermare tutti e quando perdi una partita devi cambiare tutti, e invece noi abbiamo vinto delle partite con prestazioni molto scadenti e abbiamo perso delle partite, tipo Fiorenzuola, con delle prestazioni molto importanti, quindi la ricerca della continuità non passa soltanto dal risultato”.

Prima del pregara di mister Gaburro il direttore sportivo, Andrea Maniero, ha spiegato le scelte operate dal Rimini F.C. nel mercato di gennaio (leggi la notizia).

La partita Rimini-Gubbio sarà trasmessa in diretta su Radio Icaro (92FM).

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