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Lavoro Provincia

Incidente mortale sul lavoro, sindacati rilanciano allarme sicurezza

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 21 set 2019 12:06 ~ ultimo agg. 12:22
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Dopo il tragico infortunio sul lavoro a Lugo costato la vita a un 38enne riminese (vedi notizia), i sindacati rilanciano l’allarme sicurezza.  Proprio nei giorni scorsi la CISL Romagna ha presentato il secondo rapporto annuale su “Gli infortuni sul lavoro in Romagna”, in cui emergevano i record negativi del territorio romagnolo nel 2018, in particolare per Ravenna e Forlì Cesena mentre invece per Rimini si registra un miglioramento.

Il segretario generale della Cisl Romagna Francesco Marinelli, dopo avere espresso cordoglio per l’incidente di Lugo, sottolinea la “scia di infortuni mortali in cui si deve prendere nota di quello accaduto martedì scorso nei campi del sarsinate e del decesso del 3 settembre scorso dell’edile a Cesena e di un altro operaio a giugno a Santarcangelo di Romagna: solo per citarne alcuni”.

“La sicurezza nei posti di lavoro continua a essere una criticità per l’economia romagnola, non solo per i danni causati direttamente alle persone ma anche per i costi sociali e aziendali che si scaricano sulla collettività. Questa non è l’Industria 4.0 che può concorrere a livello europeo.”

“Manca ancora nel nostro paese una vera cultura della sicurezza. La sicurezza non va considerata dalle imprese solo come un adempimento alle norme, ma una vera leva di sviluppo e crescita, che tiene insieme benessere delle persone e produttività.”
Purtroppo il Governo ha recentemente abbassato la guardia su questo argomento, infatti ha tagliato 410 milioni di euro sui piani d’investimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Non possiamo accettare che nel terzo Millennio si muoia di lavoro e per il lavoro, quindi come CISL Romagna lanciamo tre appelli: alle imprese perché migliorino l’organizzazione del lavoro e la formazione dei lavoratori per una cultura della sicurezza, all’AUSL perché collabori il più possibile con i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza e al Governo perché finanzi l’assunzione di personale presso gli Ispettorati Territoriali del Lavoro e costituisca una cabina di regia come quella prevista per il caporalato.”

Anche la Fillea, organizzazione di categoria degli edili della Cgil delle province di Ravenna e Rimini, oltre a esprimere il cordoglio alla famiglia e ai colleghi dell’azienda, rilancia l’allarme sulla sicurezza: “Si tratta dell’ennesimo infortunio mortale che denota come la situazione della sicurezza in edilizia sia preoccupante e segnala il degrado che stanno vivendo i nostri territori. Ancora nel 2019 gli aspetti relativi alla salute e sicurezza non sono affrontati in modo adeguato. Dall’inizio dell’anno in Emilia Romagna nel settore delle costruzioni – commentano Davide Conti e Renzo Crociati, segretari generali delle due strutture sindacali di Ravenna e Rimini  sono avvenuti 280 infortuni sul lavoro denunciati all’Inail e rispetto all’anno precedente aumentano gli infortuni che coinvolgono lavoratori edili con più di cinquant’anni. Solamente nei due comuni di Rimini e Ravenna negli ultimi due mesi sono avvenuti tre morti sul lavoro nel settore edile. Non basta più l’indignazione, dobbiamo passare a fatti concreti. Dobbiamo iniziare a parlare della proposta di legge sull’omicidio sul lavoro, proposta che è stata presentata ma che è rimasta ancora al punto di partenza. Non vogliamo aspettare il prossimo infortunio, per questo motivo nei prossimi giorni chiederemo la convocazione di un tavolo con tutti i soggetti istituzionali e non coinvolti sul tema sicurezza sul lavoro”.