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Io ne ho lette cose

Lifebox: salvare vite dove mancano le strutture

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura 1 min
Mar 1 Ott 2019 15:42 ~ ultimo agg. 27 Mag 13:58
Tempo di lettura 1 min

Corax, la startup nata da un’idea di Caterina Giuliani, Barbara Tommassini e Franco Pradelli,
giovani neolaureati all’Università di Bologna in Ingegneria Biomedica, mira all’obiettivo di offrire strumenti efficaci, a basso costo e utilizzabili anche nelle condizioni più estreme, in modo da migliorare le condizioni di salute nelle zone più povere del pianeta.

Il progetto a cui i ragazzi lavorano attualmente si chiama Lifebox, un dispositivo medico low cost e
trasportabile che permetta il trasporto in sicurezza e il trattamento dei bambini vittime di ustioni.

“Trovare una soluzione a quella che è stata definita crisi sanitaria silenziosa dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità è il nostro obiettivo – dichiara Franco Pradelli – Ogni anno ci sono 11 milioni di ustioni, di cui il 95% in paesi poveri e il 70% hanno meno di 5 anni. Per farlo ci ispiriamo al concetto di Reverse Innovation: creare un dispositivo che nasce dalle necessità di un contesto povero di risorse, che puó portare innovazioni rivoluzionarie per tutto il mondo”.

Ce ne hanno parlato questa mattina a Io ne ho lette cose

 

Corax – The Life box – pagina facebook

Corax su gofundme

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