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A riccione

Fase2. Le proposte del Pd per la spiaggia

In foto: Arcangeli e la Vescovi (Newsrimini.it)
Arcangeli e la Vescovi (Newsrimini.it)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 26 apr 2020 10:06 ~ ultimo agg. 10:08
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Lo spirito, è la premessa, è collaborativo al fine di mettere al centro della riflessione e delle azioni le ampie questioni poste dalla fase2. Il Partito Democratico di Riccione solleva tre questioni e le sottopone all’attenzione dell’amministrazione comunale: gestione distanza dei lavoratori nelle cucine di bar e ristoranti di spiaggia, distributori automatici e controllo della spiaggia.
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Vi sarà senz’altro una grossa difficoltà per il mantenimento del rispetto della cosiddetta ‘distanza sociale’ per gli operatori delle cucine dei bar e ristoranti di spiaggia. Per molte strutture vi sarà sicuramente un evidente problema di spazi di manovra nei quali i loro dipendenti svolgeranno la propria mansione. La proposta che ci sentiamo di avanzare è quella di fare un lavoro mirato con le associazioni di categoria e l’ASL per analizzare caso per caso se si possa arrivare ad una soluzione temporanea per l’imminente stagione turistica, magari in deroga alle normative vigenti. Si dovrà valutare se sarà possibile dedicare altri spazi alle cucine per fare in modo che il personale rimanga distanziato e in sicurezza; spazi che forse andranno ricavati in quelle che al momento sono aree adibite ad altro (bar interno e retro stabilimento per fare due esempi). Anche perché è chiaro che gli stessi spazi dedicati ai clienti si andranno a ridurre notevolmente per il rispetto delle distanze che verrà sicuramente prescritto.
Collegata alla prima, perché potrebbe fungere da possibile (anche se parziale) soluzione ad un problema di spazi che si potrebbe presentare, vi è una seconda questione i cui aspetti vanno approfonditi, questa volta in accordo tra bagnini e ristoratori, che riguarda i distributori automatici di acqua e bibite da poter posizionare negli stabilimenti, previo accordo con il bar di spiaggia di prossimità, anche per evitare il classico ‘viavai’ di persone che genera vicinanza anche fisica. Questa soluzione non potrà che essere ovviamente il risultato di una concertazione tra l’amministrazione comunale e le categorie economiche e di un accordo tra gli operatori stessi.
Da ultimo la questione del controllo della spiaggia. Se nella singola zona in concessione spetterà al titolare dello stabilimento e ai suoi collaboratori fare in modo che le distanze che saranno indicate dai protocolli sanitari dovranno essere rispettate, così non sarà per le spiagge libere. La nostra proposta è quella di ingaggiare degli steward, a carico dell’amministrazione comunale e alle dipendenze del comando di polizia municipale, che abbiano il compito di vigilare affinché la fruizione di quelle porzioni di spiaggia avvenga senza assembramenti e quindi nel massimo della sicurezza possibile e garantendo la ‘distanza sociale’ stabilita. Il personale individuato dovrà anche avere il potere di intervenire e di sanzionare (come succede ad esempio con gli ausiliari del traffico) qualora gli avventori non rispettino le regole di sicurezza.