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progetto DESI

Garantire la continuità educativa nella striscia di Gaza

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 6 mag 2021 17:17 ~ ultimo agg. 19 mag 12:41
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La pandemia da Covid-19, e in particolare la recrudescenza dei contagi dovuti alla variante inglese, sta mettendo in difficoltà molti paesi nel mondo e colpisce ancora più duramente i paesi poveri. In particolare, nella striscia di Gaza la situazione è profondamente compromessa. Per citare qualche numero esemplificativo: in questo piccolo lembo di terra si concentra il 32% di tutti i casi attivi in Palestina.

Nonostante le difficoltà di una vita già limitata per le chiusure imposte dal vicino Israele, si cerca però di andare avanti, come dimostra, ad esempio, il progetto DESI – Educazione digitale e inclusione sociale per i minori palestinesi di Gaza, promosso dalla Ong riminese EducAid.

DESI è un piano di azione per fronteggiare l’emergenza pandemica, dal punto di vista di salvaguardia della continuità educativa, realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna, nell’ambito degli interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace, che vede la collaborazione dell’impresa sociale di nuova generazione Open Group di Bologna – piattaforma aggregativa per l’erogazione di servizi alle comunità – nel ruolo di co-proponente, e dei partner SDF – Social Development Forum, organizzazione umanitaria palestinese attiva nella Striscia di Gaza, e Gruppo Icaro/Iniziative Editoriali per la gestione media.

La Striscia di Gaza è un’area densamente popolata facente parte dei Territori Palestinesi Occupati, abitata da circa 2 milioni di Palestinesi, la maggior parte dei quali sono rifugiati registrati che vivono in campi sovraffollati.

Il blocco imposto da Israele nel 2007 ha gravemente colpito le condizioni socioeconomiche, educative e sanitarie dei suoi abitanti, con continui tagli dell’elettricità, alti livelli di disoccupazione, insicurezza alimentare, dipendenza dagli aiuti e scarsi standard di igiene. Considerato che a Gaza vivono più di 5.200 persone per chilometro quadrato con limitati servizi igienici, sanitari e ospedalieri, il rischio di diffusione del virus tra la popolazione è molto alto e particolarmente pericoloso.

Le misure preventive anti-Covid, con restrizioni in tutta l’area e lockdown, stanno avendo un impatto molto significativo sul sistema educativo, sul benessere e sull’apprendimento di bambini e giovani. La portata e la natura di questa crisi vanno al di là di quanto previsto nei piani di prevenzione esistenti e delle capacità del Ministero dell’Istruzione e delle organizzazioni umanitarie che lavorano nel settore.

I bambini a Gaza rientrano nelle categorie più vulnerabili della popolazione ed in una situazione di come quella attuale, è ancora più importante che abbiano accesso all’educazione. Un’istruzione che sia realmente inclusiva, raggiungendo anche chi vive in condizioni di maggior svantaggio e compensando la mancanza di servizi socio-educativi. La chiusura delle scuole rischia di avere gravi ripercussioni sulle generazioni future, che già vivono in un tessuto sociale instabile e impoverito di risorse. L’educazione ha un ruolo chiave nel loro sviluppo ed è fondamentale che non venga a mancare.

Il progetto DESI risponde in maniera concreta proprio ai bisogni, supportando l’attività educativa attraverso la formazione di insegnanti e famiglie sull’utilizzo di piattaforme di e-learning e strumenti digitali e realizzando una campagna di sensibilizzazione sui comportamenti igienici corretti da tenere per contrastare la diffusione del contagio, insieme alla distribuzione di kit di materiali di disinfezione e Wash Facilities (WC e purificatori dell’acqua) nelle scuole.