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Dal 1952 al 2022

Libertas Rimini e pattinaggio al mare, una storia che finisce dopo 70 anni

di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 29 mar 2022 23:18
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Ricevuto, pubblichiamo nota di Werter Corbelli della Polisportiva Libertas Rimini, che ha gestito il pattinaggio al mare per 70 anni: dal 1952 al 2022.

La Polisportiva Libertas Rimini ha deciso dopo settant’anni di rinunciare alla concessione per la gestione dell’impianto di pattinaggio al mare. Una scelta dolorosa per l’associazione che tanto ha fatto per lo sport della nostra città. È una lunga storia che viene a terminare, in un luogo caro a tanti riminesi delle generazioni che si sono susseguite dal 1952 in poi. È proprio in quell’anno che l’Azienda di Soggiorno decise di realizzare in un’area di circa 2.600 mq, tra viale Tintori e viale Colombo, un impianto per il pattinaggio a rotelle; probabilmente in funzione soprattutto del turismo che andava sviluppandosi. Fulcro di quell’iniziativa fu il giovane direttore Luciano Chicchi, figura a cui la città deve molto, anche perché in seguito si dimostrò fondamentale nello sviluppo del polo fieristico riminese e anche per la costituzione del primo nucleo del nostro polo universitario.

L’Azienda di Soggiorno individuò nella Polisportiva Libertas il soggetto giusto a cui affidare la gestione del neonato impianto per i pattini. Così la pista cominciò ad alternare l’attività sportiva a quella più d’intrattenimento per turisti e cittadini.

La gestione della Polisportiva Libertas si dimostrò subito un successo. Tant’è che di lì in poi, per tanti anni i proventi del noleggio pattini contribuirono a sostenere le varie sezioni sportive: pallacanestro, baseball, atletica leggera, nuoto, canottaggio, sollevamento pesi, pallavolo e pattinaggio artistico. Perciò nel 1968 la Polisportiva si fece carico di realizzare con propri mezzi economici (senza il contributo del concessionario) i lavori che portano all’ammodernamento dell’impianto, con l’aggiunta delle gradinate per gli spettatori; in sostanza quell’assetto che ancora rimane immutato. Così anno dopo anno la pista divenne un luogo frequentatissimo. Tante furono le manifestazioni sportive di pattinaggio artistico organizzate con grande successo. Numerose furono le allora memorabili serate in cui lo sport si coniugava con lo spettacolo e l’intrattenimento di un pubblico sempre molto presente.

Negli anni ‘70 la pista veniva all’occasione anche trasformata in campo di basket per il Trofeo Estivo. In quell’area si esibirono fior di campioni di quello sport. Memorabile fu l’incontro tra Ignis Varese contro lo squadrone della Nazionale della Jugoslavia.

E veniamo alla seconda metà degli anni ’80. Nella Polisportiva Libertas c’era chi sapeva guardare lontano, in particolare una figura fondamentale come Marcello Arcangeli. I pattini a rotelle cominciavano a dare qualche segnale di stanchezza nell’interesse dei giovani; ma allo stesso tempo a Rimini era crescita una scuola di specialisti che mieteva titoli a livello internazionale nel pattinaggio artistico, uno su tutti Patrick Venerucci. Nel 1987 la Polisportiva propose all’Amministrazione Comunale di realizzare sull’impianto esistente un vero e proprio palazzetto dello sport dedicato alle rotelle. In quel momento esisteva una congiunzione molto favorevole perché il professor Franco Montebelli ricopriva contemporaneamente la presidenza della Polisportiva Libertas e quella della Cassa di Risparmio. In sostanza, i mezzi non sarebbero mancati.

Però da quel momento in poi cominciarono, diciamo così, le incomprensioni tra la Polisportiva Libertas e il Comune di Rimini. Senza stare ad approfondire sulle cause reali, formali o non dette, sta di fatto che si succedettero da allora tanti “niet” alle proposte della Polisportiva. Nella sua sede sociale sono ancora parcheggiati vari plastici dei progetti che Arcangeli e l’ingegner Giorgio Della Biancia elaborarono. Si creò una situazione di perfido immobilismo. Si avvicendarono Sindaci, Assessori allo Sport, Assessori e funzionari ai Lavori Pubblici: il nuovo personaggio arrivato sulla poltrona pubblica ovviamente non aveva memoria. Perciò la Polisportiva doveva sempre, come nel Gioco dell’Oca, tornare al punto di partenza.

Nel frattempo il pattinaggio a rotelle stava scivolando in una sorta di oblio. Si stava affermando con prepotenza l’uso dei roller. Ma soprattutto andava crescendo il gradimento per i pattini su ghiaccio. Ancora una volta nella Polisportiva si cercò di guadare avanti. Venne trovato un imprenditore delle piste di ghiaccio disponibile per la partnership necessaria a dare vita ad un impianto di quel tipo di pattinaggio… in riva al mare. Il nuovo progetto passò un complesso iter di approvazione. Era la primavera del 2004 quando un dirigente dell’assessorato competente assicurò verbalmente che i lavori sarebbero potuti cominciare. Il cantiere venne approntato, ma qualche giorno dopo si presentarono i vigili per apporre i sigilli su un “presunto abuso edilizio”. Fine della storia. Con un danno per la Polisportiva e l’imprenditore di circa 80-100mila euro!

Nel frattempo sull’area del pattinaggio si cominciarono a posare gli occhi interessati di “mani forti” che intravvedevano l’affare, se la concessione fosse stata scippata alla Polisportiva Libertas. Arrivarono gli anni del primo progetto sul “triangolone”, protagonista la CoopSette che si propose di fare “l’asso-piglia-tutto” da piazzale Kennedy fino al molo del porto. È andata come è andata… la CoopSette non esiste più. Di seguito qualsiasi altra proposta per un rilancio della pista di pattinaggio tentato dalla Polisportiva ha continuato a cozzare con gli uffici competenti per le autorizzazioni.

Negli ultimi 10-15 anni il pattinaggio è stato riaperto stagionalmente dalla Polisportiva quasi per tenere fede ad una gloriosa storia, anche se a fine anno i conti sono stati sistematicamente in rosso. Perché bisogna sapere che la concessione rilasciata (nell’interpretazione degli “uffici competenti”) consentiva solamente il noleggio dei pattini, solo e solo quello. Non era possibile organizzare qualsiasi diversa attività sportiva; tanto meno impiantare forme che permettessero di ottenere ricavi commerciali. Nel 2019, dopo una violenta tempesta, l’impianto venne completamente allagato. Per la Polisportiva non ci furono risarcimenti, ma ulteriori costi di ripristino. E penultima beffa s’è consumata in epoca Covid-19: mentre tutte le società sportive riminesi hanno beneficiato dall’Amministrazione Comunale di tariffe agevolate al 75% dell’importo previsto per l’utilizzo degli impianti sportivi, ciò non è stato concesso nel caso della pista di pattinaggio. Insomma nell’anno “nero” 2020 la Polisportiva ha dovuto pagare lo stesso un canone di 8.000 euro. Così siamo arrivati amaramente al capolinea di questa storia durata 70 anni.

Oggi leggiamo l’ultima beffa prevista dal bando annunciato dal Comune: “l’impianto resta destinato ad ospitare attività sportiva, con la possibilità di installare attrezzature in linea con la normativa edilizio-urbanistica. Il Concessionario avrà inoltre la possibilità di svolgere anche attività commerciale, nel giardino esterno, a supporto dell’attività sportiva”, attività che alla Polisportiva sono state sempre negate, magari qualcuno spiegherà come mai!?

Werter Corbelli”