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Rimini FC. Valter Berlini non è più il responsabile tecnico del Settore Giovanile. Le motivazioni

In foto: Valter Berlini
Valter Berlini
di Icaro Sport   
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mer 14 giu 2017 10:53 ~ ultimo agg. 15 giu 19:39
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Ricevuto, pubblichiamo la lettera con la quale Valter Berlini lascia l’incarico di responsabile tecnico del Settore Giovanile del Rimini F.C.

“Con la presente comunico di aver lasciato l’incarico di Responsabile Tecnico del Settore Giovanile del Rimini F.C. e di aver formalmente comunicato le mie dimissioni al Direttore Sportivo Pietro Tamai lunedì 12 giugno.

Preciso che tale decisione è univoca, in quanto presa per mia precisa volontà e non è scaturita da una decisione della Società. Le ragioni delle mie dimissioni sono dovute a divergenze personali con il Patron del Rimini F.C. sig. Giorgio Grassi, con il quale non sussistono più le condizioni di rapportarci, vicendevolmente, con rispetto e fiducia.

Riguardo al Settore Giovanile, specie negli ultimi due mesi, si sono create delle situazioni altamente problematiche che, dal punto di vista esclusivamente societario, mettevano in dubbio la prosecuzione del Progetto originario presentato all’Amministrazione Comunale lo scorso mese di luglio e chiaramente illustrato dal Sindaco Andrea Gnassi nella Conferenza Stampa del 3 agosto 2016 e successivamente, più volte, da Giorgio Grassi stesso.

Nonostante una stagione positiva su tutti i fronti per le nostre quattro squadre giovanili, la Società ha pensato ad un radicale cambiamento di rotta, per me inaccettabile. Le mie resistenze ci hanno portato a vivere momenti di tensione, ma anche di confronto costruttivo e di riflessione, scaturiti, alla fine, in un’idea interessante e condivisa, allargata al coinvolgimento di alcune società calcistiche riminesi, che sono certo, andrà avanti con successo anche in mia assenza.

Ciò nonostante, i rapporti personali tra me e Giorgio Grassi, evidentemente, si sono irrimediabilmente logorati, fino allo strappo finale avvenuto durante una nostra conversazione telefonica di lunedì mattina.

Le sue parole, oltre ad avermi ferito personalmente, mi hanno fatto chiaramente comprendere che mi trovavo di fronte una persona che non mi stima né sotto il profilo umano, né sotto quello lavorativo. Non si può lavorare con serenità “a dispetto dei Santi”, circondato dall’ostilità di chi ti tollera solo perché non può fare altrimenti e so perfettamente che le mie dimissioni sono state accettate come una panacea, in quanto spianeranno la strada ad altre persone e ad altri progetti paralleli, che io non avrei mai accettato.

Nessuno mi ha detto “va via”, ma, in fondo sento che è come se lo avessero fatto, perché giorno dopo giorno, hanno spento il mio entusiasmo, disarmandomi lentamente fino a costringermi ad arrendermi.

Ho indossato la maglia a scacchi a 14 anni, ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Rimini fino ad arrivare alla prima squadra, ho vinto il primo campionato della storia del Rimini dalla Serie C alla Serie B, ho giocato oltre 200 partite in biancorosso in C e in B, ho allenato i giovani del Rimini e sono stato suo Responsabile del S.G. Credo di avere virtualmente il cuore tatuato con i colori biancorossi e di sapere perfettamente cosa significhi davvero la parola Riminesità.

Ho 62 anni, una dignità e una credibilità da difendere. Non ho bisogno di tutor, non sono dipendente di nessuno e non devo dire per forza “Signor sì”, né devo piegarmi di fronte a situazioni che esulano dal mio patrimonio di valori umani e calcistici. La scorsa estate sono stato il primo a credere in “Un altro Calcio è possibile” e in “poco da tanti”, così il mio poco l’ho regalato al nuovo Rimini, mettendo a disposizione gratuitamente il mio operato, così come fanno i tanti volontari che vediamo ogni giorno al Romeo Neri.

Ho messo la mia faccia davanti alla città, ai ragazzi, alle loro famiglie, alle altre società e ho sempre portato avanti, da solo, quello in cui alla fine, come dimostrano i fatti, era condiviso solo a parole e non nella realtà. Fino a quando il S.G. verrà considerato un costo e non un investimento, si faranno sempre e solo passi indietro, così come se, a mio avviso, si specula sui bambini in età di scuola calcio. Il mio rammarico è di non poter continuare il lavoro con i “miei ragazzi” che lascio con profondo dispiacere, ma che so proseguiranno alla grande il loro percorso.

Tra di loro ci sono parecchi elementi molto interessanti che, sono sicuro, un giorno vestiranno la maglia della prima squadra. Un mio obiettivo per questa annata era quello di portare in ritiro con la squadra dei grandi, due ragazzi (un 2001 e un 2002) per dare un segnale evidente di crescita di tutto il settore giovanile, per costituire uno stimolo per tutti i giovani calciatori e per dare risalto a quello che, a 17 anni, fu il mio traguardo e che ora deve essere il loro: la maglia della prima squadra. Tamai mi ha assicurato che manterrà questo proposito, per cui, almeno su questo punto, ho la sicurezza che la promessa fattami lunedì da Pietro verrà mantenuta e sarà il suggello finale con cui chiudo, orgogliosamente, il mio lavoro “solitario” di tutto un anno.

Valter Berlini

Che la situazione fosse divenuta difficile per Valter Berlini lo si era capito da tempo. Ecco cosa avevamo scritto su Newsrimini.it il 27 aprile scorso.