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Caritas: il volontariato visto dall'associazione

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 21 mag 2018 10:19
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A tirare le fila di questa splendida realtà riminese sono i responsabili dei progetti che vedono impegnati i tanti giovani. A gestire il Centro Educativo e a raccontare questa esperienza sono Daniela e Alice.

Di cosa vi occupate?

“Di giovani in generale, innanzitutto. Nello specifico, al pomeriggio seguiamo il servizio del Centro Educativo pomeridiano, rivolto ai bambini dalla prima elementare alla terza media mentre alla mattina, durante l’anno scolastico, ci occupiamo di educazione alla mondialità nelle scuole: percorsi, laboratori didattici, tutti finalizzati a sensibilizzare e far riflettere bambini e ragazzi su alcuni temi di attualità”.

Come viene gestito “l’arruolamento” dei volontari? Ci sono dei corsi preparatori da seguire?

“Ci sono alcune scuole superiori di Rimini che, al loro interno, hanno già dei gruppi di volontariato, a cui le scuole assegnano dei professori come riferimenti. Attraverso di loro, i ragazzi che desiderano cominciare un percorso nel volontariato vengono messi a conoscenza di diverse realtà, tra cui la Caritas, per poi essere accompagnati all’interno del servizio. Ed è qui che poi organizziamo la formazione per chi vuole diventare volontario Caritas. C’è, dunque, grande scambio e collaborazione tra noi e le scuole”.

Com’è organizzato il servizio al Centro Educativo?

“È strutturato come un doposcuola, dunque con i volontari che fanno i compiti con i bambini. Abbiamo scelto di assegnare un singolo volontario ad ogni bambino, in modo da stimolare la loro relazione. Dopodiché viene organizzata la merenda e un momento di gioco assieme”.

E qual è la risposta dei ragazzi? Superiore alle aspettative?

“Parlando del servizio del Centro Educativo la risposta è certamente positiva, perché normalmente, quando facciamo le iscrizioni a ottobre-novembre, sono sempre una sessantina i ragazzi che rispondono. Un fatto positivo non solo per il messaggio che lancia, ma anche perché, più concretamente, poter assicurare così tanti ragazzi al servizio consente di poterlo svolgere al meglio nel quotidiano. Inoltre il nostro ruolo è anche, o soprattutto, quello di dare un supporto a questi ragazzi durante la loro esperienza: possono capitare momenti in cui un volontario capisca che non faccia per lui, e noi dobbiamo essere presenti per accompagnarli, educarli al senso del volontariato in Caritas e sostenerli nel discernimento”.

Pensate che questa giornata possa essere l’inizio di qualcosa di più grande?

“Questa è la primissima volta, quindi è difficile e forse prematuro sbilanciarsi. Sicuramente, però, noi responsabili dei giovani ci incontriamo con le altre realtà della regione, e non mancano le volte in cui si parli di quanto sarebbe bello poter dare una voce univoca al mare di giovani che ci accompagnano nei nostri servizi. Quindi si, speriamo che sia solo l’inizio”.

L’altro servizio di Caritas che ha visto impegnati i ragazzi è quello di assistenza agli anziani. Ne parla Alessandro, responsabile del progetto.

Per dei ragazzi così giovani può non essere facile interfacciarsi con gli anziani. Come viene gestita la loro preparazione?

“Viene organizzato un incontro iniziale, in cui i ragazzi vengono in Caritas, si presentano e comunicano la loro disponibilità al servizio. Dopodiché, oltre agli orari pomeridiani di assistenza agli anziani, abbastanza rigidi (solitamente dalle 14.30 alle 17.30, per il numero di pomeriggi comunicato dal volontario), vengono organizzate delle giornate di formazione, finalizzate a sensibilizzare i giovani e, da parte di noi responsabili, a capire quali cose funzionano e quali possono invece essere migliorate”.

Di quanti ragazzi parliamo?

“Mediamente, ogni anno, abbiamo dai 7 ai 10 volontari per questo servizio. E ci tengo a dire che questi giovani hanno un entusiasmo incredibile, a rappresentare un fortissimo segnale per tutti coloro che dicono che le nuove generazioni sono prive di valori, senza spina dorsale. Spesso e volentieri sono i giovani stessi a propormi cosa fare durante il giorno di servizio: veramente un ottimo segnale”.